Low Life Wellbeing Center_Bunker House. In occasione della mostra, la galleria diviene un ipotetico centro benessere popolato da singoli o gruppi di punk nella loro doppia accezione dissidente e uniformata, giocando sui ribaltamenti dei ruoli sociali tramite il concetto di luogo deputato come corpo deputato. A cura di Alessandro Facente.
a cura di Alessandro Facente
Venerdì 9 ottobre 2009, dalle ore 19.00, la galleria CHANGING ROLE-
Napoli, Via Chiatamone 26, inaugura la mostra Low Life Wellbeing
Center_Bunker House prima personale a Napoli di Angelo Bellobono a
cura di Alessandro Facente.
La galleria Changing Role, nei due contenitori superiore e inferiore,
diviene un ipotetico centro benessere popolato da singoli o gruppi di
punk nella loro doppia accezione dissidente e uniformata, giocando
sui ribaltamenti dei ruoli sociali tramite il concetto di luogo
deputato come corpo deputato. Il concetto è creare un gap in un
sistema ufficialmente “logico”, così come è logico immaginare un
centro benessere in un lussuoso hotel non lo è altrettanto
immaginarlo in una warehouse–squatter.
Il processo pittorico di
Bellobono non si distacca caratterialmente dal timbro con cui ha
saputo farsi apprezzare in Italia e all’estero, ma in questo caso
sottolinea più nettamente le finalità effettive caratterizzanti di
una scelta che non è meramente ritrattistica, questo anche a fronte
delle ultime esperienze negli Stati Uniti in cui la mostra alla Envoy
Gallery di New York nel giugno 2009 ne è stata l‘apice. In effetti,
nella nuova produzione c’è l'esigenza di costituire piuttosto un
inventario antroposociale, un'analisi dei comportamenti legati
all'appartenenza e all'identità dell’uomo di cui si analizzano gli
effetti sui volti. L'impianto concettuale è retto, non tanto dalla
volontà di rappresentare qualcuno nella sua conformazione del viso,
ma dall'esigenza di definire che il volto, in effetti, è una
piattaforma fertile sulla quale imprimere le morfologie di una realtà
mutevole e influente.
Che sia esso reale, come l'aggressione del
ghiaccio sul volto dei soggetti nella produzione precedente, che sia
esso ideale come in quella nuova, dove la violenza dell'acidità
cromatica detta l'influenza anomala della società attuale, l'esigenza
di definire gli obiettivi è aggressivamente più sentita. Si parte
quindi dall’analisi delle sub-culture nate negli ultimi anni,
discutendo il processo di setaccio che subiscono all’interno di una
cultura ufficiale, estesa e condivisa, che espelle, a scatti
generazionali, nuove formule “condivisibili”, svuotate
dell’impianto ideologico, a favore di nuove opportunità di mercato.
Il concetto di Low Life calza perfettamente evocando un immaginario
di scarto, basso e notevolmente opposto ad una cultura più
istituzionale. Da questa accezione nasce il termine punk che
storicamente significa proprio scarsa qualità, da due soldi.
Attraverso una gestualità più aspra, la nuovissima serie di disegni,
gli acrilici su tela realizzati a New York e la doppia video
animazione, installata nella black room sottostante, Angelo Bellobono
mostra i protagonisti di un ipotetico wellbeing center alle prese con
yoga e pilates, pratiche magari poco riconducibili a una cultura punk
o pseudo tale, in cui god save the queen dei Sex Pistols diventa un
mantra new age sul ritornello “no future for you”. Il ventaglio di
serie e concrete inadeguatezze, legate a disagi e problematiche
reali, è più ampio ed esistono altrettanti atteggiamenti di facciata
energeticamente ostentati, messi in atto allo scopo di opporsi a
sistemi istituzionalizzati che finiscono per crearne di equivalenti e
paralleli, altrettanto rigidi e gerarchici. L'attitudine di uomini ad
organizzarsi in ghetti e raggruppamenti, è alla base di ogni forma di
intolleranza e arroganza comportamentale. Da qui Bunker House,
progetto curatoriale di Alessandro Facente, partendo dalla parola
Power House (nella disciplina del pilates specifica il centro
dell’equilibrio e della postura corporea dove si gestisce ogni gesto
motorio), è l'analisi della tentacolare stimolazione odierna che
risulta tecnicamente irraggiungibile dalla scarsa efficacia del
nostro corpo a stargli dietro. Da questa consapevolezza, analizzando
l'utilizzo delle tecnologie, le nuove forme di comunicazione e di
relazione intrapersonale (socialnetwork, chat private come msn, skype
ecc..) aiutano il corpo a raggiungere più facilmente tali stimoli
grazie alla facilitata condivisione di essi (post, note, video, audio
ecc...).
Interessante è l'ipotetico nodo centrale che l'emotività
ricopre nel sistema relazionale, ovvero il punto nevralgico in cui
convergono idealmente la parte superiore e inferiore del corpo,
luoghi di percezione, assunzione ed espulsione; e interessante è
soprattutto la consapevolezza che il corpo possa rappresentare un
sistema unico, alternativo, ma tendenzialmente chiuso, orientato
all’assunzione di suggerimenti esterni per riespellerli in formule
diversamente assimilate. Quindi, non un sistema di condivisione, ma
una struttura stagna, un Bunker serrato, che ricorda il termine
Punker, entro cui costruire le nuove regole spesso più rigide di
quelle ufficiali. L’immagine iconica e ironica del punk che pratica
il saluto al sole e gli esercizi di pilates è la formula più adatta
per raccontare le contraddizioni tipiche di una civiltà orientata
all’abbattimento delle ideologie a favore di una stimolazione
emozionale più interattiva in cui l’ipocrites risulterà il
fornitore più richiesto.
Inaugurazione 9 ottobre ore 19
Changing Role - Move Over Gallery
Via Chiatamone, 26 - Napoli
orario: Lunedi-Venerdì 15.00/19.00
Ingresso libero