In questo IV incontro a cimentarsi con il manifesto stradale sono Martin Dickinger, Uli Vonbanck Schedler, Heimo Wallner, che offrono un triplice sguardo sull'Italia, trasformando l'opera in una sorta di osservatorio da cui guardare un paese confinante.
a cura di Maria Campitelli
con la collaborazione di Elisa Vladilo
Il IV appuntamento di MANIFESTI D’ARTISTA questa volta si verifica martedì 21 luglio, anziché lunedì (come di consueto), alle ore 18 , sempre in via Fabio Severo angolo Foro Ulpiano. La promozione dell’iniziativa, come è noto, è del Gruppo 78 a cura di Maria Campitelli con la collaborazione di Elisa Vladilo; è alla sua terza edizione e gode del patrocinio del Comune di Trieste, con l’adesione della Casa dell’Arte.
In questo quarto incontro si cimentano, con la grande dimensione di 3 metri x 6 del manifesto stradale, tre artisti austriaci - MARTIN DICKINGER, ULI VONBANCK SCHEDLER, HEIMO WALLNER - che già si sono fatti conoscere a Trieste qualche anno fa partecipando alla mostra Troubled Times, pure questa promossa dal Gruppo 78 nell’insolita location del Civico Museo della guerra per la pace “Diego de Henriquez” di via Cumano. In questo caso è un triplice sguardo all’Italia, che gli artisti offrono, avendo inteso lo spazio del manifesto come una sorta di osservatorio da cui guardare un paese confinante, per certi versi affine – basti pensare alla comunanza storica - e per molti altri diversificato.
Martin Dickinger ha scelto il b/n per costruire un’immagine che osservi l’Italia. Ed è lui stesso che l’osserva, con il suo ritratto ingigantito, lo sguardo intenso e brillante, le labbra atteggiate ad un lieve sorriso. Un’espressione vivace e partecipe, che contiene e trasmette energia. Infatti accanto a lui c’è una grande “e” che si può interpretare appunto come “energia”, ma anche come una congiunzione sospesa, come se, accanto all’energia si potessero aggiungere tante altre cose. Il titolo del manifesto si ferma proprio su questa “e” lievitante nell’aria. E’ un discorso aperto, non concluso, in cui si possono innestare i pensieri e le osservazioni più disparate, un accennare e non dire, scegliendo di proposito di non dire, lasciando sottese le cose che potrebbero scaturire…
Uli Vonbank Schedler si rivolge invece alle donne. Ha scelto i colori della bandiera italiana: bianco, rosso, verde, colori saturi nella loro complementarietà, come nella bandiera. Il titolo del suo manifesto è infatti “Italienisch”. L’immagine è concreta ed astratta nello stesso tempo, in quanto allude a particolari corporei, in gradazioni di verde, astraendo dall’interezza del corpo, e innestandoli nel rosso intenso dello sfondo che, visivamente si equipara alle estese campiture verdi del corpo. Si crea in sostanza un’ambiguità visiva che trova la sua ragion d’essere all’interno della creatività e della sua autonomia linguistica. Sull’immagine campeggia una grande didascalia bianca che inneggia alla libertà ed auspica il maggior bene possibile per le donne. Un manifesto/auspicio che rispetta le regole compositive del grande placcato all’aperto.
Il discorso di Heimo Wallner è più complesso e indiretto. È l’immagine, anche questa in b/n, di un paesaggio invernale (stranamente piazzato e spiazzante nella canicola di luglio) un lungo prato ricoperto di neve, cosparso di pini. Un paesaggio vagamente triste ed attonito, con sopra una grande, ermetica iscrizione: “Fugu& the Cosmic Mumu”. È il nome della band dell’artista che si riallaccia al titolo del manifesto “Favola d’inverno” che a sua volta si riallaccia a spunti storico/culturali. E’ in sostanza un rimando al grande poeta tedesco Heinrich Heine che, nel 1844, dopo essere fuggito dalla natia Dusseldorf a Parigi, per l’intolleranza di un clima politico che nella Prussia di allora si stava facendo sempre più pesante, scrisse il celebre poema “Deutschland, ein Wintermaerchen”. Tradotto in italiano: “Germania, una favola d’inverno”. Una celebre satira politica in versi, scaturita anche dalla condivisione d’idee con l’amico Karl Marx. Dunque in questa chiave l’enigma, pur con tutte le sue valenze metaforiche, proprie del discorso artistico che allude e non svela, si può appianare. E’ un paesaggio triste, come tristi sono le canzoni della band di Heimo Wallner, come piuttosto tristi sono i tempi – in Italia in Austria nel mondo- che attraversiamo.
Un triplice sguardo dunque, nutrito di energia, di buoni auspici, di perplessità, rivolto all’Italia da un paese, l’Austria, che con essa condivide il grande, non sempre facile contesto della nuova Europa.
immagine: Uli Vonbank Schedler
Inaugurazione 21 Luglio 2009 ore 18
via Fabio Severo, angolo Foro Ulpiano, accanto al Palazzo di Giustizia
Trieste
ingresso libero