Tra futurismo e metafisica. In mostra 40 opere dell'artista provenienti dalla Estorick Collection di Londra. Disegni, tempere e oli, realizzati da Sironi tra il 1914 e il 1920, che rappresentano il fascino e l'importanza dell'innovazione, della velocita', della tecnologia, del movimento e del dinamismo.
Quaranta opere di Mario Sironi, provenienti dalla Estorick Collection di Londra, saranno esposte per la prima volta in Italia presso il Museo delle Icone Russe di Peccioli a partire da sabato 3 ottobre.
L’esposizione, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Peccioliper ed Estorick Collection di Londra rende omaggio ad uno dei più noti protagonisti del ‘900 italiano. In mostra disegni, tempere e oli, realizzati dall’artista tra il 1914 e il 1920, per celebrare il ruolo chiave ricoperto da Mario Sironi nella diffusione dei principi fondamentali del Futurismo.
Il fascino e l’importanza dell’innovazione, della velocità, della tecnologia, del movimento e del dinamismo, i concetti che caratterizzano le opere di Sironi presenti in mostra attraverso la presenza di automobili, motociclette, cavalli, aeroplani, paesaggi industriali e soggetti meccanici, tra cui robot e ingranaggi.
Ben delineato è il percorso in mostra attraverso il quale emerge la sostanziale esiguità della stagione Futurista di Sironi. Già con la Carrozza, opera data 1914, pur continuando ad esplorare sull’effetto ottico della realtà e sulle sue deformazioni, Sironi inizia a concentrarsi sul soggetto. Più clamorosa sarà l’emancipazione di Sironi dal Futurismo in Cavallo e cavaliere del 1915, dove le figure ormai appaiono statiche.
Questa svolta, attuata all’interno della stessa stagione Futurista, è ulteriormente apprezzabile in altri disegni, coevi al precedente: Figura e automobile da corsa, Manichini, un Nudo seduto, Due figure, e un Nudo femminile stante, dove le figure, come denunciato dai titoli con echi dechirichiani, si affrancavano definitivamente dalle novità futuriste.
L’approdo alla Metafisica, non costituì però per Sironi una sorta di exploit stilistico, fu anzi un implicito risultato della ricerca condotta dall’artista sin dagli anni giovanili.
Nel Paesaggio urbano con aereo ad esempio, la pittura di Sironi volge ad una modernità costruita attraverso uno spazio claustrofobico, con prospettive impossibili, che ne annunciavano tutta la natura anfibia e la complessa identità, che se da un lato rimandava alle strutture cubiste, dall’altra rifletteva una parte di quell’incongruenza spaziale, di quegli scarti logici e dimensionali, che costituivano il lessico figurativo della pittura Metafisica. E così pure ne La centrale elettrica, lavoro in cui con prepotenza appaiono le prospettive brucianti e sbilenche, riconducibili ad analoghe esperienze di Braque e Picasso (Case all’Estaque, Fabbrica a Horta de Ebro), che Sironi ebbe la possibilità di conoscere nei suoi due soggiorni parigini del 1908 e del 1913.
Ma l’enigmatico strutturarsi della nuova fase della pittura sironiana, pare assestarsi nel bellissimo disegno con Paesaggio urbano, aereoplano e donna seduta, dove la donna chiusa in uno spazio di solidissima struttura geometrica (e la ruota dentata sembra alludere, o forse allude per davvero, ad analoghi marzocchi di Paolo Uccello), pare anticipare le svolte ‘neoclassiche’ di Picasso e strutturarsi come se fosse la sinopia di innumerevoli figure di Casorati, Funi, Oppo.
L’importanza di questi disegni consiste proprio nel loro valore di laboratorio, nell’evidenziare come gli esiti metafisici e ‘classicisti’ di Sironi passassero negli anni tra il 1916 e 1918 attraverso infinite sperimentazioni e messe a punto.
In questo senso il Ritratto di donna assume allora un valore straordinario, in quanto se la staticità della figura annuncia tutti i dubbi dell’artista per le ricerche del gruppo di Marinetti, il punto di vista rialzato e la caraffa tenuta in mano dalla donna fanno venire in mente il Bevitore di Boccioni, a testimoniare che nella volontà di Sironi di accostarsi in modo critico al Futurismo vi stava già tutta la premessa del suo superamento.
E così in quei due disegni con Uomo al caffè dalla postura che parrebbe ancora ottocentesca, ma resi da un grafismo nervoso e vibratile perciò moderno, solo con forza accostabili, e per pura contiguità tematica, al bellissimo Donna al caffè, dove invece Sironi risolveva quello che ormai da Van Gogh in poi era diventato un luogo comune iconografico, in una soluzione che combinava la straordinaria Risata di Boccioni, con il ricordo inconsapevole e automatico della donna perduta dall’Assenzio del capolavoro di Degas.
In modo analogo, la Figura femminile in movimento e la Corsa traggono forza da una pari ambiguità, perché in entrambi i casi il dinamismo risulta delimitato da una indagine che introduce la ricerca espressiva delle avanguardie milanesi con l’evocazione di forme antiche.
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Inaugurazione sabato 3 ottobre 2009, ore 18
Museo di Icone Russe “F. Bigazzi”
Sala Consiliare del Palazzo Pretorio
piazza del Popolo 5, Peccioli (Pi)
Orari: mercoledì, sabato, domenica e festivi 10-13, 15-20. Chiuso 25 dicembre 2009 e 1 gennaio 2010
Ingresso: € 5.50 intero
€ 3,50 ridotto (studenti, possessori di Carta Giovani, over 65, gruppi di almeno 10 persone)
€ 4,00 ridotto per possessori di Carta ACI
gratuito per under 16 se accompagnati e per possessori di Carta Touring (con i quali ha diritto all’ingresso gratuito anche un accompagnatore)