Vinicio Berti
Bruno Brunetti
Alvaro Monnini
Gualtiero Nativi
Mario Nuti
Marco Meneguzzo
Nicola Nuti
Mauro Pratesi
A piu' di vent'anni dall'ultima, e sinora unica, mostra storica dell'Astrattismo Classico, autodefinizione del gruppo di astrattisti fiorentini Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti, si rivisita a Prato uno dei momenti piu' interessanti e fecondi dell'astrattismo italiano.
1947 - 1950
Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti
Con il Patrocinio di :
Comune di Prato - Assessorato alla Cultura e Spettacolo
Comune di Milano - Cultura e Musei - settore Musei e Mostre
Comune di Firenze
Comune di Parma - Assessorato Cultura e Turismo
A più di vent'anni dall'ultima, e sinora unica, mostra storica
dell'Astrattismo Classico, autodefinizione del gruppo di astrattisti
fiorentini Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero
Nativi e Mario Nuti, si rivisita a Prato uno dei momenti più
interessanti e fecondi dell'astrattismo italiano, che trovava a Firenze
un degno corrispettivo, di quanto avveniva a Roma, col gruppo Forma, e a
Milano col M.A.C. (Movimento Arte Concreta).
Sviluppatosi dal 1947 al
1950, prima col nome di "Arte d'oggi", poi come "Astrattismo Classico"
il gruppo di astrattisti fiorentini evidenzia, nei confronti degli altri
gruppi affini, alcune peculiarità che lo rendono fortemente
emblematico della situazione artistica italiana d'allora: è infatti il
gruppo più impegnato nella teoria e in una sorta di teoria politica
dell'arte.
Attraverso discussionì infuocate, organizzazioni di mostre,
elaborazioni critiche - soprattutto da parte di Ermanno Migliorini,
teorico del gruppo - questi giovanissimi artisti cercavano di fondare un
modo di agire nell'arte strettamente collegato con l'ideologia politica
progressista della sinistra italiana, facendo dell'astrattismo il nuovo
alfabeto operativamente vicino ai concetti di lavoro, di funzionalità ,
di collettivismo: nelle opere e negli scritti la tensione morale verso
questi risultati è altissima, come altissimo fu lo scoramento di
fronte all'incomprensione assoluta da parte dei teorici della "linea"
del Partito, con Palmiro Togliatti in testa.
La vicenda dell'Astrattismo
Classico fiorentino si incrocia, ed è quasi il detonatore, infatti
della scelta politica ed ideologica della sinistra italiana nei
confronti del realismo di impronta sociale, che costrinse tutto
I'astrattismo italiano ad una "vita difficile" almeno per tutti gli anni
50, nonostante la qualità delle opere che, nel caso dei fiorentini,
non ha nulla da invidiare alle coeve esperienze romane e milanesi, e
persino europee.
La situazione teorica e politica, l'atmosfera
cittadina, l'arte, sono esaminate in un lungo saggio di Marco Meneguzzo,
che correda un volume riccamente illustrato con le opere in mostra e
viene ripubblicato integralmente, ad esempio, il "Manifesto
dell'astrattismo clà ssico", ormai introvabile, ultimissima monografia
del gruppo dopo quella pubblicata ormai ventun'anni fa da Vallecchi. La
mostra comprende trenta lavori, tutti degli anni Cinquanta, dei cinque
artisti firmatari del gruppo, e si tratta, come detto, della più
importante rassegna del gruppo, per numero di opere esposte e per
impegno editoriale, da più di vent'anni.
Il catalogo è a cura di Giuseppe Niccoli e contiene un saggio critico
di Marco Meneguzzo e testi di Nicola Nuti e Mauro Pratesi ed è
disponibile in galleria
Inaugurazione : 6 aprile 2002 , ore 18
Orario : 10,30 - 12,30 / 16 - 20 escluso lunedì e festivi
Info 0574 538003 / fax 0574 537808
Galleria Open Art
Arte moderna e contemporanea
Viale della Repubblica 24
59100 Prato - Italia
Tel.: +39 0574 538003
Fax: +39 0574 537808