L'esposizione presenta 46 lavori, provenienti dai maggiori musei americani e francesi. L'opera di Mitchell puo' essere considerata un ponte tra la pittura americana e quella europea. Dapprima protagonista dell'Espressionismo Astratto americano, e successivamente, a partire dal suo trasferimento a Parigi alla fine degli anni '50, creatrice di una pittura che rivisita le esperienze di Van Gogh e di Monet, e che riesce a trasmettere le emozioni provate di fronte alla natura e i sentimenti suscitati in lei da alcune vicende della sua vita.
a cura di Sandro Parmiggiani
L’esposizione presenta 46 lavori, provenienti dai maggiori musei americani e francesi, di una delle pittrici statunitensi più importanti del XX secolo. Dal 22 marzo al 19 luglio 2009, Palazzo Magnani di Reggio Emilia ospita la grande antologica, la prima mai organizzata in Italia, dedicata a Joan Mitchell (Chicago, 1926 - Parigi, 1992), una delle pittrici americane più importanti del XX secolo.
L'esposizione, curata da Sandro Parmiggiani, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Manodori, CCPL, Tecton, Grasselli, BFMR&Partners Dottori commercialisti, Studio Legale Sutich-Barbieri-Sutich di Reggio Emilia, e con il contributo speciale della Terra Foundation di Chicago, della Joan Mitchell Foundation e della Cheim & Read Gallery di New York, presenta 46 opere - alcune di grandi dimensioni, quali Les bleuets, 1973, di 280 x 580 cm e A small garden, 1980, di 285 x 720 cm, entrambi del Centre Pompidou di Parigi; Edrita Fried, 297 x 762 cm, della Joan Mitchell Foundation di New York - provenienti da alcuni dei maggiori musei americani (Whitney Museum of American Art di New York, Smithsonian Museum di Washington, National Gallery of Art di Washington), dalla Joan Mitchell Foundation di New York e dalla Cheim & Read Gallery di New York, e da musei (Centre Pompidou, Musée de Beaux-Arts di Nantes, FRAC Haute Normandie, Fondation Maeght di St. Paul de Vence) e collezioni private francesi, in grado di coprire l'intero percorso dell'artista, dal 1950 agli ultimi dipinti realizzati nei giorni immediatamente precedenti la sua scomparsa
L’opera di Joan Mitchell può essere considerata un ponte tra la pittura americana e quella europea. Dapprima protagonista dell'Espressionismo Astratto americano - negli anni Cinquanta, quando viveva in quella New York - faceva parte del gruppo di mitici pittori, tra cui Pollock e De Kooning, con il quale sarebbe restata fino alla fine in rapporti di fraterna amicizia - che avrebbe scalzato Parigi dal ruolo di centro dell'arte mondiale e segnato l'affermazione della metropoli americana come luogo propulsore dell'innovazione artistica - e successivamente, a partire dal suo trasferimento a Parigi alla fine degli anni Cinquanta, creatrice di una pittura che rivisita le esperienze di Van Gogh e di Monet, e che riesce a trasmettere, attraverso una gestualità astratto-informale e colori squillanti, le emozioni provate di fronte alla natura (campi, giardini, alberi, fiori) e i sentimenti suscitati in lei da alcune vicende della sua vita. La pittura di Joan Mitchell, esito di un gesto che tradisce l'ansia e il desiderio di vivere e di dipingere, è sempre di altissima qualità, per l'equilibrio formale, gli accordi tonali, e lo svolgimento di un ritmo che si può seguire in ogni sua opera.
A Joan Mitchell sono state dedicate, dopo la morte, alcune importanti retrospettive, come quelle al Musée des Beaux-Arts di Nantes e al Jeu de Paume di Parigi nel 1994, e al Whitney Museum of American Art di New York nel 2002. In Italia, l'opera di Joan Mitchell non viene presentata da cinquant'anni: la sua stagione espositiva in Italia fu assai breve, e tutta circoscritta tra la fine degli anni Cinquanta (1958, Biennale di Venezia, dove espose due opere nella sezione "Giovani artisti italiani e stranieri" curata da Franco Russoli, e al Festival dei Due Mondi di Spoleto; 1959, mostra al Circolo degli Artisti di Torino) e i primi anni Sessanta (1960, mostra personale alla Galleria dell'Ariete di Milano, presentata in catalogo da Franco Russoli; 1961, vincitrice del Premio Lissone).
Il catalogo bilingue (italiano/francese), edito da Skira, presenta testi del curatore, di Nils Ohlsen (direttore della Kunsthalle di Emden), di Sophie Levy (direttrice del Musée des Impressionismes Giverny), di Yves Michaud, di Rachel Stella, di Brigitte Hedel-Samson, e di Gisèle Barreau (amica personale dell'artista, che rievoca il suo ininterrotto amore per la poesia e per la musica).
L’iniziativa reggiana è la seconda tappa di un percorso espositivo che, iniziato alla Kunsthalle di
Emden (Germania), proseguirà dal 23 agosto al 31 ottobre 2009, al Musée des Impressionismes Giverny (Francia).
Immagine: Joan Mitchell, Les bleuets, 1973 Olio su tela, 280,7 x 579,8 cm Trittico (3 pannelli) Parigi, Centre Pompidou, Musée national d'art moderne - Centre de création industrielle In deposito a Nantes, Musée des Beaux-Arts
Ufficio stampa:
CLP Relazioni Pubbliche Tel. 02.433403 – 02.36571438; Fax 02.4813841 ufficiostampa@clponline.it; press@clponline.it
Ufficio Stampa Palazzo Magnani
Elisa Mezzetti Tel. 0522.444402; Fax 0522.444436 e.mezzetti@mbox.provincia.re.it
Inaugurazione sabato 21 marzo ore 18.30 solo su invito
Palazzo Magnani
corso Garibaldi, 29 - Reggio Emilia
Orari: dal martedì alla domenica, 10.00-13.00, 15.30-19.00. Chiuso il lunedì
Biglietti: intero, Euro 7; ridotto, Euro 5; studenti, Euro 2
Catalogo: Skira
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522.454437; fax 0522.444436