1910 - 1966 Antologica. Chi volesse individuare nei quadri di Enrico Gattellaro solo una riproduzione (copia dal vero) della realta', cadrebbe in errore: l’ordine cromatico e la disposizione degli elementi compositivi nei suoi quadri dimostrano quanto le sue opere siano frutto di meditazione, di studio appassionato.
1910 - 1966 Antologica
mostra promossa dalla Provincia di Milano Settore cultura
in collaborazione con il Centro Culturale Antonianum
Chi volesse individuare nei quadri di Enrico Gattéllaro solo una
riproduzione (copia dal vero) della realtà , cadrebbe in errore: l’ordine
cromatico e la disposizione degli elementi compositivi nei suoi quadri
dimostrano quanto le sue opere siano frutto di meditazione, di studio
appassionato. Basti pensare alle sue cosiddette 'nature morte', termine
molto improprio che nell’arte di Gattéllaro propongono invece il trionfo
della vita nel mondo: come sono vivi i suoi fiori!
Molto curato è l’ambiente dove questi elementi sono collocati, proprio a
voler dimostrare che di fronte alla natura bisogna avere tanto rispetto e
come tale essa deve essere collocata in un ambiente adeguato: vengono in
mente i colori di fondo dei suoi quadri, utilizzati sapientemente proprio
per esaltare la bellezza del vero. Non si è davanti ad un’opera che
riproduce freddamente e disordinatamente la realtà , ma balza
immediatamente all’occhio di chi osserva attentamente il desiderio del
pittore di volere comunicare allo spettatore un’emozione e un godimento
estetico per una perfetta sintesi operata fra l’elemento oggettivo
riprodotto e la carica interiore attraverso la quale questo è stato
plasmato.
Questo concetto è ancora evidente nei ritratti, frutto di una ricerca
plastica e psicologica. L’elemento soggettivo di Gattéllaro entra ancora
più chiaramente nei paesaggi, dove la composizione, pur essendo impiantata
su un ordine strutturale classico, si lascia andare all’impronta
impressionistica.
La pennellata si fa più veloce, sintetica, quasi a rincorrere un momento,
un attimo, un’emozione da riportare subito sulla tela. Sono queste le
opere che il pittore ha composto negli ultimi anni della sua breve vita.
In esse si intravede un’evoluzione della pittura dove l’elemento interiore
plasma l’oggetto e lo utilizza per arrivare ad un’armonia, a un
equilibrio, a una sintesi fra meditazione interiore e realtà . Purtroppo
questa ricerca è stata troncata troppo prematuramente, ma le opere che il
pittore ci ha lasciato sono sufficienti a dare un giudizio lusinghiero
sulla sua opera.
Inaugurazione: mercoledì 17 aprile 2002, alle ore 18.
Orari: dal lunedi al venerdi, 9.30 - 12.30 / 14.30 - 18.30. Sabato e
festivi chiuso.
Ingresso libero.
Pina Merisio
Provincia di Milano- Uff. Stampa Sett. Cultura
tel. 0277406358 fax 0277406380
Milano, Spazio Guicciardini, Via Guicciardini, 6