Piccoli ''trofei'' di viaggio, testimonianze dell'''essere stato la'', la' dove sembra racchiuso il genius loci di ogni luogo turistico, le fotografie-ricordo sono, al pari delle Tour Eiffel in miniatura, dei vari piccoli reperti sottratti ad alberghi e ristoranti.
'' Un pò più a destra, voltati, guarda un pò più in alto...
All'obbiettivo... tira la monetina esprimendo un desiderio... in silenzio però, se no il desiderio non si avvera.
Smile please...
Cheese...
Look at the birdy...
Facciamo una bella fotografia... un bel sorriso...
show me your perly whites...''
Piccoli ''trofei'' di viaggio, testimonianze dell'''essere stato là '', la dove sembra racchiuso il genius loci di ogni luogo turistico, le fotografie-ricordo sono, al pari delle tour Eiffel i miniatura (già protagoniste di una bella videoinstallazione del 2001, ''Perspectives''), dei vari piccoli reperti sottratti ad alberghi e ristoranti (saponette, shampoo, posaceneri ecc..) o delle varie '' arie in scatola'' di Parigi, Roma o Londra, dei certificati di presenza, un'autentificazione dello stato identitario di appartenenza alla famiglia del turismo globale e dei suoi doveri. Ma nella foto-souvenir-simulacro cartaceo di una fuga dal quotidiano in un ''giorno sacro'' ( oliday, secondo l'etimologia inglese della parola vacanza), nell' ''è stato'' della posa fotografica, Alessandra Andrini interviene con l'attenta curiosità di uno sguardo che oltrepassa le discipline e crea fili di connessione e sconfinamenti continui. Uno sguardo da antropologo, e incantato, che indaga nei meccanismi sottili della comunicazione e dei comportamenti in situazioni pubbliche e cittadine (come era già in ''brek out''(1999), dove l'immagine virtuale di un bambino che gattona interferiva con il normale flusso dei percorsi nel sottopassaggio della Stazione Ferroviaria di Bologna).
Così qui, che si tratti della Fontana di Trevi(in videointallazione) o di Buckingam Palace(in un ''gioco'' di interazione con l'immagine) la prospettiva da cui l'artista guarda, e da cui anche noi siamo portati a guardare, è proprio la stessa di chi sta in quel momento fotografando, il cui ruolo è incombente anche quando non si vede.
''Smile please,
say cheese,
as naturala as possible...
Non guardare nell'obbiettivo, prego, sguardo perso, lì, verso l'insegna del bar:Ma non riesci a stare ferma un attimo a guardare un punto fisso?
Aspetta che mi do una rassettatina ai capelli...qualcuno c'ha un pettine per caso? Accidenti, lo porto sempre in borsa quando sono in viaggio e oggi non ce l'ho,
Throw the coin over your shoulder...
Ma che avete ingoiato un bastone? Rilassatevi... un bacio... abbracciatevi, che so... abbracciala, metti via quel libro, per dio, naturali, siate naturali...''
Insofferente alla pienezza, alla compattezza, alla contingenza bloccata e allo stile ''costituito'' dello scatto fotografico, alla sua assolutezza e alla sua fissità temporale, l'artista/spectator adotta e fa adottare allo spectator/fruitore del suo lavoro (noi nella fattispecie) lo sguardo stesso del fotografo ma entrando, intervenendo e giocando con il tempo della posa. Allo spettatore si richiede di farsi attore e giocare con i tempi di ripresa, attraverso accelerazioni di ritmo o ''ralenti'', creando le immagini e dando corpo e realtà ad un oggetto che si definisce attraverso questo gesto. E alterando, ma adattandone il punto di vista, quello che Roland Barthes definiva il noema stesso della fotografia, il pensiero di quell'istante preciso, Andrini trasforma l'''è stato'' in ''è'', attraverso l'''inter-esse'', l'interferenza, la partecipazione attiva, l'entrata nell'immagine, che fa si che quell'immagine ritorni in un flusso dinamico e vitale che nega ironicamente e ludicamente la posa e il tempo.
''Se continuate a fare quel muso lì non vi porto più da nessuna parte,... ignoranti restate, e pure a casa...partiamo noi. Ma ora ridete, smile, cheese. Fate un bel sorriso...
Get closer, you?re out of the picture,
Insieme, tutti insieme, stringetevi, tu mettiti davanti, forza, smile...
Excuse me Ladies and Gentlemen. Please...take another coin and throw it again...
Un po' più a sinistra...''
Mili Romano
Expo Art-Villa Serena
via della Barca, 1
Bologna