La mostra propone opere recenti delle due artiste. Le linee rette tracciate dalla Brauld mettono essenzialmente in azione la potenzialita' dell'intelligenza e il rigore umano. Le opere di Cattaneo si muovono a partire da un'analisi interiore e da forti richiami alla propria biografia ed esperienza di vita.
L’Affascinante Bussola di Nathalie Brauld
Lucrezia De Domizio Durini
Descrivere o meglio analizzare una ricerca artistica rappresenta sempre per l’autore esprimere, da una parte, una propria opinione e dall’altra, tentare di interpretare scientificamente l’operazione culturale dell’artista.
Comunque, per quanto mi riguarda, essendo il mio ruolo specifico di operatrice culturale e non di critica d’arte, ciò che ritengo interessante è individuare quel riflesso interiore che si ramifica e si sviluppa in una specie di iniziazione che costruisce nell’artista una religione di vita e di lavoro.
In questo crocevia di profonde rivelazioni ho incontrato Nathalie Brauld, una donna, un’artista che tra l’immaginario e il mito, tra scienza e saggezza, tra memoria e attualità lega e spiritualizza con forme armoniose il linguaggio archetipo dell’arte con i nuovi linguaggi contemporanei.
La Brauld conosce i misteriosi segreti dei miti, è consapevole che le figure più significative rappresentano rapporti di vita intrapsichica degli uomini divisa sempre da opposte tendenze: sublimazione o perversione.
Secondo Platone il mito era un modo di esprimere ciò che deriva dall’opinione e non dalla certezza scientifica.
Qualunque sia il criterio d’interpretazione, in ogni caso, i miti che interagiscono nel lavoro della Brauld permettono di cogliere una dimensione della realtà umana e mostrano all’opera la funzione simbolica dell’immaginazione che non pretende di offrire la verità scientifica ma solo esprimere la verità di certe percezioni che per l’artista subiscono una trascendenza di ordine creativo e spirituale.
Nei suoi quadri le “Figure” emblematiche sono disposte come una composizione che riflettono un canale di rapporto tra luce dell’anima e intuizione estatica. A volte su di esse l’artista Nathalie Brauld pone volutamente una luce fredda, un neon, quasi a voler sottolineare le due dimensioni la cima e la base, mentre il punto aureo, delineato da una pittura sensuale, troneggia di espansione, esso è fondamento e asse di un’attenzione vigile.
È il messaggio sublime che la ricerca artistica della Brauld tenta di donare all’uomo in un mondo odierno dove tutto è spettacolarità, contorno, superficialità.
La ricerca di Paul Cézanne diviene, quindi, punto d’incontro per l’artista mentre tutta l’arte di questa epoca segue ed insegue il modello duschampiano.
È nell’armonia del colore che la Brauld gioca le sue illusorie linee geometriche quasi a rappresentare le forze contrarie che si oppongono nella lotta per la vita, perfino nella costruzione della persona e dell’universo. Si prestano bene al gioco dell’artista perché inquadrano una situazione conflittuale che in questa epoca, più che mai, viaggia tra gli uomini di tutto il pianeta. La formazione delle linee, quindi, a volta quadrangolari e spesso in estensione indefinita quasi ad essere senza principio né fine, esprimono il conflitto che potrebbe essere quello della ragione contro l’istinto, dell’ordine contro il caso, di una combinazione contro l’altra o di diverse potenzialità del destino.
Le linee rette tracciate dalla Brauld mettono essenzialmente in azione la potenzialità dell’intelligenza e il rigore umano. Una nuova religione. Una forza che ricorda all’uomo di essere un vero uomo.
Le opere della Nathalie Brauld, comunque, posseggono una simmetria creativa che oltrepassa la normale razionalità abitudinaria e vanno a toccare quelle forze spontanee dell’intuizione, dell’immaginazione pura, dello spirito creativo che solo il vero artista sa è può donare come effetto speculare di quella zona dell’anima che Aristotele chiama: Forma del Corpo.
Il silenzio è lo Spirito del Tempo che alleggia nelle sue opere. Un silenzio che imprime dolcezza, armonia e tanta serenità.
È il Silenzio dell’Arte di Nathalie Brauld in cui si può scorgere quella funzione di ideali verso i quali ci si dirige come sogno continuo, come viaggio verso l’arcobaleno che è là alla fine della nuvola, sull’orizzonte. È proprio questa la sua funzione: di aiutarci a camminare in questo duro passaggio attraverso la vita pur sapendo che quando si arriverà là dove si credeva fosse l’arcobaleno, ci ritroveremo soltanto un po’ di nebbia, ma l’arcobaleno sarà ancora più in là e noi continueremo ad inseguirlo.
È questa l’ineffabile grandiosità dell’arte che ci conduce a vivere di sogni, di speranze, di immaginazioni, di utopie.
Cosa sarebbe la nostra vita senza l’Arte?...
L’Arte è rimasto l’unico rifugio che protegge l’intera umanità. Dobbiamo cibarci d’arte poiché essa ci aiuta a sopravvivere.
La ricerca artistica di Nathalie Bauld è impregnata di profondi messaggi e di indispensabili speranze.
Un archivio personale di saggezza.
L’Affascinante Bussola di Nathalie Brauld ci consente di non smarrirci nei meandri della vita.
La vita seducente della strada dell’Arte che l’artista ci indica e ci offre come magica Bussola fornita di un ricco corredo illustrativo nutrito da quelle immagini che fondano i principi delle leggi naturali degli uomini.
L’Arte per noi tutti è l’unica possibilità per esistere.
Rifugi di Marilù Cattaneo
Edoardo Di Mauro
Il lavoro di Marilù Cattaneo è in apparenza molto distante dall’universo tecnologico, ma quanto volevo dire prima non era riferito ad una dimensione meramente icastica semmai al rapporto con la cultura materiale che è inevitabile per l’arte pena la sua staticità linguistica. Le opere della Cattaneo si muovano a partire da una matrice sicuramente personale, da una analisi interiore e da forti richiami alla propria biografia ed esperienza di vissuto. Il tutto però si muove in una processualità che non è assolutamente autoreferenziale ma denuncia la volontà di dispiegarsi con una apertura autenticamente mondana. L’ascendente elettivo dell’artista, inevitabile all’interno di una contemporaneità avanzata come la nostra, è da rinvenirsi in quel prevalere del linguaggio aniconico collante dell’ “avanguardia normalizzata” del secondo dopoguerra, lungo un cammino che dall’Informale passa al post cubismo del New Dada ed approda alla fuoriuscita dell’alveo bidimensionale con le esperienze dell’arte ambientale.
Come ogni progetto artistico che si rispetti, quello di Marilù Cattaneo sa evocare questa importante memoria storica convertendola in una poetica originale e calata all’interno del suo e del nostro “qui ed ora”. L’artista si esprime in una dimensione che, pur coerente con l’intento originario che la muove, si allarga a comprendere una gamma eclettica di soluzioni formali.
Le più recenti creazioni di Marilù Cattaneo, oggetto di questa personale presso la galleria milanese Scoglio di Quarto aggiungono un altro importante tassello alla raffinata poetica dell’artista. Siamo sempre nel territorio dell’astrazione e dell’aniconicità, quello prediletto dalla Cattaneo. Questi lavori, realizzati su tele di dimensioni medio grandi virano verso una traiettoria in parte riconducibile al sito del minimalismo e della pittura analitica, correnti importanti dell’arte italiana del secondo dopoguerra che stanno conoscendo attualmente una meritata rivalutazione, ma vanno oltre l’ambito primario di riflessione sui materiali e sulla struttura pittorica per dirigersi verso un approdo di lirica poesia che riecheggia la tradizione dell’arte giapponese ed orientale in genere.
L’artista, su superfici chiare di panno realizzato dalla miscela composta di stoffe e stracci adoperando l’acrilico ed avvalendosi di matite ricama con grande senso del ritmo traiettorie variabili e tali da creare un armonico gioco di pieni e di vuoti di rara efficacia.
Queste ultime opere sono in grado di testimoniare ulteriormente come l’artista, con un percorso dove è evidente la positiva auto imposizione di un controllo e di una padronanza delle emozioni dal sapore zen si opponga alla condizione attuale caratterizzata dalla prevalenza di una identità dispersa e frammentata, puro significante incapace di intrattenere rapporti con l’altro da sé al di là di effimeri contatti. A questo bisogna sforzarsi di sostituire il contenuto capace di dare significato all’esistenza, per approdare alla completezza di un essere pacificato in grado di fondersi con l’ambiente esterno, di dare vita ad una materia inanimata ed inerte e dare corpo al dispiegarsi del libero arbitrio concretizzandolo nella pienezza dei sentimenti e delle passioni. Elementi che, veicolati con il tramite dell’arte, possono farci approdare ad una liberazione dai limiti di una società “liquida” confinata nel limbo di un eterno presente ed incapace di progettare il futuro.
Progetto e allestimento: Gabriella Brembati
Inaugurazione martedì 12 maggio 2009 dalle ore 18
Scoglio di Quarto
via Ascanio Sforza 3, Milano
Aperto da martedì a venerdì: dalle ore 17 alle 19.30. o per appuntamento
ingresso libero