Tutto il lavoro dell'artista americana e' strettamente collegato alla sua vita privata. L'esposizione si compone di una video animazione sulla sua gravidanza e una serie di disegni sulla crescita del figlio Orion, il vero protagonista della mostra, che sara' presente all'inaugurazione.
La Galleria Glance è lieta di presentare la prima personale italiana di
Danica Phelps (nata nel 1971, vive e lavora a New York), artista già
affermata negli Stati Uniti, ma ancora poco conosciuta nel nostro Paese.
A Torino, Phelps presenterà una serie inedita di disegni che
completeranno idealmente quella presentata nel 2008 alla galleria
newyorkese Zach Feuer. Per l'occasione aveva creato "un affascinante
disegno che scorre ininterrotto su un lungo foglio" (così Karen
Rosenberg sul New York Times), per descrivere la cronaca della
fecondazione in vitro a cui si era sottoposta in India. "Disegni dalle
linee nette, dalle virtuose sovrapposizioni e dal tocco gentile", le ha
definite David Cohan del New York Sun.
Nella sua prima personale alla Galleria Glance, Danica Phelps porterà la
rappresentazione di ciò che è fisiologicamente seguito alla fecondazione
nella clinica indiana: una video animazione sulla sua gravidanza e una
serie di disegni sulla crescita del figlio Orion, il vero protagonista
della mostra, che sarà presente all'inaugurazione.
Saranno esposti anche una scultura mobile e la scritta a parete che dà
il titolo alla mostra: "Drawings about the present quickly become work
about the past" (disegni sul presente diventano presto lavori sul
passato). Metà della frase sarà disegnata con motivi floreali, mentre
quelli veri serviti da modello appassiranno lentamente su un
piedistallo.
Da sempre simbolo di vanitas, i fiori di Phelps sono in più legati, così
come il titolo della mostra, alla maternità. Dice l'artista: "Vedo mio
figlio crescere così rapidamente che è come se morisse ogni notte, per
rinascere la mattina seguente. I fiori e i miei disegni sono una
metafora perfetta del tentativo di cogliere il presente che però subito
sfugge".
Tutto il lavoro dell'artista americana è strettamente collegato alla sua
vita privata. Il legame tra arte e biografia si è diffuso nel '900,
prima grazie ai movimenti Dada e Futurista e, poi, al Fluxus e alla Body
Art. Ma è evidente la differenza tra l'arte di Danica Phelbs e quella di
Duchamp, Martinetti, Maciunas, Beuys, Abramovich, Burden, Schneemann,
Nitsch, Orlan, Gilbert e George. Al contrario di questi, e di molti
altri, lo scopo della giovane newyorkese non è trasformare la propria
vita in un'eterna performance.
Non è la pratica artistica a influenzare la quotidianità: è l'esatto
contrario. Nei lavori di Phelps materiale creativo sono l'esistenza
stessa e le tracce che ogni giorno essa lascia. Non solo azioni
quotidiane, ma anche "virtuali" e ben poco artistiche come i movimenti
di un conto bancario, prendono la forma di ispirazioni concrete.
Un esempio della trasformazione della quotidianità in opera d'arte è la
serie con cui per dieci anni ha tracciato i suoi movimenti finanziari.
In mostra ci sarà l'ultima Chart (tabella), che riporta giorno per
giorno, in linee di tre colori (verde, rosso e grigio), le sue spese, i
suoi guadagni e i suoi debiti. L'artista ha interrotto queste serie due
anni fa: "Dal 1996 al 24 gennaio 2007 - racconta -, ho annotato
quotidianamente tutto ciò che ho fatto e che ho speso. Ora ho smesso,
voglio che sia la mia memoria a ricordare e che lo faccia in maniera più
selettiva".
Gli appunti, gli scontrini, gli estratti conto su cui si basavano queste
opere non sono però andati perduti, ma sono stati riciclati per creare
le lettere della scritta murale e i numeri (che si riferiscono proprio
ai movimenti bancari) della scultura mobile.
Danica Phelps raffigura il fluire del presente. Lo fa in disegni dal
tratto sottile, che imprimono sulla carta la realtà e ne conservano il
ricordo, e in lavori che usano la memoria come materiale da costruzione
modificabile e riassemblabile ogni volta in modo nuovo e inedito.
Danica Phelps (New York, 1971. Vive e lavora a Brooklyn) espone
regolarmente presso alcune delle più apprezzate gallerie americane e
europee come Zach Feuer (New York), Sister (Los Angeles), Dina4 Projekte
(Monaco di Baviera, Berlino), Rotwand (Zurigo) e Nieves Fernandez
(Madrid) e Ritter/Zamet (Londra). Ha partecipato numerose collettive in
spazi istituzionali come: il Pan di Napoli, il Center for Maine
Contemporary Art di Rockport, il Chicago Cultural Center (2008), il
Contemporary Arts Museum di Houston, la City University of New York, la
DaimlerChrysler Contemporary di Berlino (2007), il GAK di Brema, il
Magasin 3 di Stoccolma (2006). Il suo lavoro è in numerose collezioni
pubbliche e private.
Inaugurazione 15 maggio dalle 19 alle 20,30
Galleria Glance
via San Massimo, 45 - Torino
martedì - sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero