In mostra 10 video, 2 installazioni e 10 fotografie dell'artista macedone, in memoria dell'artista e poetessa iraniana Delara Darabi, recentemente giustiziata per impiccagione dal regime iraniano. Si tratta infatti di una serie di opere di denuncia nei confronti dei regimi, come quello fascista o comunista, che si sono alternati nel XX secolo.
L’iniziativa, promossa da Galleria Pack di Milano in collaborazione con
Galleria Michela Rizzo di Venezia, presenterà 10 video, 2 installazioni e 10
fotografie, è dedicata alla memoria dell’artista iraniana Delara Darabi,
recentemente giustiziata per impiccagione dal regime di Ahmadimejad.
L’artista macedone, tra i più apprezzati esponenti del panorama
contemporaneo, proporrà una serie di opere di denuncia nei confronti dei
regimi, come quello fascista o comunista, che si sono alternati nel XX
secolo - come in Angels & Devils, due librerie nelle quali le coste dei
volumi sono disposte in modo tale da far apparire una croce, o una svastica
- confermando così la sua attenzione per i temi sociali.
La notizia della condanna di Delara Darabi ha provocato una grande eco a
livello mondiale, con numerose organizzazioni per i diritti umani impegnate
a impedire l’esecuzione.
Nel settembre 2003, Delara Darabi, allora diciassettenne assieme al suo
ragazzo di 19 anni, entrarono nella casa della cugina 58enne del padre di
lei per commettere un furto, durante il quale però la donna rimase uccisa.
Al fine di proteggere il suo fidanzato dalla condanna a morte, la ragazza
inizialmente confessò l'omicidio, per poi ritrattare, dichiarando che Amir
Hossein le aveva chiesto di ammettere la sua responsabilità nell'omicidio
per proteggerlo, ritenendo che la ragazza non potesse essere condannata a
morte poiché minorenne.
Dopo il processo la coppia viene punita con 3 anni di carcere e 50 frustate
per tentata rapina, alle quali se ne aggiunsero altre 20 per la loro
"relazione illecita". Nel 2005 Delara è stata condannata anche per omicidio,
sentenza confermata due anni dopo dalla Corte suprema. Delara ha cercato
durante la prigionia di togliersi la vita, tagliandosi le vene, ma è stata
salvata in tempo. Nel frattempo ha continuato a dipingere. Per un periodo,
benché le fossero stati sequestrati anche pennelli e colori, disegnò usando
le dita delle mani e il carboncino. “Spero che i colori - ha scritto - mi
restituiscano alla vita”.
Nonostante le prove fossero tali da poterla scagionare, Delara è stata
giustiziata lo scorso 1° maggio, di venerdì, giorno sacro per gli islamici,
senza che ne fosse data notizia né al suo avvocato né alla sua famiglia.
Robert Gligorov, nato nel 1959 in Macedonia, vive e lavora a Milano.
Robert Gligorov sperimenta linguaggi diversi con tematiche e intuizioni mai
ripetitive. Utilizza il video e la fotografia, l’installazione e la pittura
piegandoli alle esigenze di una ricerca che si misura sempre coi limiti e le
ambiguità della rappresentazione. Artista poliedrico per eccellenza,
Gligorov indaga continuamente le mutevoli sfaccettature della realtà
testando da un lato, l’artificioso volto delle cose e rovesciando
dall’altro, ciò che pare reale e attendibile per renderlo fantasioso e
talvolta ironico.
Robert Gligorov ha partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero. Tra
queste ricordiamo: Mammut, Songs from the Blue Garden, Galleria Pack,
Milano, 2009; Biennale di fotografia di Alessandria, 2009; Biennale di
scultura di Carrara, 2008; Robert Gligorov: Termination shock, Belgrado,
2007; Robert Gligorov, Galleria Pascal Vanhoecke, Parigi, 2007; Divina,
Galleria Pack, Milano, 2005; Boost in the Shell, Cultural center, Bruges,
2005; Made by Hand straight to video - a series of experimental videos, Blue
Star Contemporary, San Antonio, Texas, 2005 e Nature Machine, Queensland Art
Gallery, Brisbane, Australia, 2004.
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Inaugurazione: venerdì 5 luglio ore 18 – 20
Palazzo Pesaro Papafava
Fondamenta di Cannaregio, 3764 - Venezia
Orari: 11.00 – 19.00
Ingresso libero