Museo del Paesaggio
Torre di Mosto (VE)
via Boccafossa
0421 324440 FAX
WEB
Il paesaggio nella pittura del novecento a Treviso
dal 3/7/2009 al 17/10/2009
mart-sab 16-19. Domenica: 10-12 / 16-19

Segnalato da

Giovanni Cesca




 
calendario eventi  :: 




3/7/2009

Il paesaggio nella pittura del novecento a Treviso

Museo del Paesaggio, Torre di Mosto (VE)

90 opere pittoriche in 6 sezioni tematiche. ll dialogo con Venezia e il clima artistico internazionale emergono nella scansione del percorso di opere e autori non sempre noti al grande pubblico, ma veri protagonisti che hanno caratterizzato la pittura trevigiana.


comunicato stampa

Dopo le esposizioni imperniate sulla collezione permanente, il Museo del Paesaggio apre le porte al territorio che verte su Treviso e la Marca.

La mostra di 90 opere, promossa dalla Fondazione Terra d’Acqua e dal Comune di Torre di Mosto, e con la determinante collaborazione del Comune di Treviso attraverso i Musei Civici, è distribuita sui due livelli dell’intera struttura e articolata in sei sezioni: “1900–1920: La tradizione ottocentesca”,”1900–1920: Rinnovati e Capesarini”, “Il ventennio: La campagna tra paesaggio e ruralismo”, “Il ventennio: La città: vie, piazze e riti quotidiani”,”Il dopoguerra : gli artisti de La Rossignona”,”1950–1964 : tra Naturalismo e Informale”.

Il progetto espositivo, orientato alla maggiore rappresentatività possibile sul piano storico e qualitativo, interagisce oculatamente con le risorse provenienti dal collezionismo privato e dalle raccolte pubbliche-museali ( Comune e Musei Civici di Treviso, Fondazione di Venezia), fornendo l’occasione significativa per un excursus sul tema specifico, oltre ad essere preziosa opportunità di ampliamento d’indagine storico-critica sulla questione del paesaggio. Il dialogo con Venezia e il clima artistico internazionale emergono nella scansione del percorso nel quale si profilano opere e autori non sempre noti al grande pubblico ma veri protagonisti che hanno costituito la trama e l’ordito della pittura trevigiana. La mostra propone in apertura il suggestivo Cavalli all’abbeveratoio di Luigi Serena datato “1900” e prosegue fino al 1964, anno dell’ultima mostra provinciale a Palazzo dei Trecento. Le sezioni citate prima sinteticamente, sono di seguito analiticamente declinate.

1900–1920: la tradizione ottocentesca
La rivoluzione in chiave naturalistica portata al paesaggio da Guglielmo Ciardi nel corso del secondo Ottocento investe anche il territorio trevigiano per la presenza dell’artista a Quinto per lunghi periodi dell’anno e giunge con i suoi estremi risultati fino alle soglie della grande guerra.

L’eredità artistica di Guglielmo è raccolta dal Figlio Beppe e da alcuni allievi trevigiani dell’artista (Giovanni Apollonio, Guerrino Augusti, Gino Pinelli); ma i paesaggi trevigiani costituiscono, in questo periodo, il soggetto della pittura anche di altri artisti come Luigi Serena, Francesco Sartorelli e i giovani Vittore A. Cargnel e Giulio E. Erler.

1900–1920: Rinnovati e Capesarini
Accanto a questa vena tradizionale si afferma tuttavia una piccola schiera di artisti d’avanguardia, che traggono stimoli al rinnovamento da viaggi nelle capitali della cultura (Monaco, Parigi) e si rivelano con successo alle mostre di Ca’ Pesaro: sono Alberto Martini, simbolista e raffinato illustratore, Arturo Martini scultore ardito e ispirato, Nino Springolo e Aldo Voltolin che sperimentano ciascuno in modo diverso forme di divisionismo, a cui si aggiunge Gino Rossi in frequenti soggiorni nella zona collinare, e il suo seguace Gigi De Giudici.

Il ventennio: la campagna tra paesaggio e ruralismo
Il ventennio: la città: vie, piazze e riti quotidiani
Nel ventennio fra le due guerre dalla folta schiera di artisti che affollano le rassegne d’arte provinciale che si tengono con relativa regolarità in spazi ufficiali – l’ ultima, nel 1942, nel restaurato Palazzo dei Trecento – emergono alcune figure che acquisteranno in prosieguo dimensione nazionale: Nino Springolo, Arturo Malossi, Rachele Tognana, Giacomo Caramel, le sorelle Anna Maria e Tina Tommasini, Armando Tonello, Enrico Vizzotto Alberti, Silvio Bottegal (ai confini della Marca, a san Zenone, lavora Teodoro Wolf Ferrari); fra i giovani si distinguono Lino Bianchi Barriviera, Sante Cancian, Giovanni Barbisan, Nando Coletti che sarà premiato al Premio Bergamo del 1939 per il dipinto Campagna trevigiana.Questi artisti amano la campagna di cui ritraggono sia gli aspetti paesaggistici che rurali del lavoro stagionale, ma dipingono anche gli aspetti e i riti quotidiani della città, le vie, le piazze, i fiumi che scompaiono sotto le case antiche, i mercati.

Il dopoguerra: gli artisti de La Rossignona
Dopo la guerra la città bombardata offre spunti alla pittura, e un drappello di artisti – Darzino, De Roberto, Nesi, De Giorgis, Bepi Basso – riuniti nell’associazione “La Rossignona” (in ricordo di un’antica torre cittadina) si misurano in una sorta di “Rinascita” delle arti con una pittura nuova e sorgiva, e organizzano piccole mostre in esercizi pubblici, aperte anche ad altri trevigiani e a pittori italiani e stranieri, che contribuiscono ad animare il clima culturale della città.

1950–1964: tra naturalismo e informale
Tra gli anni cinquanta e sessanta accanto a chi sceglie uno stile naturalistico legato alla tradizione – Juti Ravenna, Giovanni Barbisan, Francesco Piazza, Guerrino Bonaldo – vi sono artisti che avvertono il nuovo clima ricco di fervori innovativi che si viene sviluppando nella vicina Venezia. Attraverso un superamento del naturalismo che passa attraverso una lirica trasfigurazione – Franco Batacchi sr. – o una scomposizione geometrica – Dinetto, Stefani – si passa per percettibili passaggi alla pittura informale con Valentina Pianca e Gina Roma, approdando all’astrazione con Gianni Ambrogio e Fabrizio Plessi, che chiude la mostra con un’algida opera del ’62.

Una breve sezione è dedicata agli intellettuali e operatori che hanno sostenuto gli artisti recensendo la loro opera e organizzando mostre: lo storico dell’arte Luigi Coletti, ritratto caricaturalmente dal giovane Arturo Martini, lo scrittore Giovanni Comisso (in un ritratto postumo di Franco Batacchi), l’instancabile Bepi Mazzotti, ritratto magistralmente, poco più che ventenne, da Gino Borsato.
Esposti anche alcuni preziosi cataloghi delle mostre provinciali.

Museo del Paesaggio
via Boccafossa - Torre di Mosto (VE)
Apertura: Martedì/Sabato: 16–19. Domenica: 10-12 / 16-19
Ingresso: Libero

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