L'esposizione presenta una serie di 19 opere di grandi dimensioni dell'artista spagnola, alcune realizzate appositamente per questo appuntamento, in grado di ripercorrere la vicenda creativa recente di una delle voci piu' originali della scultura internazionale. A cura di Gloria Moure Cao.
a cura di Gloria Moure Cao
L’esposizione presenterà una serie di 19 opere di grandi dimensioni dell’artista spagnola, alcune realizzate appositamente per questo appuntamento, in grado di ripercorrere la vicenda creativa recente di una delle voci più originali della scultura internazionale.
Dal 30 settembre 2009 al 7 febbraio 2010, gli spazi di via Solari si apriranno alle opere di Cristina Iglesias (San Sebastián, 1956), una delle voci più originali della scultura contemporanea internazionale, nella sua prima personale italiana.
La mostra, curata da Gloria Moure, presenterà una serie di 19 opere, alcune di grandi dimensioni, provenienti dalla sua collezione personale e da collezioni pubbliche e private quali il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, la Fundacion la Caixa di Barcellona, la Marian Goodman Gallery di New York, in grado di ripercorrere la produzione recente di Cristina Iglesias, dagli inizi degli anni ’90, cui appartengono lavori come soffitti pendenti e abitazioni ai giorni nostri, con opere che saranno prodotte appositamente per questa occasione. Fa eccezione la Fontana, pensata appositamente per questa mostra e un tetto di fibra naturale che risulterà parte della collezione permanente della Fondazione.
Lo scopo è quello di creare un enorme labirinto, capace di generare un’esperienza di magia vitale in cui s’incontrano l’acqua, la terra, la luce, l’architettura dei chiostri, i cunicoli dei giardini di bronzo fatti di vegetali solidificati e resi eterni, piante vive, ombre gettate da superfici di alabastro, trasparenze di vetri colorati e altro ancora.
L’esposizione guiderà lo spettatore in un viaggio nella scultura e negli spazi creati da Cristina Iglesias, e al tempo stesso lo condurrà verso una riflessione sulla plastica realizzata dagli artisti della generazione della decade 1980-1990.
La grande navata di Via Solari, recupero industriale progettato da Cerri & Colombo, accoglierà una vasta serie di opere soprattutto attorno al tema del giardino. Il visitatore si troverà a percorrere camminamenti, pergole, budelli con muri di piante, perdendosi ad ascoltare il rumore dell’acqua in una fontana invasa dalla vegetazione e ritrovandosi a salire di quota in quota, nell’alto volume della Fondazione, sempre arrivando verso giardini diversi.
Nella sua opera, l’artista spagnola unisce l’interesse per la forma, l’oggetto e i materiali ereditato dalla storia della scultura, da quella tradizionale all’Arte Povera, con le sue profonde radici di tradizione barocca, nella quale svanisce il limite tra illusione e realtà.
Come afferma Angela Vettese, direttore della Fondazione Arnaldo Pomodoro, “i temi toccati dall’artista sono molteplici e sovrapposti. Tra questi il ruolo della natura nella nostra vita; la capacità della natura di essere ancora spunto di riflessione per gli artisti; l’uso di tecniche e materiali che mescolano l’antica tradizione del calco e della fusione con l’uso di materiali quali la resina, il cavo d’acciaio intrecciato, il cemento a vista, il vetro e l’alabastro. Centrale è l’idea di Arcadia come incontro mitico, mai raggiungibile del tutto, tra uomo e natura e quindi tra naturale e artificiale. I luoghi concepiti da Cristina Iglesias sono tutti all’interno di questi due poli: la natura vi è rievocata attraverso disegni di vecchie tappezzerie o, più spesso, attraverso la ricostruzione di pattern vegetali, mescolanze di varie essenze, il cui calco diventa la matrice per un intero corridoio”.
La Fondazione Arnaldo Pomodoro offre uno spazio inusuale per un artista che lavora con gli elementi architettonici, con una percezione deformata e con ombre proiettate sopra lo spettatore, il quale viene coinvolto nel linguaggio di un testo che non è fatto per essere letto ma per essere attraversato dal corpo e vissuto con emozione.
Nel suo lavoro, Cristina Iglesias utilizza combinazioni di materiale come il ferro, cemento, vetro, resina, fotografia e serigrafia. Alcuni dei suoi recenti progetti in luoghi pubblici sono installati a Barcellona nel Centro Congressi dove ha realizzato un ‘soffitto appeso’; una piscina specchiante al Royal Museum of Fine Arts, Anversa; in ultimo il nuovo ingresso del Museo Prado a Madrid, in collaborazione con l’architetto Rafael Moneo (2006-07)
L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, SEACEX.
Note biografiche
Cristina Iglesias è nata a San Sebastian in Spagna nel 1956. Fa parte di una generazione di artisti che alla fine degli anni ’80, inizio anni ’90 ha portato all’espansione dell’oggetto scultoreo nel nuovo reame dell’installazione. In contrasto con i suoi predecessori ‘modernisti’, la Iglesias, il cui lavoro è principalmente figurativo, evoca spesso il corpo femminile facendolo entrare in rapporto oggetti di uso comune come mobili, stanze e edifici architettonici. A livello di materiali Iglesias combina l’utilizzo di cemento, ferro, vetro con elementi naturali come bambù, foglie e rami che spesso ricoprono esternamente i suoi lavori. Le prime esposizioni di Cristina Iglesias risalgono agli anni ottanta e, da allora molte sono le sue mostre personali: Museum Ludwig, Colonia (2006); Whitechapel Art Gallery, Londra (2003); Museu Serralves, Oporto (2002); Museo Guggenheim, Bilbao (1998); Palacio de Velázquez / Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (1998); Guggenheim Museum, New York (1997); One Room, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (1993) and Kunsthalle, Berna (1991). Ha rappresentato la Spagna all 42ma e 46ma Biennale di Venezia (1986 e 1993).
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Inaugurazione martedì 29 settembre ore 18,30 (su invito)
Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Andrea Solari 35 - milano
Orari: mercoledì-domenica ore 11-19 (ultimo ingresso ore 17); giovedì ore 11-22 (ultimo ingresso ore 21)
Biglietti: 8/5 euro
Catalogo Fondazione Arnaldo Pomodoro/Ediciones Polígrafa S. A.
Brochure con foto dell’allestimento alla Fondazione Arnaldo Pomodoro