Il Grande Inverno. In mostra circa 50 opere pittoriche di varie dimensioni che simboleggiano la perdita dell'amore dell'artista, il suo lungo inverno del cuore, che si manifesta in un dolore contenuto, controllato, chiuso in uno spazio ipnotico. Una catarsi che non deflagra se non nella realizzazione delle opere. A cura di Ornella Falco Del Deo.
a cura di Ornella Falco Del Deo
L’esposizione di circa 50 opere pittoriche di grandi e varie dimensioni, ci presenta un artista nel periodo migliore della sua produzione in cui la “sofferenza”, pur se ha scavato profondamente nel suo cuore, è pur sempre ingabbiata ed è stimolo a pensieri e riflessioni altri.
Massimo D'Orta con le sue opere, ora esposte nella mostra "Il Grande Inverno", combatte con maestria una passione interiore per la perdita dell'amore, il suo lungo inverno del cuore, che manifesta in un dolore che, pur se avvertito, è contenuto, controllato, chiuso tutto quasi in uno spazio ipnotico, una catarsi che non deflagra se non nella realizzazione delle opere.
In esse ritroviamo una scia di umane presenze e tracce mnemoniche di eventi passati, vissuti, trasposti sulla tela con tecnica pittorica e stile diversi, in cui predominano il nero, lo scuro, il colore delle tenebre dell'animo.
“I suoi neri profondi, cupi e tenebrosi con bagliori di toni caldi sono a volte attenuati da una luce data da vibranti colpi di pennello che, interrotti, accrescono l'aspetto inquietante dei suoi soggetti amari.La materia cromatica è agitata da una potenza gestuale che dà esiti ricchi di drammaticità; talvolta il segno sembra organizzarsi in un linguaggio da atteggiamento nichilista, a volte è carico di un alto potenziale espressivo”.
[O. Falco Del Deo]
Testi a catalogo di Domenico Gioia, Claudio Strinati, Maria Continisio e di Nahamad David.
A catalogo Domenico Gioia dice “Massimo D’Orta, utilizza la sua tecnica pittorica ineccepibile per condurci a perdere la dimensione terrena delle cose, nulla è falso, da questo processo nascono una serie di opere dal valore artistico unico, è arte vera, allo stato puro”.
Nahamad David, noto gallerista newyorkese, aggiunge “Nelle sue opere coesistono tracce di stili e di epoche diverse e lontane tra loro che si fondono felicemente in un nuovo risultato espressivo… l’osservatore, come ipnotizzato, è quasi costretto a concentrarsi nella lettura del sentimento e delle emozioni che segni e colori hanno prodotto”.
Inaugurazione operatori e giornalisti mercoledì 7ottobre, ore 17
Inaugurazione per il pubblico giovedì 8 ottobre, ore 9-18
Castel dell'Ovo
via Caracciolo di Bella (Borgo Marinari), Napoli
Orari: lunedì-sabato 10-18, domenica 10-13
Ingresso libero