Ricerca solitaria. Il titolo della mostra e' esemplificativo di un percorso sempre diverso di ricerca materica, nel tentativo di creare un'unica sostanza del colore. A cura di Mario Bertoni.
a cura di Mario Bertoni
La galleria Morone presenta la mostra di Antonio Freiles dal nome RICERCA-SOLITARIA, titolo esemplificativo di un percorso sempre diverso di ricerca materica eppure sempre uguale nel tentativo di creare una unica sostanza del colore. Si spiegano così le diverse posizioni critiche che hanno interpretato il lavoro dell'artista sottolineandone caratteri e problematiche di fondo sempre nuovi: da Guido Ballo a Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Angelo e Piergiorgio Dragone, Sandro Parmiggiani Francesco Poli, Leslie Luebbers, Tommaso Trini, Patricia Trutty-Coohill, Enrico Crispolti, Bruno Bandini, Gianfranco Mantegna, Giovanni Iovane, Marco Meneguzzo, per citare solo alcuni nomi nell'ambito della critica d'arte. Aspetti che hanno giustificato (nomina sunt consequentia rerum) i vari appellativi che le opere dell'artista hanno via via assunto: epifaniche (Crispolti), immaginifiche (Strano), alchemiche (Castellaneta).
Appellativi diversi ma sempre tuttavia equidistanti da un unico centro: la 'pittura-sostanza' come magma indistinto, «sedimento innaturale» capace di eliminare il diaframma tra «il colore e il supporto, tra la composizione e i tempi di realizzazione, tra la struttura e lo spazio» (Mario Bertoni) per rinviare ad un concetto non effimero e transeunte, connesso alla tecnica, ma imperituro, come la materia dell'universo stesso che può ricombinarsi all'infinito pur nella sua apparente trasformazione o sparizione. Colore, composizione, supporto, spazio, tempo diventano così viatico di un viaggio verso le «sorgenti di ogni figurazione».
È il processo che veniva individuato nel 1989 da Vittorio Fagone come «intervento ridefinitorio di una nuova formatività» secondo cui la pittura per Freiles, non è «dipingere su», ma gesto assoluto, processo creativo come nelle chartae in cui la cellulosa si fa istantaneamente forma e colore, una forma e un colore tra le tante forme e colori, le tante possibili combinazioni permanenti nella soluzione acquosa, nebulosa dalle infinite possibilità.
Tutte recenti (2008/2009), in tali opere permane, pur nella varietas, una dimensione dualistica sospesa tra l'ordine, la geometricità, la nordicità della Nuova Pittura - vigile sul piano etico e progettuale - e dall'altro lato l'inquietudine espressiva e mediterranea propria di questi corpi-sostanza. Il divario tra l'effimeratezza della sostanza e l'eternità della forma passa insomma attraverso le luci e le ombre che sono intrinseche alla vera mediterraneità.
Catalogo in galleria curato da Mario Bertoni.
Inaugurazione giovedi’ 7 maggio dalle ore 18
Galleria Morone
Via Nerino 3 - Milano
orari: dalle ore 11 alle 19 dal lunedì al venerdì (sabato e domenica su appuntamento)
ingresso libero