Paolo Angelosanto
Paul Beel
Alessandro Cannistra'
Mutsuo Hirano
Thomas Lange
Brunella Longo
Matteo Montani
Eugenio Percossi
L'intenzione della mostra e' di fare il punto sul lavoro assai eterogeneo di 8 artisti, diversi per eta', provenienza e linguaggi espressivi, che propongono disegni, fotografie, video, scultura, pittura.
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Artisti in mostra: Paolo Angelosanto, Paul Beel, Alessandro Cannistrà, Mutsuo Hirano, Thomas Lange, Brunella Longo, Matteo Montani, Eugenio Percossi.
TRECINQUE arte contemporanea presenta “Da quì”, mostra collettiva ispirata al titolo dell’omonima e ben più grande rassegna “Von hier aus”(Da qui) - Düsseldorf 1984 - progettata e curata da Kasper König e che ha segnato uno dei momenti fra i più significativi dell’arte degli anni Ottanta.
Da quì. Non per ricominciare qualcosa determinando una brusca rottura con ciò che è stato prima e nemmeno per concedersi un pretestuoso indugiare su ciò che sarà. Da quì è per partire ancora e adesso, anzi, prendere coscienza di un percorso già iniziato per continuare a intraprendere un viaggio incessante di personale ricerca, con la voglia e il coraggio di spingersi ogni volta un po’ più in là, rintracciando ulteriori coordinate e delineando inedite prospettive, con la piena consapevolezza di chi sa che ad ogni approdo corrisponde una nuova partenza…
Da quì, dalla galleria TRECINQUE di Rieti, ubicata nel “cuore dell’Italia”, per indicare una scelta dettata in primo luogo dalle esigenze dell’istinto e del gusto privato, con l’intenzione di fare il punto sul lavoro assai eterogeneo di otto artisti, diversi per età, provenienza e linguaggi espressivi che utilizzano le possibilità del disegno e della foto, del video, della scultura e soprattutto della pittura per giungere a personalissimi esiti di configurazione di un’immagine. Dell’opera che, nel contesto specifico di questa mostra, diventa immagine testimoniale di un momentaneo approdo individuale, che appaga la necessità di trovare un confronto con il reale o di provare a intravedere nuovi lidi, prefigurando scenari futuribili.
Sarebbe cosa vana e priva di senso voler tentare ad ogni costo di cercare una definizione comune per un gruppo di artisti così differenti fra loro in quanto a stile, tecnica e tematiche affrontate; come d’altra parte risulterebbe assolutamente inattuale perorare ancora la causa di una “linea” o di un linguaggio riconoscibile, magari per favorire la considerazione del mercato.
Al di là dei concetti precostituiti e dei criteri di classificazione, al di là dell’attuale crisi economica, che è ancor prima crisi dei valori e di un sistema dell’arte da rinnovare e da re-inventare, al di là di tutto questo si trova l’opera da osservare e la libertà dell’artista da promuovere e da incentivare.
È così che un primo punto da cui partire per rintracciare il filo conduttore di questa mostra è costituito proprio dalle opere. Lavori impegnativi che necessitano di essere letti con sensibilità e con attenzione per non correre il rischio di rimanere in superficie, esitando nella sensazione di aver perso qualcosa di importante. Opere che non cedono alle lusinghe di facili trovate, ammiccando a spettacolari invenzioni, ma che, nella forza evocativa ed estetica della varietà delle immagini proposte, rivelano anzitutto l’intensa spinta motivazionale che le ha generate. Quella mozione tutta interiore dell’artista che, avvalendosi degli stimoli e delle suggestioni del mondo circostante, si fa irrinunciabile sollecitazione creativa, come bisogno e necessità della pratica artistica.
Per Paolo Angelosanto, Paul Beel, Alessandro Cannistrà, Mutsuo Hirano, Thomas Lange, Brunella Longo, Matteo Montani, Eugenio Percossi tale necessità diventa il metodo esclusivo per mettersi in gioco ogni volta, perché la pratica artistica è continua tensione inventiva nell’inarrestabile ricerca dell’opera desiderata; è sperimentazione personalissima di una tecnica nell’appropriazione graduale di un mezzo o cercandone di nuovi; ed è anche progressiva acquisizione di un linguaggio e di un atteggiamento congeniale che conduce alla scoperta di sé e del proprio agire consapevole nel brevissimo limite temporale intercettato dall’artista. Lo stesso limite che dall’opera viene descritto e al contempo superato, come approdo e nuova partenza, mirando a schiudere i segreti di quella zona intermedia che si trova fra il pensiero dell’artista e l’immagine prodotta e per trascorrere ancor più in là di essa, per partire e ripartire ancora…
Da quì, da questa occasione espositiva, per indagare sulle vicende creative degli artisti attraverso le opere.
di Davide Sarchioni
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Artists: Paolo Angelosanto, Paul Beel, Alessandro Cannistrà, Mutsuo Hirano, Thomas Lange, Brunella Longo, Matteo Montani, Eugenio Percossi.
TRECINQUE contemporary art presents ''Da qui'', a group exhibition inspired at the much bigger and homonym review Von hier aus”(Da qui) - Düsseldorf 1984 - designed and edited by Kasper König which has spotted one of the moments among the most significant ones for the Eighties art.
Da Quì. It is not intended to start again something making an abrupt breach with what was before neither to use it as an excuse to indulge on what it will be. ''Da QUI'' is to start again and now, moreover, to gain consciousness of a path already began in order to continue to undertake a never ending journey of a personal search with the will and the courage to go on a bit further every time, findings new co-ordinates and outlining unedited prospectives with the full awareness of whom who knows that every arrival is a new beginning...
Da quì, from the TreCINQUE gallery of Rieti, located in the ''hearth of Italy'' to indicate a choice dictated in the first spot from the instinct's needs and private taste with the intention to take stock of the situation about the heterogeneous works of eight artists that differ one another for ages, origins and languages but that use the possibilities given by the painting, photo, video, sculpture and drawing to come to very personal outcomes. These artworks become images that prove a momentary individual arrival which fulfils both the needs to face the reality and to catch a glimpse of new places foreseeing likely scenarios.
It would be a non-sense trying to find, by any mean, a common definition for a group of artists so different one another regarding their personal style, methods and subjects as well as it would be absolutely non-current plead for a common language or line, as if to gain market consideration.
Beyond the standard concepts and the classifications criteria, beyond the current economic downturn which is, above all, the crisis of the values and of a system that needs renewing, beyond this all there is the artwork to observe and the artist's freedom to promote.
Artworks represent the starting point from which identify a common thread of this exhibition. Demanding works that need to be read with sensibility and attention in order to avoid taking the chance of having only a superficial glance. Artworks that don't surrender to the flattery of trivial shortcuts, instead, the intense motivation from which they come from is portrayed in the evocative and aesthetic force generated by the great images variety. This motivation is fed by the stimulus and the suggestions of the surrounding world and turns into a creative force which is both need and necessity of the artistic practice at the same time.From this necessity,seen as a prerogative of every artist in this show, we start to continue a journey already began and to find out new and unexpected ways to approach artworks.
Inaugurazione 30 maggio ore 18
3)5 Arte contemporanea
Via Cerroni, 35 - Rieti
Orari: dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Ingresso: libero