Il percorso espressivo di Gianfreda presenta una ricerca sul costante rapporto dialettico tra i materiali -legno, ferro, terra, pietra- la forma strutturale e l'energia. Moffa inventa ricami che sembrano fatti a 'punto croce', solchi che diventano occhielli grazie ai quali affacciarsi in realta' sconosciute.
Martedì 12 Gennaio 2010 alle ore 18,30 a Milano presso la Galleria Scoglio di Quarto, via Ascanio Sforza 3, diretta da Gabriella Brembati, si inaugura la personale di Alberto Gianfreda 'Forze, variabili e forme', in catalogo testo critico di Andrea B. Del Guercio.
Alberto Gianfreda
Forze, variabili e forme
Il percorso espressivo di Alberto Gianfreda presenta i caratteri esemplari di un’attività di ricerca condotta con attenzione e rigore sul costante rapporto dialettico tra i materiali, il legno ed il ferro, la terra e il ferro, la pietra ed il ferro; tra la forma strutturale e l’energia aperta, tra il peso reale e la leggerezza delle emozioni, tra il tema della compattezza che stringe e racchiude e l’idea che svela; in questi anni l’attività ed il lavoro si sono caratterizzati attraverso un processo di acquisizione di esperienza e quindi lungo un consolidamento nella produzione sistematica dei materiale plastici e di configurazione delle opere, articolate tra soluzioni implose nella presenza magmatica della terra refrattaria od in rapporto con lo spazio e le funzioni concettuali della percezione.
All’interno dei percorsi di ricerca e di produzione, hanno trovato spazio significativi momenti espositivi e soprattutto tangibili occasioni di committenza pubblica caratterizzate da forme di istallazione a carattere permanente; all’interno dei rapporti che intercorrono tra la sperimentazione dedicata ai linguaggi visivi della scultura ed ancora di fronte agli atti espressivi di progettazione e di verifica operativa tra la tangibilità estetica e le funzioni ad essa collegata, si è venuta a configurare la prima maturità di Gianfreda.
Ogni nuovo e recente momento espositivo, soprattutto se a carattere personale, cioè qualificato dall’occupazione autonoma dello spazio attraverso la scultura, hanno messo in evidenza e sottolineato il conseguimento esperienziale di un terzo dato tematico; lo spazio. Se la scultura nasce dalle interferenze tra due materiali e forme distinte ed autonome, tra valori diversi, tra nature contrastanti nella dialettica delle intenzioni, la cultura visiva di Gianfreda, cioè l’essenza della sua ricerca espressiva e la valenza estetica percepita dalla fruizione trova ragione e valore nella presenza dell’opera nello spazio, nel territorio percorso dallo sguardo e dal gesto, dal movimento verso la lettura della tridimensionalità.
Dalle piccole dimensioni dei materiali dialoganti alle grandi architetture sostenute e alleggerite dalla rete di relazioni, dal legno al ferro, dalla tavola al piombo, dalla superficie rotante alla definizione conclusa e inagibile di un’area, i valori in gioco subiscono senso e valore nella collocazione ambientale, si affermano all’interno dei processi di istallazione; ogni opera di questi ultimi anni dimostra di aver maturato all’interno dei suoi processi creativi la coscienza dello spazio e quindi l’esigenza di superare la dialettica interna per proiettarsi oltre, per affermare le relazioni, per cercare la trascrizione della sua natura artistica con la percezione estetica.
Tavole e ferri che si inseguono, materie serrate e ricucite tra di loro, che continuano a confrontarsi lungo un percorso insanabile ed inarrestabile, profondamente caratterizzato da una natura progettuale instancabile, perseguita con l’equilibrio della partitura musicale, attenta alla ricerca di sottolineature improvvise, acuti, e di nuovo movimenti che si arrovellano su se stessi; ovunque lo spazio lega il movimento della superficie, le sue dilatazioni e la sua distribuzione nel dialogo silenzioso delle materie povere, osservate con attenzione da Gianfreda. Nasce e si afferma una scultura che ha radici attente e colte nello spirito e nella volontà della ricerca contemporanea, che si apre al confronto con l’eredità analitica e che si afferma attraverso la centralità dei processi di elaborazione linguistica dell’arte. (Alberto Gianfreda, la scultura dialoga al suo interno e si afferma nello spazio. Di Andrea B. Del Guercio)
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Maria Teresa Moffa “La pittura di Maria Teresa Moffa sembra volerci indurre a visitare tutti questi luoghi. Con la precisione di chi ha dedicato una vita al restauro, l’artista inventa ricami che sembrano fatti a “punto croce”, solchi che diventano occhielli grazie ai quali affacciarci, chissà dove e chissà come. Minuziosi fondi per nulla banali e monotoni, bensì impreziositi da piccoli tratti colorati a più tinte, anche attraverso dei semplici pantoni, che ricoprono l’inera superficie. Questa è la strada della ricerca intrapresa da Moffa nelle sue opere…..” da In Due, “Percorsi di Calma Apparente”. Di Mabel Giraldo
Immagine: Alberto Gianfreda
Inaugurazione Martedì 12 Gennaio 2010 alle ore 18,30
Galleria Scoglio di Quarto
via Ascanio Sforza, 3 Milano
orario:dal martedì al venerdì, dalle 17,00 alle 19,30 o per appuntamento
ingresso libero