La mostra espone i lavori del fotografo Ho Chunk Tom Jones e della pittrice Ojibwe Andrea Carlson. Il termine 'rendez- vous' indica qui un fenomeno contemporaneo che vede Nativi e non-nativi Americani riunirsi all'aperto per rievocare l'epoca del commercio delle pellicce, assumendo su di se' il ruolo di personaggi storici. A cura di Nancy Marie Mithlo.
a cura di Nancy Marie Mithlo
Coordinatrice del progetto Elisabetta Frasca
La mostra Rendezvoused: to go somewhere (dal 6 al 30 giugno 2009) e’ curata dalla Dottoressa Nancy Marie Mithlo che insegna Storia dell’arte e Studi Nativi Americani all’Universita’ del Wisconsin, Madison, Wisconsin (USA). La mostra esporra’ i lavori del fotografo Ho Chunk Tom Jones e della pittrice Ojibwe Andrea Carlson.
Il termine “rendez- vous”, letteralmente ‘appuntamento’, (qui reinventato nella forma verbale attiva in “rendezvoused”, ad indicare il riunirsi, l’ incontrarsi…), il cui uso risale all’epoca della frontiera americana, indica un fenomeno contemporaneo che vede Nativi e non-nativi, riunirsi all’aperto per rievocare l’epoca del commercio delle pellicce, assumendo su di sé il ruolo di personaggi storici, fingendosi altro da quello che sono e vestendo i costumi del tempo. Questa rievocazione del fenomeno e degli stili di vita di quel periodo è concepita ed immaginata romanticamente dai partecipanti, in un contesto dove si mescolano finzione e realtà. I partecipanti a questi ‘raduni’ infatti reinterpretano fantasiosamente lo stile di vita dei Nativi Americani secondo stereotipi romantici, ma anche con accuratezza e desiderio di autenticita’. Nancy Mithlo ha curato la prima mostra di arte nativa contemporanea alla Biennale di Venezia nel 1999 insieme ad un’associazione non-profit di artisti indigeni la Native American Art Alliance (successivamente Indigenous Action Arts Alliance) nel 2001, 2003, e 2007.
La mostra è preceduta dalla presentazione di un video dall’ omonimo titolo, nel quale vengono intervistati i partecipanti a questi raduni, e accompagnata da un simposio a tema in collaborazione con il Dipartimento di Studi Europei e Postcoloniali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la la partecipazione di una delegazione indigena canadese.
L’interesse per le ‘reinvenzioni culturali’ nelle quali immagini stereotipate si sovrappongono alla realta’ nativa americana odierna, e’ comune a entrambi gli artisti. Piuttosto che porsi da un punto di vista strettamente critico o negativo riguardo a questi fenomeni, gli artisti si propongono di indagare, osservare ed interrogare il significato e l’impatto di questi rendez-vous e di queste reinvenzioni identitarie, nel contesto più ampio della circolazione della cultura di massa.
I dipinti (tecniche miste su carta) di Andrea Carlson, confrontano lo scambio di idee, storie e memorie, attraverso gli oggetti della cultura materiale che, attraverso I rendez-vosu contemporanei, rievocano l’era del commercio delle pellicce. La nozione di consumo (di pelli, di idee e di beni) e’ centrale nella sua descrizione del commercio e degli scambi tra culture diverse, e mette in gioco la metafora del cannibalismo, centrale in un certo tipo di cinema, (il cosidetto filone dell’exploitation film, di cui I cannibal movies italiani sono un sotto genere), e in molta letteratura per indicare l’assimilazione e il consumo diffuso dell’ identità nativa sulla base di fantasie culturali consolidate. Il suo interesse e’ per “ i territori culturali dove i confini sono sfocati e l’autenticita viene messa in dubbio”.
Tom Jones, che insegna fotografia all’Università di Madison, Wisconsin (USA) ha documentato il fenomeno dei rendez-vous nel suo territorio nativo, quello della nazione Ho Chunk, negli stati del Wisconsin, dell’ Indiana, dell’ Illinois, Iowa e Minnesota. La sua opera fotografica narra la reinterpretazione delle immagini e delle foto d’epoca con un’enfasi sulle pose e sulle pratiche convenzionali della messa in scena dell’identità culturale nativa, nel contesto di queste performance storiche.
Carlson e Jones con i loro lavori sembrano suggerire che i confini noi-loro sono necessari nelle costruzioni dell’ identità e che sono spesso meglio espressi in contesti ‘inventati’ dove ci si puo’ mostrare attraverso la finzione, e dunque ‘consumare’ e al tempo stesso ‘distruggere’ gli oggetti dell’ immaginario culturale di appartenenza. Data la natura di queste pose e di queste verità ricostruite che i partecipanti ricavano da vecchi film western, dalle fotografie di Edward Curtis e da altre fonti, essi , in quanto nativi, sono in grado di comprendere come gli altri (ovvero i non nativi) li vedono o immaginano la loro cultura. Una delle domande che gli artisti pongono allo spettatore è la seguente: se questi incontri sono incentrati su una contraddizione del sé (ad esempio ‘io non sono una segretaria, ma una donna Metis del 1840’), quale spazio occupano i Nativi americani oggi ?
La mostra è stata possibile grazie al generoso supporto dell’ Università del Wisconsin, Madison (USA), dello Smithsonian National Museum of the American Indian, Washington DC (USA), dell’ Institute of American Indian Arts, Santa Fe, Nuovo Messico (USA), dell’ International Conference on the Arts in Society, del Dipartimento di Studi Europei e Postcoloniali, Università Ca’ Foscari di Venezia” della Casa del Cinema, Venezia. Si ringraziano inoltre l’ “Assessorato alla Produzione Culturale” del Comune di Venezia, e l’ “Assessorato alla Cultura” della provincia di Venezia per aver concesso il patrocinio.
Anteprima del Film: “Rendezvoused: to go somewhere” 5 giugno, ore 17
presso la Casa del Cinema, Salizada San Stae, Venezia
Simposio: 9 giugno ore 10.30-12.30
Dipartimento di Studi Europei e Postcoloniali, Palazzo Cosulich, Zattere, Dorsoduro, 1405, Venezia
Immagine: James Hill, 2001
Per informazioni in loco si prega di contattare:
Studio dal Ponte, organizzazione e servizi per l’arte
studiodalponte@libero.it, tel 041-5239315
Inaugurazione 6 giugno alle ore 11.30
Dipartimento di Studi Europei e Postcoloniali, Università Ca’ Foscari,
Palazzo Cosulich, Zattere, Dorsoduro, 1405, Venezia
Lunedì - Sabato ore 10-18
ingresso libero