Renato Barisani
Riccardo Dalisi
Ahmad Alaa Eddin
Edoardo Ferrigno
Guido Infante
Franco Massanova
Peppe Pappa
Eduardo Zanga
La mostra, che rientra nel programma del Premio Troisi - XIV edizione, vede la partecipazione di otto artisti: Renato Barisani, Riccardo Dalisi, Ahmad Alaa Eddin, Edoardo Ferrigno, Guido Infante, Franco Massanova, Peppe Pappa ed Eduardo Zanga.
a cura di Marco di Mauro
Sarà inaugurata lunedì 6 luglio alle ore 17.00, al piano nobile di
Villa Bruno a San Giorgio a Cremano (NA), la mostra collettiva
"Itin-erario d'arte", promossa e coordinata da Peppe Pappa, curata da
Marco di Mauro con il patrocinio dell'amministrazione comunale.
La mostra, che rientra nel programma del Premio Troisi - XIV
edizione, vede la partecipazione di otto artisti: Renato Barisani,
Riccardo Dalisi, Ahmad Alaa Eddin, Edoardo Ferrigno, Guido Infante,
Franco Massanova, Peppe Pappa ed Eduardo Zanga. Nella scelta delle
opere, non si è ricercata una convergenza tematica o stilistica, nella
consapevolezza che tutti gli artisti sono accomunati da quella che
John Dewey chiamava "the common substance of the arts", cioè la
sensibilità al proprio mezzo espressivo, in cui l'artista
proietta, empaticamente, i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Renato Barisani presenta due interessanti litografie, nelle quali
recupera lo spirito e l?idealità del Movimento d'Arte Concreta di
Napoli (1950-54), del quale fu uno dei fondatori. Nell'eccitato
dinamismo delle campiture geometriche, definite da segmenti obliqui e
ascendenti, si percepisce l?utopia di un progresso civile dirompente,
un modello avveniristico di sviluppo, in grado di far emergere dal
buio le forze più innovative.
Le sculture metalliche di Riccardo Dalisi, invece, esprimono una
gestualità popolare e grottesca, che si esplica in un fluire di forme
lamellari, agili e pulsanti. Dalisi respinge la banalità del reale e
rappresenta il mondo come lo vorrebbe, popolato di figure vivaci e
burlesche, che interagiscono con il pubblico per condurlo in una
dimensione lirica e fiabesca. Dietro questa visione, però, si cela la
volontà di agire concretamente nel sociale, stimolando la fantasia,
l?ingegno e la creatività.
Una sensibilità ludica è presente anche dei dipinti di Ahmad Alaa
Eddin, artista di origine siriana che imposta, sulla sostanziale
monocromia del fondo astratto, segni grafici e parole corsive che
alludono alla propria infanzia. Anche se non siamo in grado di leggere
l?alfabeto arabo, percepiamo la serenità del messaggio nel trapasso
delle pennellate bianche e celesti, che scivolano sulla superficie e
idealmente sconfinano nello spazio esterno.
Al contrario, nelle opere di Edoardo Ferrigno c?è un senso di
austerità, di rigore, di razionalità che blocca la composizione entro
i suoi margini. La vita è tutta racchiusa in una cornice quadrata che,
sospesa ad un filo di ferro, si staglia sul fondo neutro e monocromo.
Non c?è comunicazione, né possibilità di dialogo tra il riquadro e lo
sfondo, ovvero tra l?io e il mondo esterno che si
pongono su due piani completamente diversi.
Più delicata è l?opera di Guido Infante, che impiega un materiale
duttile come la ceramica per esprimere, attraverso linee crescenti che
sembrano risuonare nello spazio, il senso di una fluidità magmatica e
di una materica propensione alla tridimensionalità. Nelle sue
ceramiche turgide, impregnate di umori, rivive la tradizione della
ceramica di Vietri, che si rinnova e
aderisce al presente nel dialogo costante con la sfera antropologica,
emotiva e sensoriale.
Anche Franco Massanova delinea forme leggere, espanse, scolpite
dalla luce che determina protuberanze e incavi, scivolando fluida
sulle campiture monocrome. Le sue forme astratte acquistano, così, la
densità e la concretezza di corpi organici e giungono alla percezione
per vie misteriose, attivando sepolti codici di riconoscimento. Vi
possiamo leggere delle cellule in procinto di duplicarsi o delle
sintetiche allusioni al corpo umano, come i moduli della "Colonna
infinita" di Brancusi.
Nei lavori digitali di Peppe Pappa, invece, il corpo umano si
manifesta senza veli, nella sua carnale evidenza. Ma la carnalità
sembra rifluire in un?altra dimensione, quella dello spirito che lotta
strenuamente per affrancarsi dalla materia, riproponendo il dilemma di
Faust tra la via dell?immanente e la via del
trascendente. Su tutto domina il bianco, il colore dell?anima, il
nulla che sta prima della nascita e che si ripropone, inesorabile,
alla fine di ogni ciclo.
Una sensibilità più introversa innerva l?opera di Eduardo Zanga,
che modella geometrie elementari con legno e materiali di recupero,
alla ricerca di una forma essenziale che consenta di sprigionare la
tensione e l?energia della materia. La struttura totemica delle sue
sculture evoca il misticismo e la forza ieratica delle arti primitive,
mentre la sintesi formale esprime la volontà di degradare la rete di
segni di cui si serve la civiltà moderna, per
svelare gli archetipi su cui si regge.
Immagine: Renato Barisani
Inaugurazione lunedi' 6 luglio alle ore 17.00
Villa Bruno
via Cavalli di Bronzo, 20 - San Giorgio a Cremano (NA)