'Dipinti dalle collezioni lombarde'. La mostra testimonia la lunga storia di contatti artistici che la Lombardia intrattenne con i Paesi Bassi a partire dal Quattrocento, con la famiglia Lampugnani, fino all'Ottocento, con la raccolta del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso.
Dipinti dalle collezioni lombarde
Bert W. Meijer, curatore della mostra e direttore dell'Istituto dell'Istituto Universitario Olandese di Firenze
Flavio Caroli Responsabile scientifico per l'attività espositiva di Palazzo Reale
CINQUE EVENTI ESPOSITIVI A PALAZZO REALE
Bruges capitale europea della cultura per il 2002 rappresenta una preziosa occasione di approfondimento della cultura fiamminga e della sua vasta influenza nella vita sociale, economica, politica, religiosa e artistica in Europa.
L'imponente ascendente esercitato dalla pittura fiamminga, con i suoi colori brillanti e l'ineguagliabile perizia tecnica, sullo sviluppo dell'arte europea tra Quattro e Cinquecento, è attualmente rivisitato ad approfondito attraverso diverse rassegne espositive aperte nel cuore della città flamande.
Dal 23 maggio al 18 agosto, anche Milano, con l'allestimento nelle sale di Palazzo Reale della mostra Fiamminghi e Olandesi dalle collezioni lombarde, contribuisce a focalizzare l'attenzione di visitatori ed esperti sull'affascinante fenomeno della pittura fiamminga, riproponendo idealmente, a cinque secoli di distanza, la fitta trama di rimandi artistici tra le Fiandre ed il Sud dell'Europa, e la Lombardia in particolare.
Con questa mostra si completa la prima parte della stagione espositiva 2002 di Palazzo Reale che ospita contemporaneamente cinque rassegne di alto livello, aperte per la prima volta durante tutta l'estate. Un'occasione unica per scoprire nello stesso luogo New York Renaissance, la rassegna europea dedicata all'arte americana del Secondo Novecento aperta fino al 15 settembre, di ammirare, fino al 28 luglio, la grande mostra su Il Neoclassicismo in Italia - Da Tiepolo a Canova con il meglio della produzione artistica della seconda metà del Settecento in Italia, di "trascorrere" Una notte con Marilyn fino al 1 settembre, con le inedite immagini di Douglas Kirkland, di emozionarsi davanti alla suggestiva galleria de I volti della Storia di Robert Capa fino all'8 settembre.
Promossa e realizzata dall'assessorato alla Cultura e Musei - Settore Musei e mostre del Comune di Milano - da Palazzo Reale con l'Istituto Universitario Olandese di Firenze, con il contributo della Comunità fiamminga del Belgio, curata da Bert W. Meijer, direttore dell'Istituto, la mostra Fiamminghi e Olandesi. Dipinti dalle collezioni lombarde testimonia la lunga storia di contatti artistici che la Lombardia intrattenne con i Paesi Bassi a partire dal Quattrocento, con la famiglia Lampugnani, fino all'Ottocento, con la raccolta del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso.
Il percorso della mostra, suddiviso in 13 sezioni, è costituito da circa 90 opere di proprietà di musei pubblici, tra cui numerosi appartenenti alle Civiche Raccolte del Comune di Milano, e collezioni private, dei maestri più importanti, da Hugo van der Goes a Rembrandt, Rubens sino a Antonie van Dyck, testimonianze ben presenti nel territorio lombardo, spesso nascoste e volutamente messe insieme per la prima volta a Palazzo Reale.
Ad oggi, infatti, non è mai stata organizzata un'esposizione che riunisse le opere fiamminghe e olandesi appartenenti ai musei e ai collezionisti di tutta la Lombardia. La prima grande mostra dedicata alla pittura neerlandese in Lombardia, che fu organizzata dal Circolo d'Arte e Alta Cultura nel 1922, incluse circa centoventi opere provenienti da quattordici collezioni private locali. Nel 1954 Palazzo Reale ospitò opere del Seicento olandese provenienti in prevalenza dall'Olanda o comunque dall'estero. In quella circostanza, dei musei lombardi, solo Brera ed il Castello Sforzesco inviarono qualche dipinto, tra i quali l'Angelo che appare a Gedeone di Gerbrandt van den Eeckhout e l'Interno con tre figure di Michiel Sweerts presenti anche in questa mostra. Nel 1990, furono esposti al Castello Sforzesco alcuni dipinti della collezione Belgiojoso, e nel 1995 il Museo della Permanente presentò opere fiamminghe e olandesi seicentesche provenienti dal Museo di Budapest.
Altro motivo che ha spinto l'amministrazione milanese a realizzare questa esposizione è la recente pubblicazione del primo di due volumi dedicati alla Lombardia del Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections, un vasto e impegnativo progetto di ricerca dell'Istituto Universitario Olandese di Storia dell'Arte di Firenze che coinvolge quasi diecimila opere. All'interno dei musei italiani i nuclei dei dipinti fiamminghi e olandesi sono quelli meno studiati e poco o soltanto parzialmente conosciuti. Di questi nuclei il repertorio permetterà di stabilire più precisamente l'identità e la storia. Due dei volumi dedicati alla Lombardia - il secondo uscirà proprio durante il periodo d'apertura di questa mostra - riuniscono circa mille dipinti, sparsi oggi nelle collezioni pubbliche e, per una parte minore, nelle chiese.
I musei lombardi sono così proprietari di importanti nuclei di dipinti fiamminghi. Grazie agli antichi ed intensi rapporti commerciali ed artistici intercorsi tra l'Italia e i Paesi Bassi, consolidati dalla stabile presenza nel Nord di banchieri ed agenti italiani ed all'importanza delle scuole di pittura dei Paesi Bassi, già nel Quattrocento era vivissimo in Italia l'interesse per l'acquisto di dipinti provenienti da quell'area geografica, da parte sia delle autorità ecclesiastiche che dei privati, che con essi intendevano dare lustro a chiese, conventi, edifici pubblici ed abitazioni, attratti anche dai sorprendenti risultati del nuovo metodo della pittura ad olio introdotto da Jan van Eyck, fondatore della scuola primitiva fiamminga, e dai suoi seguaci. Come altre regioni italiane anche la Lombardia -almeno già dal Quattrocento, quando un membro della famiglia Lampugnani portò a Milano un dipinto di Jan van Eyck- cominciò a guardare alla pittura fiamminga e olandese.
Altro momento importante dell'interesse per la pittura fiamminga in Lombardia, a cavallo del XVII secolo, è la passione collezionistica del cardinale Federico Borromeo, grande ammiratore di Paul Bril, Jan Breughel I, e di altri artisti della scuola di Anversa, di cui numerosi dipinti sono conservati nella Pinacoteca Ambrosiana da lui fondata. Più vicino ai tempi nostri, nell'Ottocento, Luigi Malaspina di Sannazzaro (1754-1835) collezionò prevalentemente stampe di artisti nordici, oltre ad alcuni quadri confluiti nella Pinacoteca di Pavia che da lui prende il nome. Altro grande collezionista e studioso ottocentesco di dipinti fiammingo- olandesi fu il senatore Giovanni Morelli (1816-1891), che lasciò dipinti importanti all'Accademia Carrara di Bergamo, mentre la raccolta del conte Lodovico Barbiano di Belgoiojoso d'Este (1814-1880), quasi interamente dedicata alla pittura olandese del Seicento, nel 1955 fu lasciata in eredità da sua figlia Bice Greppi Belgiojoso alle Civiche collezioni d'arte, oggi nel Castello Sforzesco di Milano. Con il Mondriaan ed altri dipinti della collezione Jucker (custodita presso la Galleria civica d'arte Moderna di Milano) sono arrivati nelle raccolte lombarde anche grandi rappresentanti delle scuole pittoriche del Nord del ventesimo secolo. Sono questi alcuni tra i molti esempi significativi di collezionismo privato che hanno contribuito alla presenza odierna in Lombardia di nuclei consistenti di dipinti neerlandesi.
Il percorso
Poiché l'azione dei collezionisti privati ha fatto in modo che i musei lombardi diventassero i principali recipienti e portabandiere della odierna ricchezza di dipinti fiamminghi ed olandesi della Regione, si è voluto dare alla mostra un'articolazione secondo istituzioni ovvero secondo sedi di provenienza. Le varie sezioni offrono un'idea rappresentativa della ricchezza dei nuclei posseduti, per quanto consentito dai prestiti. E' consona con quest'impostazione la partecipazione alla mostra della Pinacoteca Ambrosiana come sede distaccata che permette di mostrare l'importanza storico-artistica della raccolta borromea nel contesto dell'esposizione (per i visitatori è previsto una riduzione sul biglietto d'ingresso). La mostra conta anche un piccolo gruppo di pale d'altare prodotte per le chiese lombarde da artisti fiamminghi ed olandesi immigrati in Italia, specialmente tra Cinque e Seicento. Ciò consente anche un'altra importante considerazione: mentre nella maggior parte dell'Europa i dipinti fiamminghi ed olandesi furono importati in epoca spesso più o meno posteriore alla loro esecuzione, in Italia era consolidato un frequente rapporto diretto e interattivo con gli artisti nordici, che si svolse sullo stesso territorio italiano. Tra i primi acquirenti di opere fiammingo-olandesi entro i confini dell'attuale Lombardia furono certamente i principi e le corti che oltre a dipinti acquistarono o commissionarono miniature, importarono arazzi, o i loro cartoni per farli eseguire in manifatture locali, oppure si avvalsero di artisti del Nord per la loro specialità nel campo dei vetri dipinti istoriati. A Mantova, la cui corte certamente partecipò a questo interesse, tanto che vari artisti fiamminghi vi sono documentati, ben poco resta a rappresentarlo, dopo le varie svendite sei e settecentesche delle raccolte gonzaghesche. Nel Palazzo Ducale mantovano rimane oggi, tra i pochi esempi, l'affresco attribuito a Luca Cornelisz (attivo 1530-60 circa) e, ben più spettacolare, la grande tela, ritagliata all'inizio dell'Ottocento e poi parzialmente ricomposta, con La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità , che il Rubens dipinse su commissione di Vincenzo I Gonzaga per il presbiterio della chiesa della Trinità e terminò nel 1605. Alcuni frammenti sono presentati nella mostra (cat. 19, 20, 21). Alla corte di Vincenzo I Gonzaga negli anni 1600-09, e pertanto nello stesso periodo di Rubens, lavorò come ritrattista Frans Pourbus II, di cui si presenta in mostra un ritratto, oggi di proprietà della mantovana collezione d'Arco, che forse rappresenta Lavinia Chieppio Rovelli, moglie di Annibale Chieppio che come segretario di Vincenzo fu uno dei cortigiani gonzageschi in contatto con Rubens (cat. 18).
Le sezioni
II panorama della pittura fiamminga ed olandese presentato in mostra attraverso le opere presenti nelle collezioni lombarde sarà articolato in sezioni dterminate secondo il criterio della provenienza. Collezioni Pubbliche: Bergamo, Accademia Carrara - Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo - Como, Museo Civico - Cremona, Museo Civico Ala Ponzone - Mantova, Fondazione d'Arco - Mantova, Palazzo Ducale - Milano, Castello Sforzesco, Museo d'Arte Antica - Milano, Galleria d'Arte Moderna - Milano, Museo Poldi Pezzoli - Milano, Palazzo Reale (Soprintendenza ai Beni) - Milano, Pinacoteca Ambrosiana - Milano, Pinacoteca di Brera - Milano, Quadreria Arcivescovile - Pavia, Musei Civici del Castello Visconteo, Pinacoteca Malaspina. Dipinti da chiese. Collezioni bancarie: Milano, Fondazione Cariplo - Sondrio, Banca Popolare di Sondrio. Collezioni Private.
Per Bert W. Meijer, curatore, "pur limitata alla Lombardia, la mostra copre un ricco ventaglio dei molteplici aspetti della pittura fiamminga e olandese attraverso i secoli, che ne evidenziano i ben noti e inoppugnabili meriti. Oltre al valore intrinseco in qualità di questo patrimonio, ne risulta anche più chiaramente delineata l'importanza, forse sottovalutata in precedenza, dei suoi rapporti con la cultura figurativa dell'Italia e con la stessa Lombardia. Ciò non riguarda tanto gli artisti che arrivarono nella penisola per vedere e per studiare e rimpatriarono con un bagaglio artistico arricchito, quanto la committenza, le acquisizioni e il collezionismo italiani e il ruolo che i maestri del nord ebbero all'interno dell'arte italiana stessa. In questo senso furono determinanti non soltanto l'assorbimento, da parte degli artisti italiani di elementi propri a questa pittura venuta da lontano, ma anche la parte avuta da artisti nordici immigrati, grazie alle loro conoscenze, alla loro bravura e alle loro tradizioni professionali, nella vita artistica delle varie regioni della penisola, Lombardia inclusa, il che vuol dire nello sviluppo dell'arte italiana e nella sua storia. Che almeno per alcuni secoli e per certi versi l'arte italiana e quella fiamminga-olandese siano state due facce della stessa medaglia fu chiaro fino a un certo punto, e al di là delle sue predilezioni artistiche, già nel '500 a Giorgio Vasari, il quale ricordava i tentativi assidui dei pittori italiani di trovare il 'segreto' della pittura ad olio di Jan van Eyck".
Orario: dal martedì alla domenica 9.30 -18.30, lunedì chiuso
Sede Amborsiana Pinacoteca Ambrosiana, p.za Pio XI 2
Orari da martedì a domenica: 10.00 - 17.30 lunedì chiuso
Biglietto: intero 7,80 euro, ridotto 5,20 euro, scolaresche 3,10 euro
Informazioni al pubblico: tel. 02875672
Catalogo: SilvanaEditoriale
Ufficio stampa
Maria Grazia Vernuccio, Assessorato alla Cultura e Musei
Tel.028845.0293/2 - Fax 028845.0104
VISITE GUIDATE
Informazioni, prenotazioni, visite guidate e percorsi didattici
Civita, tel. 02.43353522
Costo visite guidate (massimo 25 persone)
Scuole 52,00 euro
Gruppi 83,00 euro
Visite guidate aperte al pubblico
Domenica, ore 16.00
Quota di partecipazione 5,00 euro a persona (escluso il biglietto di ingresso)
Iniziative didattiche e itinerari tematici
Civita organizza percorsi tematici per ritrovare l'Arte Fiamminga e Olandese nelle collezioni milanesi.
In particolare sono in programma abbinamenti di visita guidata tra la mostra di Palazzo Reale e la ricca collezione di Arte Fiamminga della Pinacoteca Ambrosiana.
Informazioni e prenotazioni: 02 43353522
Immagine: Molenaer, Jan Miense - Giovane Fumatore. Olio su tavola, cm. 70x55
Palazzo Reale, Milano