S.T.O.P Sopravvivere nei Territori Occupati Palestinesi. Per il fotografo Gerusalemme rappresenta una tappa di un percorso ricco di esperienze umanitarie; un'occasione per testimoniare il proprio tempo ma anche per viverlo con consapevolezza e dignita'.
A cura di Ezio Turus
Questo lavoro è parte del progetto riguardante lo stato di salute mentale della popolazione palestinese che vive nella West Bank e nella striscia di Gaza.
Il progetto è stato realizzato per la ONG spagnola Medicos del Mundo (Marzo-Giugno 2008).
Hebron, che si trova nella parte sud della West Bank custodisce la tomba dei patriarchi luogo sacro per musulmani ed ebrei.
La città è divisa in due settori: H1 sotto il controllo della dell'autorità palestinese ed H2, un area di 4,3 km quadrati sotto il controllo delle autorità israeliane.
Questa zona include la città vecchia dove 500 coloni ebrei vivono "blindati" all'interno di 4 insediamenti. Ad Hebron ci sono circa 2000 militari israeliani.
Oggi più del 60% della comunità palestinese ha abbandonato la città vecchia a seguito dell'occupazione militare.
Alcune delle persone fotografate in questo lavoro sono state esposte ad una serie di eventi traumatici, quali il carcere, la tortura, l'occupazione/demolizione di case, chiusura attività commerciali e limitazione quotidiana dei movimenti (check point; block road).
La occupazione/demolizione delle case, usata come punizione collettiva da parte dell'esercito israeliano, hanno un enorme impatto psicologico. La casa non è solo un rifugio, ma il cuore della vita familiare.
Perdere la casa è più di un disastro fisico, perchè evoca tutte le esperienze traumatiche connesse con l'essere un rifugiato.
tratto dall'Editoriale "Fotoit" Maggio 2008
... È un autore sensibile Giovanni, un autore che ha la capacità di percepire "il silenzio assordante del dolore" e di riuscire a narrarlo con straordinaria partecipazione. I suoi lavori sono sì frutto di grande talento, ma sono soprattutto conseguenza di una sensibilità fuori dal comune.
Io ho avuto modo di conoscerlo nel 2005 ai tavoli di lettura del circuito "Portfolio Italia". «Mi sono formato, nella capacità di strutturare la realizzazione di una storia per immagini, partecipando negli ultimi anni agli Incontri a Lettura di Portfolio. Per me ascoltare i pareri degli esperti rivolti alle mie opere è stata una scuola decisiva che mi ha permesso di crescere rapidamente.» Sono parole di Giovanni.
Quell’anno lui partecipò a tutti gli otto appuntamenti del circuito, presentando ogni volta un portfolio diverso. Vinse una prima volta a Foiano della Chiana con "Fisenghe" e poi a Bibbiena con "Nelle tue mani" (un lavoro che, a Prato, ottenne anche il "Premio Kiwanis").
L’anno successivo si ripresentò e fu premiato a Solighetto con "Falene" (appassionata testimonianza su una scuola per non vedenti in Etiopia) e poi a San Felice sul Panaro con "Hotel Argentina" (diario di un viaggio nella realtà sociale del Paese sudamericano). E fu quest’ultimo lavoro a trionfare nella selezione finale del circuito andando a conquistare il "Gran Premio Epson Italia" quale miglior portfolio del 2006.
Ma nello stesso anno Marrozzini ha avuto anche la soddisfazione di veder editi due suoi lavori, "Falene", pubblicato nella collana Monografie della FIAF, ed "Eve" (un delicato reportage sulla condizione di vita delle donne Wolayta e sul dramma delle mutilazioni genitali). L’anno successivo ancora altri riconoscimenti, con la conquista del "Gold Award with Distinction" e la conseguente nomina di "Photographer of the Year 2007" nella nona edizione della "Convention Internazionale Orvieto Fotografia", e poi il conseguimento del "Premio Internazionale Flavio Faganello" istituito nell’ambito di "RoveretoImmagini".
«La mia evoluzione come fotografo è direttamente proporzionale alla mia crescita come persona.»
E per uno come Giovanni non potrebbe essere differentemente.
Il suo modo di fare fotografia è indotto da motivazioni ideologiche e da aspirazioni benefiche che sono insite nella sua stessa personalità.
Per lui fotografare è un modo di vivere.
All’inizio del 2008, Giovanni ha vinto il prestigioso "Premio Internazionale di Fotografia Umanitaria Luis Valtueña", un rinomato concorso organizzato in ricordo dei cooperanti di "Medicos del Mundo" assassinati in Ruanda e in Bosnia Erzegovina. Ora, a seguito del Premio, l’Associazione "Medicos del Mundo" gli ha commissionato la realizzazione di un reportage fotografico sullo stato di salute fisica e mentale della popolazione palestinese nei territori occupati (West Bank-Striscia di Gaza) in seguito all'embargo internazionale ed agli attacchi israeliani.
Per Giovanni Marrozzini, Gerusalemme rappresenta, dunque, un’altra tappa di un percorso già ricco di esperienze umanitarie; un’altra occasione per testimoniare il proprio tempo ma anche per viverlo con consapevolezza e dignità.
Fulvio MERLAK
Presidente della FIAF
Inaugurazione mercoledì 18 novembre ore 18.30
Galleria Fenice
via Cesare Battisti, 2 Trieste
Orari: da Lunedì a Venerdì 10.00-11.30 e 17.00-19.00