Auditorium Parco della Musica
Roma
viale Pietro de Coubertin, 10
06 80241281 FAX 06 80241212
WEB
Arvo Part, un ritratto
dal 22/1/2010 al 30/1/2010
06 80241574

Segnalato da

Massimo Pasquini



approfondimenti

Roberto Masotti
Arvo Part



 
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22/1/2010

Arvo Part, un ritratto

Auditorium Parco della Musica, Roma

Nell'ambito di Contemporanea, la Fondazione Musica per Roma rende omaggio al compositore estone con una serie di concerti e una mostra di fotografie, allestita nel foyer Sinopoli. Gli scatti sono stati realizzati tra il 1988-2006 da Roberto Masotti. In tutto sono una ventina di grandi fotografie la cui selezione, iniziata per l'associazione Borderland a Sejny, in Polonia, e' qui ampliata con poche immagini piu' recenti.


comunicato stampa

Questo mio nuovo ritratto fotografico è rivolto ad Arvo Pärt, amico e grandissimo compositore estone. I precedenti, organizzati in mostra, sono stati negli anni, dedicati a John Cage, a Keith Jarrett, a Han Bennink, a Demetrio Stratos. Questo incontro è indissolubilmente legato a ECM e a Manfred Eicher, tramite riferimenti databili e precisi. Il ritratto, si muove tra chiarezza ed evanescenza, è a un tempo essenziale e sfumato. In tutto sono una ventina di grandi fotografie; la selezione è iniziata per l’associazione Borderland a Sejny, in Polonia, ed è qui ampliata con poche immagini più recenti. Questo gruppo d’immagini, approvato dal compositore, in collaborazione con ECM, è frutto di una scelta feroce dato che l’artista e l’uomo possono essere solamente evocati, richiamati dalla forza delle immagini, in cui, spesso, lo sguardo così umano dell’artista incontra il nostro e ci cattura. Roberto Masotti

Diario dell'anima. Omaggio a Arvo Pärt

"Volevo soltanto una linea musicale che fosse portatrice di un’anima come quella che esisteva nei canti di epoche lontane". Arvo Pärt

La musica di Arvo Pärt è una musica di sofferenza e per esprimerla i mezzi utilizzati sono paradossalmente semplici: qualche nota, ripetizioni melodiche elementari, sequenze ritmiche ipnotizzanti, niente tonalità, niente modulazione e soprattutto silenzio. Un silenzio sottile che conferisce a questa musica un carattere così misterioso e struggente.

Un diario di questa ricerca del silenzio interiore e della spiritualità più intima, dove la musica conduce ineluttabilmente verso il profondo dell’anima umana. Arvo Pärt oggi è il compositore più amato dal pubblico, sebbene la sua comparsa in scena si limiti al minimo indispensabile. La sua attiva presenza al nostro Omaggio non può che rendere le serate uniche ed irripetibili. Diario dell’anima si presenta con quattro concerti ed una collaborazione, a testimoniare la straordinarietà dell’evento, tra Fondazione Musica per Roma e Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Istituzione Universitaria dei Concerti e Accademia Filarmonica Romana. Per la prima volta in Italia il musicista estone affida nuove creazioni a una formazione musicale italiana: il PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble.

Il pensiero musicale di Arvo Pärt, al di la delle apparenze, non segue mai, generalmente, le regole e l’ordito della polifonia classica. La sua scrittura compositiva ricorre solo in casi isolati alla sovrapposizione “misurata” delle linee sonore, e ancor più di rado al dinamismo motorio prodotto, tradizionalmente, dalla diverse declinazioni dei procedimenti contrappuntistici. Se si cercasse di rappresentare la musica di Part attraverso il metodo della “immaginazione iconica” dell’amatissimo Pavel Florenskij si otterrebbe una figura totalmente diversa da quella della trama. Si dovrebbe invece cercare di disegnare nello spazio silenzioso della mente una sorta di filo luminoso, lungo, sinuoso, potenzialmente “infinito” intorno al quale si avvolgono altri filamenti di diverso colore, forse di natura meno eterea, più spessi, fatti di materia più concreta e “dura”. Il filo corrisponde all’essenza fondamentalmente “monodica” del pensiero di Part, alla sua severa, parca invenzione tematica che porta, inderogabilmente, allo sviluppo orizzontale, all’estensione ramificata dei materiali musicali. Gli altri filamenti sono invece la rappresentazione delle diverse, cangianti, ricchissime facce timbrico-sonore delle opere di Part, facce che letteralmente si avvolgono, si avviluppano “intorno” alle linee monodiche racchiudendole in un involucro “trasparente” senza mai nasconderle.

In questo originalissimo “atteggiamento” compositivo si disegna una sotterranea, anche se poco notata continuità tra le due grandi “zone temporali” della creatività musicale di Part. Da un lato il lungo, semiclandestino periodo, durato sino alla fine degli anni Sessanta, durante il quale il compositore estone, sotto la guida del suo grande maestro, Heino Eller, ha praticato, con grande consapevolezza tecnica, il metodo per comporre con dodici suoni (sbrigativamente: la tecnica dodecafonica). Dall’altro la fase della cosiddetta rinascita: a partire dalo le sue abituali propensioni alla discrezione e all’assenza, il compositore estone seguirà assiduamente, in prima persona e da vicino, lo svolgimento degli incontri e dei concerti, “concertando” insieme ai musicisti i pezzi “antichi” e quelli nuovissimi.

E in secondo luogo perché i quattro concerti che costituiscono le pagine di questo inedito “Diario dell’Anima” toccano alcuni degli spazi nascosti della costellazione delle opere di Part. Nel corso del primo concerto, ad esempio, si ascolterà in prima assoluta la nuova versione per voce, 4 viole e 4 violoncelli degli Zwei Wiegenlieder del 2002 concepiti originariamente per soprano e ensemble (ed è questa la prima volta in cui Part affida ad un ensemble italiano, il PMCE, la creazione di una propria opera). Oppure, nello stesso concerto, ci sarà la sorpresa di una versione totalmente nuova, affidata al flauto basso e al pianoforte, di Spiegel im Spiegel, uno dei pezzi cardine della svolta stilistica della fine degli anni Settanta. L’incursione più profonda nella nuova maniera di Part è rappresentata però dalla prima esecuzione italiana della Sinfonia n. 4, la cosiddetta “Sinfonia degli Angeli” eseguita per la prima volta nel gennaio di quest’anno dalla Los Angeles Philharmonic orchestra diretta da Esa Pekka Salonen. Ma gli altri concerti, affidati agli interpreti prediletti di Arvo Part, dal Theatre of Voices di Paul Hillier ai Thallis Scholars fino all’Accademia di S. Cecilia, sveleranno anche le anime stilistiche più radicate nel tempo della scrittura di Part: ad esempio il celeberrimo Magnificat del 1989 preceduto però dagli amatissimi maestri del rinascimento inglese di quello fiammingo, oppure il “cardinale” Stabat Mater del 1985, capolavoro di miracolosa fusione tra il rigore della struttura matematica profonda e la libertà di movimento delle plurime superfici sonore.

Bisogna infine sottolineare che per contribuire alla realizzazione di questo straordinario “Festival Part” hanno riunito le loro forze le quattro maggiori istituzioni musicali romane: oltre alla Fondazione Musica per Roma, l’Accademia Nazionale di S.Cecilia, l’Accademia Filarmonica Romana e l’Istituzione Universitaria dei Concerti. Guido Barbieri

Programma della rassegna su
http://www.auditorium.com/eventi/rassegne/4955938

Inaugurazione della mostra 23 gennaio 2010, alle ore 19,30

Auditorium Parco della Musica, Foyer Sinopoli
viale Pietro de Coubertin, 30, Roma
ingresso gratuito

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Giami Piacentile
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