Pizia Arte
Teramo
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Andrea Di Marco
dal 5/6/2002 al 30/6/2002
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Segnalato da

Patrizia e Manuela Cucinella



 
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5/6/2002

Andrea Di Marco

Pizia Arte, Teramo

'Sono immagini che sembrano dipinte nelle ore tarde del giorno, nel momento in cui le ombre si allungano e i colori perdono di brillantezza,con una malinconia diffusa e un addensarsi di sensazioni. (...) Paesaggi senza soggetto,senza presenze e senza alcun oggetto che ne definisca la situazione dal punto di vista emotivo.' Luca Beatrice


comunicato stampa

Tarde ore del giorno
a cura di Patrizia e Manuela Cucinella

Nel testo di accompagnamento alla mostra Luca Beatrice scrive:

Il paesaggio è un'immagine ma anche un concetto. Nella storia della pittura il paesaggio si pone come una categoria dai confini marcati che investe secoli di ricerca e di sperimantazione formale.

Nell'arte concettuale il paesaggio definisce spazio,tempo e territorio di un particolare frammento creativo,offre le coordinate reali nel processo di avvicinamento,se non d'incontro,tra arte e vita.
Il paesaggio dell'epoca contemporanea si distingue per aver tralasciato l'aspirazione al sublime ed essersi orientato verso siti che caratterizzino il vivere hic et nunc,proprio oggi e proprio in questo tempo.Raro trovare lo scorcio en plein air che aveva caratterizzato buona parte della pittura classica e dell'impressionismo:è invece subentrata l'immagine delle società postindustriale,organizzata prevalentemente in due filoni,e comunque in strutture chiuse.Da una parte si fa strada quell'uniformità di sguardo che predilige scorci molto simili e ricorrenti tra loro(periferie,fabbriche,degradazioni ecc.........),esatto rispecchiamento in negativo di un mondo evoluto.Dall'altra invece un accentuato localismo che punta sulla specificità,sul caratteristico,sull'etno-tradizionale,sul regionalismo,su quanto riscatti insomma la componente particolare come difesa da affermazioni e visioni troppo generiche.
Andrea Di Marco non sceglie nè una strada nè l'altra ma si dedica piuttosto ad unificare nelle sue nuove tele l'indagine pittorica e la speculazione concettuale.Questo ciclo di opere,che per vezzo di estrema semplicità chiameremo Paesaggio,nasce con un preciso intendimento:tener basso il tono narrativo evitando spericolati effetti speciali,imporsi una regola e una grammatica,puntare sul''riscatto ideologico''di una pittura colta e deliberatamente fuori moda.Di Marco ha riconsiderato quella particolare linea della pittura italiana che va dal tardo classicismo al ''ritorno all'ordine'',studiando nelle sfumature le diverse scuole regionali del tardo '800. Ha infatti compreso la modernità di un'arte considerata dai più antiavanguardista e conservatrice,perchè la consuetudine iconografica,l'iterazione dei soggetti,permette di lavorare sulla forma pura senza interferenze di cosiddetti temi forti.Pittura che diventa colore,pennellata,incidenza della luce,sapienza dell'impianto.E,allo stesso tempo,pittura concettuale che opera sulla figura in assenza di soggetto,o meglio dove il soggetto esegue un ruolo pretestuoso,araldico,e non di contenuti.

Coraggiosa la strategia di radicale cambiamento di un artista che per natura e carattere si lascia affascinare dal gusto del paradosso e dell'incastro postmoderno di storie differenti comprese nella medesima struttura.I precedenti quadri di Di Marco sono fantasiosi e bizzarri,prendono in contropiede lo spettatore,sono densi di topoi letterari respirati nel vivace clima palermitano di questi anni.Qui,per contro,l'uniformità tematica e stilistica è una precisa scelta di far condividere particolari raffinatezze e preziosismi pittorici con la volontà di utilizzare ciò che resta del soggetto per una riflessione teorica e concettuale sulla pittura.

Sono immagini che sembrano dipinte nelle ore tarde del giorno, nel momento in cui le ombre si allungano e i colori perdono di brillantezza,con una malinconia diffusa e un addensarsi di sensazioni.E già scegliere un tempo così breve,così liminare,la dice lunga sul desiderio di trovare una purezza inconsueta.Paesaggi senza soggetto,senza presenze e senza alcun oggetto che ne definisca la situazione dal punto di vista emotivo.Denotano e non connotano un muro sbrecciato o ricoperto da graffiti,una vegetazione povera,si aprono su cortili o indagano angoli della strada,entrano nella hall di un hotel o in un aeroporto di provincia.
Niente di turistico, nessuna promessa esotica, è un posto che potrebbe stare in qualsiasi parte del mondo ma che solo un occhio ''pittorico''potrà catturare ed evidenziare.E' necessario sgomberare il campo da un eventuale equivoco,che Di Marco sia impegnato in un'operazione retrò e nostalgica.Niente di più sbagliato,anzi Di Marco realizza in pittura ciò che si sta (ri)affermando in altri campi della cultura.Nel New Acoustic Mouvement,nella considerazione delle pratiche artigianali,nel recupero della struttura romanzesca lineare si respira un clima più meditato e meno da effetto speciale.Perchè sono finiti i sensazionalismi e si sono attenuate le stagioni dell'eccesso visivo.

Ed è qui che ci giunge in aiuto il riferimento al concettuale. Per molti altri artisti fotografi l'osservazione del paesaggio non può prescindere dalla condivisione con esso.Sugimoto osserva il mare sempre dalla solita finestra eppure ogni volta si ha l'impressione di qualcosa di diverso.On Kawara manda cartoline dal mondo con il rassicurante messaggio''Sono ancora vivo''.Luigi Ghirri prima di fotografare uno scorcio di paesaggio ne modificava l'aspetto,per esempio dipingendo i muri con un determinato colore,malcelando l'ambiguità tra vero e falso,realtà e immaginazione.

Nella foto: 'Minute Maid', olio su tela, 2002.

Con questo ciclo di opere,che non ho dubbi nel definire sorprendenti, Di Marco compie il salto nella maturità artistica, in un impegno teorico accompagnato da altrettanto talento.Pittura che è soprattutto filosofia di pittura.

Andrea Di Marco è nato a Palermo nel 1970 dove vive e lavora

Personali
2002 ''Tarde ore del giorno'' Pizia Arte,Teramo-Internet ''Paesaggio'' Es,Torino
2000 ''Andrea Di Marco'' Juliet,Trieste
1999 ''U-family'' galleria Sergio Tossi,Prato
1998 ''Soprattutto sottoterra'' galleria Sergio Tossi,Prato
1997 ''Due nuovi'' galleria Prati,Palermo
1991 ''Andrea Di Marco'' Oratorio di S.Sebastiano,Forlì


Collettive
2001 ''Premio Cairo Communication'' la Posteria,Milano ''Emporio'' Via Farini, Milano ''Palermo Blues'' Cantieri Culturali alla Zisa,Palermo Cartiere Vannucci,Milano ''Casa-A.Di Marco-F.Tulli'' Le Nuvole,Palermo ''Il genio di Palermo'' studi aperi degli Artisti,Palermo
2000 ''Sui generis'' PAC,Milano ''XV Triennale Internazionale d'arte Sacra'' Castello Piccolomini,Celano(AQ)
1999 ''Arte moltiplicata'',centro culturale Le Cappuccine,Bagnocavallo,(RA) ''La vendetta dei pomodori assassini'',mostra itinerante:ES,Torino-Tossi,Prato- Studio G.,Milano-Banchi Nuovi,Roma
1998 ''Cronache Vere'',Spazio Consolo,Milano ''Artefici'',Rampa Francesco Di Giorgio,Urbino ''Scusi tanto disse un riccio scendendo da una spazzola'',Pio Monti,Roma
1997 ''Aperto 97'',Flash Art Museum,Trevi(PG) ''Comic Art'',Studio 10,Koira -Svizzera
1996 ''Project Room'', galleria Sergio Tossi,Prato
1992 ''Assedio'' Rocca di Forlimpopoli,Forlì
1991 ''Ipotesi a confronto'', Musei Comunali,Rimini


Pizia Arte
Via Cavour 39
Teramo

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dal 19/7/2006 al 14/9/2006

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