Francesco Bocchini
Marco di Giovanni
Tomas Eller
Chiara Lecca
Josef Rainer
Enrico T. De Paris
Thomas Feuerstein
Antonio Riello
ZugZwangZukunft
Valerio Deho'
La mostra presenta una selezione di 9 artisti, che attraverso visioni diverse analizzano le tematiche proposte usando il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma conservandone il principio. Una piccola parte della sezione e' presentata a pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi. A cura di Valerio Deho'.
a cura di Valerio Dehò
A partire dal prossimo 25 aprile, Merano arte ospiterà nelle sue sale espositive una mostra
dedicata a arte, gioco e videogioco e alle dinamiche che da questi scaturiscono. La mostra
curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Treviso Ricerca Arte, che ospiterà
la mostra il prossimo ottobre, presenta una selezione di nove artisti, che attraverso visioni
diverse analizzano le tematiche proposte. Una piccola parte della sezione verrà presentata a
pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi , sita in
via Portici,75 a Merano.
Giocare è un’attività molto seria. Ma in questo non vi è alcuna contraddizione perché il gioco
è alla base dell’apprendimento. I bambini, come i cuccioli degli animali, imparano a vivere, a
difendersi e a collaborare, attraverso l’attività ludica. Questa è la prima esperienza possibile,
la prima educazione alla vita. Tutto viene simulato, anche l’aggressività e la lotta per la
sopravvivenza. Per questo saper giocare vuol dire aver raggiunto una maturità e
consapevolezza nell’affrontare le esperienze della vita adulta.
Gli artisti che partecipano a
questa mostra usano il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma ne
conservano il principio. Del resto i giochi sono molti diversi tra di loro e spesso è quasi
impossibile trovare delle dirette affinità. I giochi di carte sono molto diversi da quelli con la
palla e questi sono un’altra cosa rispetto ai giochi di ruolo. Il filosofo austriaco Ludwig
Wittgenstein, si è occupato a lungo di questi problemi e ha sottolineato come i giochi
abbiamo delle somiglianze, possiedono un family feeling , a gruppi piuttosto possedere
elementi universali. Non esiste una caratteristica comune e questa particolarità è condivisa
con le opere d’arte che non possiedono tutte un comune denominatore che le differenzi e le
caratterizzi come arte.
Riconosciamo i giochi e le opere d’arte per “somiglianze di famiglia”.
La mostra indaga la pratica del gioco e non si sofferma sul giocattolo in sé. Dal mondo
meccanico al mondo elettronico gli artisti hanno realizzato delle opere che spaziano dalla
poesia alla follia di giochi naif in metallo riciclato come nel caso di Francesco Bocchini, alle
simulazioni e gli spiazzamento di Marco di Giovanni o alle metafore scientifiche di Tomas
Eller. Le opere di Chiara Lecca hanno qualcosa d’inquietante essendo dei giocattoli che
portano in sé il mondo contadino e le ambiguità sessuali. Josef Rainer non solo crea un
mondo lillipuziano ma realizza dei televisori colorati ma non rassicuranti. Enrico T. De Paris
con i suoi “cromosomi” sempre più grandi e complessi mette insieme passato e futuro,
giocattoli low cost e tecnologia digitale. Thomas Feuerstein con un progetto site specific
rielabora un gioco sud tirolese invitando il pubblico alla partecipazione.
E anche l’interazione ha un ruolo particolare e necessario. I videogames sono molto simili
all’arte interattiva e viene spontaneo chiedersi se il giocatore debba essere considerato un
performer. Nei videogames c’è molto della performance artistica: innanzitutto chi gioca si
trova immediatamente sbalzato in uno spazio estraneo, che appare come “altro da sé”, uno
spazio della rappresentazione di cui virtualmente si entra a far parte dal momento in cui
s’inizia a giocare. Il videogame di Antonio Riello parte dallo sbarco dei clandestini sulle coste
pugliesi per creare una vera e propria guerra simulata. Così anche il giovane gruppo
austriaco degli ZugZwangZukunft modificano dei videogames tradizionali, come il celebre
ping pong, per adattare dei propri software con dei nuovi giochi di simulazione.
La mostra PLAY ► STATION è quindi un’occasione per grandi e ragazzi non solo di
affrontare la visione che hanno gli artisti del giocare, ma anche per divertirsi a scoprire una
nuova esperienza del mondo .
Immagine: Francesco Bocchini
Inaugurazione venerdi 24 Aprile 2009 alle 19
Kunst Meran/o Arte
via Cassa di Risparmio Portici 163, Merano (BZ)
Da martedì a domenica 10-18
Ingresso: Intero € 4,50 - ridotto (Anziani, studenti, gruppi) € 3,00
Visite guidate € 2,00 (solo su prenotazione)
Visite guidate per studenti: € 1,50 (solo su prenotazione)