Michele Carmellino
Antonio Di Michele
Nicola Liberatore
Matteo Manduzio
Guido Pensato
Enzo Ruggiero
Nicola M. Spagnoli
Guido Pensato
Nicola M. Spagnoli
"Ho visto artisti spauriti aggirarsi curiosi nel bosco e lasciare segni spaventosi e disseminare sogni impossibili"(Guido Pensato). Una collettiva a cura di Guido Pensato e Nicola M. Spagnoli.
a cura di Guido Pensato e Nicola M. Spagnoli
Michele Carmellino, Antonio Di Michele, Nicola Liberatore, Matteo Manduzio, Guido Pensato, Enzo Ruggiero, Nicola M. Spagnoli
L’arte non è un “luogo comune”, ma una giungla, una foresta. Al meno: un bosco: misterioso e affascinante. Affascinante perché misterioso, inesplicabile, incomprensibile. Arbitrario. Il bosco è un’arte. E infatti lo abitano suoni, colori, visioni, incubi. Per chi sa vedere e ascoltare. E lasciarsi spaventare. E godere di lasciarsi spaventare. Come i bambini. I bambini amano il bosco e l’arte. Soprattutto quella contemporanea. Gli adulti depredano e adulterano il bosco. Temono l’arte contemporanea. Non la capiscono. L’unica speranza per loro è addentrarvisi con cautela e audacia. Perché il bosco e l’arte sono abitati da fiere immaginarie e pericolose e da meraviglie vere e veloci. Ho visto artisti aggirarsi in boschi intricati con la perizia e la destrezza di forestali innamorati e curiosi. Di forestieri spauriti e temerari. Ho visto forestali potare alberi e segnare sentieri con mani poetiche e leggere da artista.
L’unica speranza per tutti: artisti, forestali e forestieri – del bosco e dell’arte – è sostarvi, perdersi: con la gioia di perdersi e ritrovarsi. Ritrovarsi con la gioia di essersi persi. Ho visto artisti spauriti aggirarsi curiosi nel bosco e lasciare segni spaventosi e disseminare sogni impossibili, fiabe raccapriccianti della loro presenza; ancor più della loro assenza. Perché se gli artisti non sono capaci di lasciare segni e di disseminare sogni e fiabe, tanto vale che si perdano, scompaiano nel buio. Dell’arte e del bosco. Sapendo che il bosco è un luogo tetro, pieno di luci e suoni; e l’arte un luogo luminoso, pieno di ombre e silenzi. Il bosco e l’arte sono minuscoli spazi ripetuti all’infinito. Una selva di segni minuti che ingombrano lo sguardo. Ma che aiutano a scoprire il nascosto, il segreto. Districarsi nel fitto del tutto è una sfida. Una possibile esperienza mi(s)tica, un’estasi laica: dell’intelletto, degli occhi e di tutti i (doppi, tripli) sensi.
La parte impagliata e ormai sbrindellata di una vecchia sedia racconta forse una vita in forma di croce (Carmellino); un fauno seriamente irridente gonfia uno sberleffo di bubble gum (Di Michele); un incantesimo tesse sulle rigide fasce dell’infanzia una storia infinita, appartata e complessa (Liberatore); un prezioso reperto, un lacerto miracolosamente intatto, offre un intreccio – autentico e contraffatto (arte-fatto) - di pergamene, date e scritture antiche (Manduzio); un mostro in carte e ossa (e pietra) minaccia, implora e forse canta: trovatore o semplice assemblaggio di “oggetti trovati”? (Pensato); un gomitolo di carta abbandonato (da Arianna? da Penelope? da un Pollicino scritturale più che dissipatore di sassi e panifi?) si erge come piedistallo lieve e solenne per una smagliante farfalla (Ruggiero); una zolla di terra e erba in plastica, imprigionata in una rete, anch’essa in plastica, prefigura il sortilegio ultimo, definitivo (Spagnoli). Ma il bosco è quello che è, ancora, per ora. Gli artisti sono quello che credono e vogliono essere. Hanno un’unica possibilità, un’unica speranza: ancora una volta o almeno una volta, entrare nel bosco e perdersi. E’ così anche per i visitatori, per i viandanti dell’arte: entrare nel bosco, farsi artisti, forestieri e forestali. O guardiacaccia. O Bovary. (Guido Pensato)
Inaugurazione Sabato 18 aprile 2009 alle ore 18,30
Mini Museo
via Bux, 1 - San Marco in Lamis (FG)
Orario: 18-20