La mostra presenta una selezione di tele e sculture dei due artisti. Caputo di Roccanova espone una produzione recente di tele che ha intitolato "manierismo geometrico". Mele, invece, propone una serie di bronzi ispirati alla natura vegetale.
La presenza concomitante di due artisti è ormai una consolidata tradizione nella Galleria Scoglio di Quarto. In questa occasione saranno esposte tele e sculture. Carmine Caputo di Roccanova, presenta sue recenti tele che chiama “manierismo geometrico”.
Del comporre, perché nel lavoro vi è una prevalente componente architettonica, di disciplina e fisionomia accordate allo spazio, anche se confinato nelle due dimensioni. Nel dipingere Carmine Caputo di Roccanova adotta costantemente tele di formato quadrato, probabilmente perché è il campo della pittura più neutro rispetto al rettangolo, “paesaggio” nella suo andamento orizzontale, “figura” in quello verticale... Nel produrre specifico di Caputo, allora, si parla di un campo privilegiato, appunto il quadrato, e della possibilità che all’interno del suo perimetro possa “accadere” un incontro che la pittura fissa: le virgolette che sottolineano il termine intendono valorizzare il ruolo per certi versi nevralgico che assume nel discorso dell’artista. In effetti la superficie dipinta accoglie un “frammento” di una composizione più ampia: i bordi del dipinto segnalano “frammenti” di figure geometriche che si “completano”, secondo le leggi della Gestalt, oltre il limite della tela...
Una tela di Caputo ha “prepotentemente” necessità di uno spazio, una mentale cornice che possa contenere il sistema di figure nella sua interezza intuita: e questo risulta evidente dalla scelta costante di forme, complete e parziali, orientate sulla diagonale. E vi sono forme chiuse, frequentemente quelle allusive al quadrato per una significativa ricorrenza con la forma ospitante, ma vi sono anche figure dai confini non intuibili se non proiettabili all’infinito di cui è segnalata una limitata porzione, comunque allusive a un ruolo protagonista della scena; vi sono però anche segnali di più ridotte dimensione che si propongono come “disturbo”, come interferenza nei confronti di una disposizione composta degli elementi...
Dal testo in catalogo di Alberto Veca, Milano, marzo 2009
Vito Mele, propone i suoi bronzi ispirati alla natura vegetale.
Vito Mele è un uomo che, occupato per tutta la vita in cose diverse, ha sempre anche intensamente seguito da autodidatta una sua vena interiore di espressione e sensibilità. Innamorato dell’arte e degli artisti, intrigato dal rapporto tra il mondo emozionale e le cose della realtà, si è accostato anche lui all’espressione figurativa, portando avanti un suo costante approfondimento espressivo sulla spinta di una mai sopita vocazione.
Il suo è un approccio palpitante e insieme meditativo, che rivela uno sguardo interiore puntato sulle radici stesse della realtà oggettuale, in una sorta di religiosità dell’esistenza che parte proprio dalla magia spontanea degli oggetti e del mondo.
A volte con candore, a volte con più preoccupato impulso, i suoi paesaggi... e le forme più astratte che di quando in quando emergono dalla sua sensibilità, suggestivamente manifestano dunque con candore e semplicità le sensazioni sentimentali che gli regala una attenta, commossa osservazione della natura e dell’esistenza, veduta soprattutto al calore della memorie e degli affetti...
Dal testo in catalogo di Giorgio Seveso
Inaugurazione lunedì 20 aprile 2009 dalle ore 18
Galleria Scoglio di Quarto
Via Ascanio Sforza, 3 - Milano
orario: martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento
ingresso libero