Galleria Nicoletta Rusconi - Ufficio Stampa
L'artista presenta un ciclo di opere inedite con cui sperimenta un diverso impiego del medium fotografico, piu' concettuale e volto a esplorare nuove possibilita' espressive. Close-up in bianco e nero, di grande formato, ottenuti scansionando le impronte di luce lasciate su carta fotosensibile da oggetti d'uso quotidiano posti 'a contatto'. A cura di Marinella Paderni.
a cura di Marinella Paderni
Nella personale dal titolo BIG BANG Davide Tranchina presenta un ciclo di opere inedite con cui l’artista sperimenta un diverso impiego del medium fotografico, più concettuale e volto a esplorare nuove possibilità espressive. Sono close-up in bianco e nero, di grande formato, ottenuti scansionando le impronte di luce lasciate su carta fotosensibile da oggetti d’uso quotidiano posti “a contatto”. Queste tracce luminose paiono scie di una presenza spettrale, effimera, e disegnano nello spazio nero dello sfondo forme dall’immagine familiare ma dall’aspetto surreale. Ricordano navi fantasma, funghi atomici, spazi siderali e galassie provenienti da universo misterioso, lontano, permeato di realismo magico ma anche di solitudine. Oppure possono sembrare frammenti evanescenti di un sogno e realtà immaginate che affiorano dalle profondità della nostra “caverna interiore”, dove abitano le passioni più segrete.
Un senso di metafisica bellezza è manifestato dal risalto dato ai rapporti cromatici tra luce/oscurità e dalla deriva semantica degli oggetti impressi, che nelle immagini di Davide Tranchina diventano “altro” smascherando la natura ambigua del reale.
Un importante elemento di differenza rispetto ai lavori precedenti risiede nella perdita di un referente con la realtà, che lascia posto all’emergere di una soggettività e di una narrazione visionarie. Nell’installazione ambientale costruita in un’ala della galleria, ad esempio, l’artista crea uno spazio siderale dove lo spettatore può esperire la realtà mentale di un notturno stellato.
Un procedimento antico e rudimentale come l’immagine “a contatto” assume nel lavoro di Davide Tranchina una valenza di novità: non solo nella sua qualità estetica, ma anche nella sua pratica concettuale. Infatti, l’obsolescenza di una tecnica superata può liberare quella dimensione utopica insita agli albori di ogni processo tecnologico, svelando la doppia valenza delle cose - ne parla suggestivamente Walter Benjamin ne’ I passages di Parigi. In questo lavoro l’artista ricorre a un modello artistico alternativo capace di esprimere visivamente quella contraddizione esistente tra il realismo insito nella fotografia e il reale, mostrando tanto l’oggetto quanto la sua “ombra” e riflettendo sulla percezione delle cose e la loro immagine a posteriori.
Disponibile in galleria il testo critico della curatrice.
Ufficio Stampa Sara Zolla
press@nicolettarusconi.com
Inaugurazione: martedì 17 novembre 2009, dalle 18.30.
Galleria NICOLETTA RUSCONI
Corso Venezia 22, Milano
Orari di accesso per il pubblico: da martedì a sabato, dalle 15 alle 19
Chiuso domenica e lunedì.
ingresso libero