L'installazione di luci accende le finestre della prima sala del nuovo Maxxi che si sta avviando verso la conclusione del cantiere. Un attento ascolto del luogo e del suo spazio, la consapevolezza che l'opera nasce nell'incontro con lo spettatore, sono aspetti sempre presenti nel lavoro di Garutti, che spesso trae ispirazione dai fenomeni della natura. La sua installazione e' visibile solo dall'esterno ed e' parte del ciclo Dialoghi con la citta' a cura di Laura Cherubini.
A cura di Laura Cherubini
PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee
Sarà un’installazione di luci di Alberto Garutti ad “accendere” il prossimo 2 aprile le
finestre della prima sala del nuovo MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo progettato da
Zaha Hadid, che si sta avviando verso la conclusione del cantiere.
L’opera – la prima ad “abitare” lo spazio del museo, anticipandone la futura attività espositiva – sarà
visibile solo dall’esterno: bagliori di luci su via Guido Reni.
Il ciclo MAXXI - Dialoghi con la città - inaugurato lo scorso anno con l’opera 25 aprile 1936 di Massimo
Bartolini – prevede una serie di installazioni site-specific realizzate da artisti di fama internazionale, che hanno
per protagonista la luce e accompagnano la fase conclusiva dei lavori del MAXXI.
Nel progettare questa serie espositiva, la curatrice Laura Cherubini ha proposto personalità molto diverse
tra loro, ma appartenenti a generazioni vicine e la cui ricerca si basa sulla sperimentazione e sulle
contaminazioni culturali.
Un attento ascolto del luogo e del suo spazio, la consapevolezza che l’opera nasce nell’incontro con lo
spettatore sono aspetti dell’opera di Garutti presenti anche nell’installazione realizzata per il MAXXI, di
forte impatto evocativo.
Scrive Garutti: “Considero le mie opere meccanismi operanti sulla città a diverse scale, finite ed infinite,
visibili e non visibili. Dispositivi in grado di modificare silenziosamente i contesti e i rapporti tra le persone
e le istituzioni. Il lavoro pensato per il MAXXI cerca significati e riferimenti al tema del museo: l’opera
mette in relazione la prima sala agibile dell’edificio con i cieli di tutta l’Italia, tessendo una fitta trama di
corrispondenze tra lo spazio interno dell’architettura ancora in costruzione e l’ambiente che la accoglierà.
Ho sempre pensato che l’arte contenga il senso mistico della natura; in questo caso la relazione tra arte,
natura e città va verso la sintesi dell’opera, investendo ancora di più l’istituzione museale di un ruolo
culturale ed etico per la società.”
I passanti si fermano ad osservare il cantiere del nuovo museo, guardano verso l’alto sopra le recinzioni,
cercano di capire.
L’opera tiene conto di questo sguardo verso l’alto: quello che accadrà sarà improvviso e imprevedibile,
come spesso lo sono quei fenomeni della natura da cui Garutti sembra trarre ispirazione per questa opera.
Alberto Garutti, artista e docente, è titolare all’Accademia di Brera di Milano e professore per la cattedra di
Arte 2 presso la Facoltà di Architettura di Venezia, IUAV.
Invitato a grandi manifestazioni internazionali, come la Biennale di Venezia nel 1990 o il M.A.R.T.A,
Museum di Herford nel 2001, è spesso chiamato a realizzare opere pubbliche per città e musei: a Gent in
Belgio per il Museo S.M.A.K.; per la Biennale di Istanbul sul ponte del Bosforo; nel 2002 a Kanazawa, in
Giappone, in collaborazione con il 21st Century Museum of Contemporary Art e a Bolzano per la città e il
Museion. Altre opere pubbliche sono state eseguite a Bergamo, a Gallipoli e, nel 2004, per la sede Tiscali di
Cagliari.
Numerose le mostre personali e collettive di cui è stato protagonista, tra cui quelle presso Galleria Paul
Maenz a Colonia, Galleria Locus Solus di Genova, Galleria Minini a Brescia, Studio Guenzani, Galleria
Marconi a Milano, Museo S.M.A.K. a Gent, Magazzino d’Arte Moderna a Roma, Galleria Continua a S.
Gimignano per Arte all’Arte 2000 e 2005, Villa Manin a Codroipo. E’ presente nella mostra ITALICS, Arte
italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi a Venezia (fino al 22 marzo 09).
Nel 2000 è stato membro della commissione giudicatrice del premio Querini-Furla per l’Arte a Venezia e,
nel 2002/2003, membro della giuria per il concorso indetto dal Sole24ore “I Nuovi Segni: arte nella
comunità e committenza pubblica” e presidente della giuria italiana per l’ultima edizione dell’Italian Studio
Program al Museo MOMA/P.S.1 Contemporary Art Center di New York.
Dopo l’intervento di Garutti, il prossimo progetto del ciclo MAXXI - Dialoghi con la città prevede
un’installazione di Tobias Rehberger.
Il progetto di Alberto Garutti è realizzato
con la collaborazione del CESI – Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano
sostegno tecnico Zumtobel Illuminazione S.r.l.
si ringrazia il Consorzio MAXXI 2006 (ITALIANA COSTRUZIONI S.p.A. del gruppo Navarra; SAC - Società
Appalti Costruzioni S.p.A. del gruppo Cerasi)
Commissario della mostra Alessandra Barbuto
Coordinamento organizzativo Monia Trombetta
Ufficio Stampa
Beatrice Fabbretti, +39 335 64.19.189, beafabbretti@hotmail.com
Paolo Le Grazie, +39 346. 23.72.137, paololegrazie@fastwebnet.it
Inaugurazione giovedì 2 aprile 2009, ore 19,30
MAXXI–Museo nazionale delle arti del XXI secolo
via G. Reni 2f, Roma