Paolo Tonin arte contemporanea
The space in between. L'artista interpreta lo spazio bianco del foglio di carta e l'ambiente neutro della galleria come luogo di ascolto, zona sensibile al suo intervento pittorico e installativo. Gli esili grafismi, tracciati sulla carta con un gesto rapido e istintivo, seguono correnti di energia che diventano visibili attraverso la sua mano.
The space in between è con le parole stesse dell'artista “la rappresentazione dello spazio tra noi e l'altro, tra una decisione e l'altra. Lo spazio di un passo”. L'attitudine prevalentemente astratta dei suoi disegni rivela il radicale abbandono della prospettiva intesa nel senso rinascimentale del termine, come contemplazione dalla finestra del palazzo di una natura asservita al dominio dell'uomo. Quello di Julia è uno spazio pittorico totale, che rispecchia perfettamente il suo universo spirituale, privo di centro, bordi e strutture, al di là del mistero dell'Altro che ne costituisce il polo di attrazione e delle infinite possibilità dell'Essere che si esprimono attraverso forme libere e dinamiche. L'artista interpreta lo spazio bianco del foglio di carta e l'ambiente neutro della galleria come luogo di ascolto, zona sensibile al suo intervento pittorico e installativo.
Il suo processo creativo, spoglio di qualsiasi attitudine demiurgica, si mostra piuttosto come volontà di dare forma all'invisibile, di cercare di cogliere, come in una foto al negativo, le potenzialità di uno spazio solo apparentemente vuoto. Gli esili grafismi, tracciati sulla carta con un gesto rapido e istintivo, seguono correnti di energia che diventano visibili attraverso la mano dell'artista. Potremmo definire il suo lavoro con le parole che sono state impiegate per la poesia di Yves Bonnefoy, attraversata da “una curiosità metafisica lacerante e aggressiva, volta a violare il segreto delle cose”.
La stessa tensione emotiva la si ritrova nell'installazione e nel video in mostra, mentre la scultura di spine a forma di cuore richiama l'esperienza dolorosa del distacco, della distanza, da un mistero che sempre trascende quelle forme attraverso cui è reso a noi prossimo. Senza cedere alla tentazione neoromantica di una confusione tra arte e religione, Julia Mastrogiacomo propone una poetica permeata di valenze etiche e teologiche. L'importanza della fede in relazione alla sua arte è apertamente riconosciuta dall'artista ma lungi dall'appesantirne e irrigidirne l'estetica conferiscono alle sue opere una dimensione profondamente umana ed ecumenica. Sembrano inverarsi le parole di Simone Weil, quando sosteneva “bisogna sempre aspettarsi che le cose avvengano conformemente alla pesantezza; salvo intervento del sovrannaturale”. Luca Vona
Paolo Tonin arte contemporanea
via San Tommaso, 6 - Torino
Orario di apertura dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, sabato su appuntamento
Ingresso libero