Arianna Sartori Arte and Object Design
Mantova
via Ippolito Nievo, 10
0376 324260 FAX

Alessandro Nastasio
dal 27/2/2009 al 11/3/2009
10-12.30 e 16-19.30, chiuso festivi

Segnalato da

Arianna Sartori




 
calendario eventi  :: 




27/2/2009

Alessandro Nastasio

Arianna Sartori Arte and Object Design, Mantova

Mostra personale dell'artista milanese che espone una serie di dipinti recenti e alcune sculture in bronzo. Figure che fluttuano in una sorta di etere o spazio liquido tradotte in sequenze giocose o perplesse. A cura di Arianna Sartori.


comunicato stampa

A cura di Arianna Sartori

La Galleria “Arianna Sartori - Arte”, di Mantova in via Ippolito Nievo 10, presenta una mostra personale del maestro milanese Alessandro Nastasio da Sabato 28 febbraio, con inaugurazione alle ore 17.30 alla presenza dell’artista, al 12 marzo 2009.
In mostra saranno esposti dei dipinti recenti e delle sculture in bronzo.

In occasione della mostra il saggista e traduttore Bruno Nacci ha scritto:

“La prima parola che mi viene in mente pensando alla pittura di Alessandro Nastasio è: liquidità. Tutte le sue figure fluttuano in una sorta di etere o spazio liquido, che non rimanendo esterno preme sui loro contorni, le genera, le proietta per un istante nelle giuste proporzioni che competono a ciò che esiste (Nastasio è un eccellente disegnatore), per poi riassorbirle come loro grembo elettivo. Solo che questo “poi” non avviene sulla tela, ma nella nostra mente, dove ogni quadro lascia un impronta di colore in dissolvenza, come se si stesse ancora prosciugando in quel luogo affollato di tutti i colori e di tutte le forme del mondo che è forse il sogno inconfessabile di ogni pittore e di ogni amante della pittura. E un’altra parola è o potrebbe essere movimento, perché anche quando sono colti in una ieratica immobilità, i soggetti dei suoi dipinti partecipano di un’azione continua, che è quella degli elementi che li compongono (terra, acqua, aria, fuoco) e del loro incessante rivoltami, congiungere - generando la vita, anche quella che una sterile astrazione definisce inassimilabile al mondo vivente, considerandola un puro residuo inerte. Non sono vivi i suoi cieli, le sue onde, i suoi soli, i suoi monti? E non è questa una delle lezioni che il grande Van Gogh ha impartito alla pittura, cancellando per sempre il concetto di materia, di sfondo e forse di paesaggio? Questo almeno per quanto attiene alla disposizione di segni e colori sulla tela, al riverbero che generano nei nostri occhi e che la memoria conserva, a modo suo, gelosamente.

Come tutti gli artisti di talento, Nastasio racconta, anzi, s’innamora di uno spunto, forse anche solo di un’immagine o di una parola, e li traduce in sequenze giocose o perplesse, fotogrammi densi di pigmenti che scorrendo si animano e ci portano nel cuore del racconto carne in un fiabesco catione animato. Per far questo, si serve spesso della mitologia (che è racconto allo stato puro), non quella accademica e magniloquente di Ingres, levigata, dotta, e un po’ algida, né di quella fantastica e stralunata di Savinio, la sua è una mitologia domestica, addolcita da ninfe e sirene coricate su una natura infantile, verrebbe da dire appoggiate, come se fossero giocattoli appena ricevuti e che non si ha ancora avuto il coraggio di prendere in mano. Perché con Savinio e Bruno Schulz, Nastasio condivide l’etica dell’infanzia, di una regressione che è conoscenza profonda delle cose, capacità di coglierle nel loro eterno esordio e di ricreare al tempo stesso l’innocenza della nostra percezione. Tutto ciò non avviene in modo complicato, né, come in altre fasi della sua produzione, con il ricorso a un simbolismo elegante quanto intellettuale, ma nell’immediatezza, lasciando il sospetto che la realtà sia per sua costituzione allegorica e dica di sé per dire di altro.
Prendiamo come esempio Scontro (senza dimenticare l’importanza che gli animali hanno nella poetica di Nastasio, da sempre elementi di congiunzione tra mito e natura): due cammelli si affrontano sullo sfondo di un paesaggio allusivo del deserto ma anche, come nei sogni, di savane o mari, di praterie ondeggianti all’orizzonte. Quello che affascina in questa rappresentazione è la movenza dei due animali, che escono dall’iconografia classica della specie (la calma, la pazienza, l’indifferenza) per diventare creature primordiali, irsute e selvagge, che sembrano dimenticare quale sia il loro posto nel nostro immaginario per essere finalmente se stesse e scatenare, al riparo di una duna che replica ironicamente la loro doppia gobba, una rissa tanto feroce quanto grottesca.

Nastasio non si lascia imbrigliare da nessuna scuola o tendenza o maniera, pronto a migrare, non senza sberleffo, dal luminoso naif di Sotto la croce del sud al rifacimento delle Ninfee di Monet, rastremate in una fuga di macchie disposte come le note in una partitura, dai grovigli di tratti appena accennati di Ritorno, Equilibrio, Libellula, che ricordano le tramature di Scanavino, fino ai grafiti primitivisti di Corna bianche. E, sia pure attenuati e ingentiliti, tornano i consueti temi biblici (Hagit), la folgorazione del passato scolpito per sempre nell’ora panica (Cosi parlò Zarathustra), la danza (Ballare­sognare) intesa come suprema scelta di leggerezza, poesia e incanto di corpi viventi. Anche quel poco di simbolismo che rimane (L‘io e l’es) si disperde in un ritrovato gusto per i gioiosi smalti, specchietti colorati del suo privato caleidoscopio che sembra reclamare le folgoranti profondità della superficie (e uno dei dipinti esemplari dell’intera mostra si intitola Non ancora nel profondo), con guizzi di sorprendente freschezza a cui basta ormai, come sempre accade ai maestri, un cenno, un richiamo discreto, una velatura di colore, per evocare mondi e suggerire pensieri”.
Bruno Nacci

Alessandro Nastasio è nato a Milano nel 1934. Allievo prima di Ibrahim Kodra e poi di Aldo Salvatori alla Scuola del Nudo dell'Accademia di Brera, dal 1966-67 ne ottiene la cattedra di pittura e ne esercita la docenza.
La frequentazione dell'Atelier Giorgio Upiglio prima e delle fonderie MAF e De Andreis poi, lo pongono in contatto con i maggiori artisti europei.
Opera dagli anni Settanta con mostre e rassegne in Italia e all'estero ottenendo il consenso della critica più qualificata.
Vivace la sua collaborazione con architetti di chiara fama in merito alla progettazione ed esecuzione di numerosissime opere di arte sacra in tutta Italia. Sue opere figurano nei piu' importanti musei del mondo.

Inaugurazione: Sabato 28 febbraio, ore 17.30, alla presenza dell’artista

Arianna Sartori Arte and Object Design
Via Ippolito Nievo, 10 - Mantova
Orario: 10-12.30 / 16-19.30, Chiuso festivi

IN ARCHIVIO [101]
Anna Somensari
dal 23/10/2015 al 4/11/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede