Said Atabekov
Almagul Menlibayeva
Erbosyn Meldibekov
Georgy Tryakin Bukharov
Rahurow Omarzad
Dugarsham Tserennadmid
Zenger Malik
Shepetya Regina
Yun Diana
Moldakul Narimbetov
Talant Ogobaev
Khalid Ali'
Talgat Karim
Suleimenova Saule
Z.A.D group
Enrico Mascelloni
Valeria Ibraeva
Federico Piccari
Rosa Maria Falvo
Arte contemporanea dall'Asia centrale postsovietica. La mostra presenta l'arte innovativa e audace di un'area del mondo misteriosa e carica di fascino, un'arte capace di fare i conti con un tempo di trasformazioni inaudite e che sembra come sospesa tra oriente e occidente. Sono esposte circa 100 opere di 33 artisti, protagonisti gia' noti a livello internazionale ed artisti giovani ancora sconosciuti in occidente. Lavori storici, sculture monumentali, video, fotografie e dipinti, selezionati dai curatori Enrico Mascelloni e Valeria Ibraeva in collaborazione con Federico Piccari e Rosa Maria Falvo.
Progetto Federico Piccari
Curatori Valeria Ibraeva e Enrico Mascelloni
La mostra presenta l’arte più innovativa e audace di un’area del mondo misteriosa e carica di fascino, ma tuttavia nota
al grande pubblico soprattutto attraverso eventi drammatici che ricordano le logiche del “great game” ottocentesco (la
guerra di spie e di destabilizzazioni reciproche tra impero zarista e impero britannico resa celebre da Rudyard Kipling),
rinverdendo il mito della “via della seta”.
La mostra utilizza il termine Asia Centrale in senso estensivo, includendovi non soltanto le cinque repubbliche già
sovietiche (Kazakhstan, Kirgizistan, Uzbekistan, Tadjikistan, Turkmenistan, che insieme al Xing-Xiang ora cinese già
formavano il Turkestan ottocentesco), ma anche l’Afghanistan e la Mongolia, che condividono con esse una fase di
dominio sovietico e ampie affinità etniche e culturali (larghe minoranze di tutte le cinque repubbliche vivono da decenni
in Afghanistan, con cui condividono l’Islam come religione maggioritaria, mentre la Mongolia buddista, dove vive una
numerosa comunità kazakha, è la vera e propria culla di quelle civiltà nomadiche che hanno segnato la storia e la cultura
di tutta l’area in questione). Con il ritiro dell’Armata Rossa dall’Afghanistan (1989) e il crollo dell’URSS (1991), che rende
improvvisamente sovrane le sue cinque repubbliche centroasiatiche e affranca la Mongolia dalla tutela sovietica, un
mondo grande tre volte l’Europa, inglobato sostanzialmente nel monolite sovietico, esce improvvisamente allo
scoperto, trasformando l’economia (petrolio, gas e altre materie prime) e la geopolitica (conflitti vari e diverse alleanze
strategiche) non solo dell’Asia.
La configurazione di una Grande Asia Centrale è tra gli eventi maggiori del nuovo millennio e questa mostra intende
documentarne l’arte visuale come un fenomeno ampio, innovativo, audace e capace di fare i conti con un tempo di
trasformazioni inaudite, che vanno ben oltre il luogo comune della cosiddetta “globalizzazione”, mettendo in campo
nuove accelerazioni ideologiche e permettendo il riaffiorare di antiche culture presovietiche e persino preislamiche. E
infatti l’arte dell’asia centrale sembra come sospesa tra oriente e occidente, in una perpetua ricerca d’identità
“orientali” continuamente trasgredite e corrette dagli influssi “occidentali”. “A est di niente” intende riassumere la
perdita d’identità dell’arte contemporanea postsovietica in tutta quest’area e il sosprendente palinsesto di motivi e di
fascinazioni che convivono nelle opere migliori.
La mostra presenta circa 100 opere di 33 artisti. Insieme ai protagonisti già noti a livello internazionale come i kazakhi
Said Atabekov, Almagul Menlibayeva, e Erbosyn Meldibekov di cui verranno esposte le maggiori opere storiche accanto
a dei lavori appositamente realizzati per questa mostra, verranno proposte le opere di artisti giovani e ancora
sconosciuti in occidente. Insieme a lavori monumentali come i grandi assemblaggi di objets trouvés di Georgy Tryakin
Bukharov, saranno presentati video inediti e altri già noti di artisti come l’afghano Rahurow Omarzad o di gruppi
artistici che condividono progetti e nuove istanze provocatorie; saranno inoltre esposte numerose opere fotografiche,
tra cui quelle sorprendenti della mongola Dugarsham Tserennadmid, realizzate tutte prima della decisione (1995) di
tornare a nomadizzare nella steppa. I linguaggi pittorici, sebbene ricalibrati dalle ricerche multiple e tecno-mediali che
hanno caratterizzato anche in asia centrale l’arte recente, saranno presenti, tra l’altro con grandi quadri di artisti come il
kazakho Moldakul Narimbetov o il kirgiso Talant Ogobaev o dalle raffinate miniature dell’afghano Khalid Alì.
Le opere sono state selezionate dai curatori Enrico Mascelloni e Valeria Ibraeva in collaborazione con il presidente della
fondazione Federico Piccari e con Rosa Maria Falvo, specialista di arte contemporanea dell’Asia e dell’Australia, dopo
un lungo lavoro di ricognizione in tutta l’area in esame. La mostra ha l’ambizione di essere la più completa e ampia
ricognizione mai tentata sull’arte contemporanea dell’Asia Centrale.
Il catalogo, per i tipi Fondazione 107, conterrà i testi di Enrico Mascelloni, Valeria Ibraeva, Rosa Maria Falvo, ampi
apparati bio-bibliografici, la ricostruzioni di tutti gli eventi più importanti sull’arte centroasiatica, la riproduzione di tutte
le opere in mostra corredate da un vasto materiale storico di repertorio.
Fondazione 107, con questo evento, inaugura una nuova istituzione per l’arte contemporanea in un ampio spazio
industriale di 1.500 metri quadri, situato a Torino nella zona dello Stadio delle Alpi. L’iniziativa è stata ideata dall’artista
italiano Federico Piccari e la mostra è parte del Progetto 107, che prevede la costruzione di un “Centro per la Creatività”
capace di progettare e dotare spazi d’attività multidisciplinare per gli artisti.
Enrico Mascelloni, italiano, scrive d’arte e di geopolitica, viaggia dagli anni ‘70 in Asia e in Africa, presentando in
pubblicazioni e mostre le ricerche visuali più audaci delle aree in questione. Ha organizzato rassegne e pubblicato libri e
articoli sul rinnovamento visuale dell’Asia Centrale (cfr. La Sindrome di Tamerlano-arte e conflitti in Asia Centrale, SKIRA
ed, 2004.; War rugs-The Nightmare of Modernism, ed. SKIRA, 2008; www.caravancafè.it)
Valeria Ibraeva, Kazakha è direttore del Soros Center for Contemporary Art di Almaty. Il suo contributo al rinnovamento
dell’arte centroasiatica è stato determinante, avendo messo a disposizione degli artisti idee e mezzi e avendo
organizzato gli eventi più importanti sull’arte contemporanea dell’Asia Centrale ex-sovietica, di cui è il maggiore
specialista (cfr. La Sindrome di Tamerlano-arte e conflitti in Asia Centrale, SKIRA ed. 2004; Videoidentity: the sacred
places of Central Asia, SCCA Almaty 2004)
Rosa Maria Falvo, Australiana, è scrittore e traduttore con particolare attenzione all’arte contemporanea asiatica e
australiana e alla letteratura italiana. La sua attività si concentra sugli scambi interculturali. Viaggia estensivamente in
Asia dalla fine degli anni ‘80 e ha pubblicato vari testi sull’arte delle aree in oggetto (cfr. Massimo Cruciani: La lunga
strada verso Est, Perugia 2002; Joshua Yeldham, Hawkesbury River/Motherland, Sydney 2008)
Progetto 107
In Torino tra lo Stadio delle Alpi e corso Grosseto è in via di realizzazione il PROGETTO 107 CENTRO DELLA CREATIVITA’.
Nell’isolato compreso tra via Depanis e via Sansovino sono in vendita LOFT- LABORATORI immersi in spazi verdi e dotati dei servizi di ristorazione, bar, centro fitness con piscina, sportello bancario.
Il PROGETTO 107 nasce dall’idea di raccogliere operatori CREATIVI nel senso più ampio del termine (studi di progettazione, di architettura, grafici, gallerie d’arte, laboratori di artisti, atelier di moda, orafi, scuole di canto, di danza, professionisti creativi in genere…….e laboratori) per stimolare sinergie reciproche.
PROGETTO 107 è costruito con particolare attenzione al risparmio energetico e con tecnologie ad alto contenuto ecologico. All’interno di PROGETTO 107, in uno spazio che recupera l’archeologia industriale di un edificio degli anni ’50 è attiva la FONDAZIONE 107; dalla primavera 2009 proporrà un programma espositivo di mostre ed eventi interdisciplinari dedicati all’arte contemporanea.
Immagine: Atabekov Said
Ufficio Stampa
Emanuela Bernascone tel +39 011 19714998 – fax +39 011 19791935 info@emanuelabernascone.com
Inaugurazione: 28 maggio 2009 ore 18.00
Fondazione 107
sede in via Sansovino, 234 - 10151 Torino
merc-sab 16-20, domenica 14-20
Ingresso 5 euro