Galleria l'Acquario
Roma
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Bruno Gorgone
dal 7/10/2009 al 30/10/2009
11-13 e 16-20, chiuso festivi e lunedi' mattina

Segnalato da

Galleria L'Acquario




 
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7/10/2009

Bruno Gorgone

Galleria l'Acquario, Roma

Futurismi di Narciso. L'esposizione comprende dipinti olio su tela realizzati tra il 2006 e il 2009 e dipinti su vetro convesso con cornice che testimoniano la riflessione dell'artista sui contributi del Futurismo, in occasione della recente celebrazione del centenario del movimento artistico. A cura di Gabriele Simongini.


comunicato stampa

a cura di Gabriele Simongini

Nel Centenario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo e collegandosi al tema dello “specchio” e più in generale al Mito di Narciso, già intrapreso in precedenti esposizioni, Bruno Gorgone, artista esponente dell’Astrazione italiana, presenta una mostra-installazione curata dal critico Gabriele Simongini. L’esposizione comprende dipinti olio su tela realizzati tra il 2006 e il 2009; dipinti su vetro convesso con cornice, sul tipo degli “specchi-sorcière”, intititolati appunto “Futurismi di Narciso” realizzati nel 2009 a testimonianza dell’importante anniversario; alcuni disegni di cornici per specchi e bozzetti di ispirazione futurista realizzati negli anni Novanta, oltre ad alcune fotografie, quali citazioni di opere sul tema del “riflesso”. Sono esposte inoltre alcune annotazioni sulle tematiche della mostra, desunte dall’architettura, dalle arti figurative, dalla letteratura, dalla poesia, dalla scienza, dal cinema, catalogate nel tempo dall’artista.

Scrive Gabriele Simongini nel testo di presentazione ”Bruno Gorgone: Narciso o Siddharta?:”

“ (…) Narciso, lo specchio, la società liquida, il futurismo…Molteplici e proteiformi sono appunto i motivi di riflessione che popolano la mostra di Bruno Gorgone da lui stesso opportunamente intitolata “Futurismi di Narciso”. E’ una poetica installazione concepita come un sorprendente labirinto di specchi che si rispondono l’un l’altro e quindi ogni opera vale , più che per se stessa, soprattutto per il dialogo e per il cortocircuito che mette in campo con le altre.

Gorgone torna a “speculare” sul tema a lui quanto mai caro del mito di Narciso (basta pensare alla magnifica serie dei suoi vetri di Murano intitolata fin dal 1999 “Specchio di Narciso” e poi alla sua installazione “La stanza di Narciso” presentata nel Museo Civico di Villa Groppallo, a Vado Ligure, nel 2004) e lo reinventa frammentandolo in un caleidoscopico e ludico microcosmo pittorico che è in parte di matrice futurista (sul versante Balla-Severini) attraverso le tensioni di dinamiche linee-forza e i ritmi squillanti dei contrasti simultanei di colore. In questo senso le opere più innovative nel contesto del suo percorso sono appunto i “Futurismi di Narciso” (2009), dipinti su vetro convesso con cornice che richiamano la tradizione dello specchio-sorcière: lo specchio convesso che venne considerato fin dai tempi antichi il portafortuna della casa, una sorta di occhio destinato a proteggere i suoi abitanti (e per questa virtù era meglio conosciuto nei paesi di lingua francese come “oeil de sorcière”, “occhio della strega”). E, a pensarci bene, più che trasmetterci una scossa elettrica di sapore futurista, queste opere ci guardano come occhi floreali, ci rassicurano, ci placano dalle nostre inquietudini, rivelano un che di taumaturgico, fin quasi ad ipnotizzarci. Ci ammaliano con le loro delicate trasparenze e con una raffinatezza cromatica che evoca al tempo stesso Severini e un Oriente quasi matissiano, nello splendore di colori colmi di echi lontani, favolosi ma pure destinati a consolare l’uomo dall’ansia e dalla brutalità quotidiana, distanti come sono da ogni aggressività e soprattutto da quell’impudicizia oggi imperante.

Insistendo su un motivo che gli sta particolarmente a cuore, Gorgone rifiuta ancora una volta la separazione fra arti maggiori ed arti applicate, come è evidente in tutta la mostra. E così espone, oltre ad alcuni bozzetti di chiara ispirazione futurista, anche diversi disegni di cornici per specchi ricchissimi di libera verve coloristica e di innumerevoli soluzioni compositive che ben riflettono sull’eredità di Balla o, come già accennato, di Matisse. Ne emerge un astrattismo empatico, contemplativo e floreale, che evoca anche un’inesauribile proliferazione generativa, una piena armonia che lega l’Uno al Tutto e al Molteplice. Il dinamico flusso della vita viene purificato da qualsiasi nevrosi frenetica ed ossessiva e portato in una dimensione più distesa ed interiore.

Osservando queste opere vengono alla mente alcune illuminazioni delle pagine finali del “Siddharta” di Hermann Hesse : “…tutte queste immagini e questi volti giacevano, fluivano, si generavano, galleggiavano e rifluivano l’uno nell’altro, e sopra tutti v’era costantemente qualcosa di sottile, d’impalpabile, eppure reale, come un vetro o un ghiaccio sottilissimo, interposto, come una pellicola trasparente, un guscio o una forma o una maschera d’acqua e questa maschera sorrideva, e questa maschera era il volto sorridente di Siddharta…”. Lo si vede bene anche nella serie di quadri dipinti fra il 2006 e il 2009 con quelle forme organiche, biomorfe, con quegli strani capezzoli in cui talvolta pare di scorgere un profilo larvale, timidamente affiorante dalle abissali origini della vita intuite dall’artista tramite la sua vocazione contemplativa. In tal senso Bruno Gorgone può senza dubbio condividere quanto notato da un rigoroso astrattista come Mario Radice: “Tutto esiste già nel campo infinito della natura. Qualunque forma ed ogni colore sono già stati creati da Dio. Studiate il microcosmo, contemplate il cielo, mirate ogni aspetto del regno animale, del regno vegetale e di quello minerale: troverete forme e colori in numero infinito”.

Nella sua personale discesa alle fonti della vita, Gorgone (Narciso o Siddharta? O forse futurista contemplativo innamorato della “natura naturans”?) privilegia la leggerezza del tocco e dell’esecuzione, accosta i colori in modi raffinatamente inusuali e liricamente musicali, con una libertà che lo conduce ad esiti oggi senza paragone.”

Bruno Gorgone (Cuneo,1958). Artista esponente dell’Astrazione italiana, presente nel panorama internazionale dell’arte contemporanea dai primi anni Ottanta. Dopo la laurea in Architettura conseguita all’Università di Genova, si trasferisce a Venezia dove approfondisce le sue esperienze attraversando varie forme di espressione creativa con particolare attenzione al vetro di Murano. Si interessa inoltre di design. Realizza, tra l’altro, la cartella di grafica “Giardini”, con testo di Vittorio Sgarbi (Graziussi Edizioni Venezia) e l’opera “Ipotesi per una scenografia” in collaborazione con i Teatri Goldoni e La Fenice di Venezia. Dalla fine degli anni Novanta la sua ricerca è caratterizzata da un ulteriore approfondimento del rapporto segno/colore e dall’evoluzione verso una personale pittura di “pattern”. Nello stesso periodo il critico francese Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, si interessa al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media.

Il suo percorso è segnato da numerose mostre personali e dalla partecipazione a esposizioni nazionali e internazionali tra cui: Salone Europeo d’Autunno, Cité Internationale Université de Paris, Parigi 1981; Biennale della Comunità Europea “Venticinque anni per la Pace, Lussemburgo, 1982; Edizioni di Ligne et Couleur, tenutesi a Parigi a L’Orangerie des Jardins du Luxembourg nel 1992 e all’ Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts nel 1995; Espsizione Internazionale d’Arte degli Architetti Artisti, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Venezia,1994; Esposizione del Premio Biennale di Venezia-Centenario della Biennale di Venezia, Venezia,1995; Rathaus Stuttgart II OG, Stoccarda, 1996; Mostra Arte Contemporanea in Austria – Istituto Italiano di Cultura, Innsbruck, 2001. Nel 2001 è inoltre invitato a partecipare alla Rassegna Roma Città Eterna per un Pianeta Ideale /Architetti Artisti a confronto, nel cui ambito presenta la mostra personale “Luoghi di Narciso” nella sede romana della Banca Popolare di Milano. La documentazione di tale mostra viene inclusa nel volume “Documenti 2001. Dove abita l’Utopia- Premio Libero Ferretti”,Università degli Studi di Ancona, con testi di Marco Pacetti e Pierre Restany. Nello stesso anno presenta le sue “Mitocromie” a New York, alla White Box Gallery, e successivamente alla The Church Gallery di Orlando (Florida). Nel 2002 viene allestita a Savona con il Patrocinio della Provincia di Savona, a Palazzo Nervi, un’ampia esposizione personale con il testo di presentazione di Pierre Restany dal titolo “Il colore nel nuovo destino dell’immagine”; in tale occasione realizza un’opera video nelle dedizioni italiana e francese.

Partecipa inoltre a varie edizioni dell’Arte Fiera di Bologna, dell’Internationale Kunstmesse di Basilea, di ARCO Madrid, dell’Art Expo New York. Successivamente viene invitato al LV Premio Michetti-Francavilla al Mare: “Mito e realtà. Uno sguardo ad Oriente”, a cura di Stefano Zecchi e Anna Imponente (2004). Recentemente allestisce la mostra personale “Signes…couleurs”, a cura di Cynthia Penna, Ambassade du Tourisme, Saint-Tropez, 2008; è invitato a partecipare alla grande mostra “Savona ‘900. Un secolo di pittura scultura ceramica”, a cura di Germano Beringheli e Riccardo Zelatore, Fortezza Monumentale del Priamar, Savona, 2008-2009; alla “V Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea della Magna Grecia”, a cura di Boris Brollo, Collegio Italo-Greco di Sant’Adriano, San Demetrio Corone, 2009; all’esposizione “Les Artistes Plasticiens Italiens à Paris”, AIAP UNESCO, a cura di Denise Bigot e Boris Brollo, Galerie Le Cheval de Sable, Parigi, 2009; alla “Esposizione Internazionale di Ligne et Couleur-Architetti Artisti”, in occasione della 53 Biennale di Venezia “Fare Mondi”, Scoleta dei Calegheri-San Tomà, Venezia, 2009.

Sul suo lavoro sono state pubblicate le monografie: Angelo Rossi “B.G. Giardini di un viaggio. Opere 1982 /1994”, Edizioni delle Grafiche Veneziane, Venezia 1994 ; Milena Milani, “Licheni: da Sbarbaro a Gorgone. Selezione lavori su carta 1992-1995”, Edizioni Opuscola /Minima, Il Sileno, Genova, 1995; Tommaso Trini, “B.G.- Eden Surf”, Edizioni D’Ars, Milano 2000; Pierre Restany, “B.G. Il colore nel nuovo destino dell’immagine”, Amministrazione Provinciale, Savona, 2002; Gabriele Simongini , B.G. I giardini delle delizie, i semi della luce”, Marco Sabatelli Editore, Savona, 2005; Vittorio Sgarbi, “Gorgone, la storia come pattern”, Marco Sabatelli Editore, Savona 2007 (in occasione della mostra B.G- Le Trame del Mito, Museo Villa Barrili, Comune di Carcare); Costanzo Costantini, “La luce-colore di Bruno Gorgone”, Marco Sabatelli Editore, Savona, 2008.

Si sono occupati del suo lavoro e ne hanno scritto, tra gli altri: Germano Beringheli, Silvia Bottaro, Aldo Capasso, Gian Antonio Cibotto, Costanzo Costantini, Edoardo Di Mauro, Carlo Franza, Italo Gomez, Milena Milani, Ferdinando Molteni, Gigetto Novaro, Cynthia Penna, Pierre Restany, Paolo Rizzi, Carlo Romano, Angelo Rossi, Italo Carlo Sesti, Giorgio Seveso, Vittorio Sgarbi, Gabriele Simongini, Mario Stefani, Tommaso Trini.
La sua opera è documentata in Musei, Archivi e Fondazioni in Italia e all’estero e presso l’Accademia dei Lincei di Roma.
Vive e lavora tra Venezia e Spotorno (Savona)

Inaugurazione 10 ottobre 2009 – ore 18,30

La Galleria L’Acquario
via Giulia 178, Roma
aperta dalle 11,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00, tutti i giorni, tranne i festivi e lunedì mattina.
ingresso libero

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