La retrospettiva fa il punto sulle opere che l'artista pop ha realizzato appropriandosi delle immagini provenienti dalla storia dell'arte moderna. Per la prima volta una mostra mette in luce il debito che il Postmoderno ha nei confronti dell'opera di Lichtenstein. L'esposizione, suddivisa in sezioni tematiche, parte dai lavori degli anni '50, nei quali l'artista rivisitava iconografie medievali e reinterpretava dipinti di artisti americani come William Ranney o ricalcando gli stilemi espressivi dell'astrattismo europeo e gli universi di Paul Klee o di Picasso. A cura di Gianni Mercurio.
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a cura di Gianni Mercurio
Roy Lichtenstein torna ad esporre in Europa con una grande mostra antologica che si preannuncia come uno degli eventi artistici più importanti del nuovo anno. La mostra, a cura di Gianni Mercurio, si inaugurerà alla Triennale di Milano il 25 gennaio e, nel mese di luglio, sarà trasferita al Ludwig Museum di Colonia, dove rimarrà aperta al pubblico fino al 3 ottobre 2010. Realizzata in collaborazione con The Roy Lichtenstein Foundation e prodotta dalla Triennale di Milano e da Alphaomega Art, in collaborazione con il Comune di Milano, l’esposizione include oltre cento opere, tele per lo più di grande formato, oltre a numerosi disegni, collages e sculture provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private internazionali, tra le quali il Ludwig Museum di Colonia, il Ludwig Forum di Aachen, il Louisiana Museum di Copenaghen, il Whitney Museum e il Gugghenheim Museum di New York, il Moderner Kunst Museum di Vienna, the Broad Art Foundation di Los Angeles.
Il curatore, Gianni Mercurio, già noto per aver tra l’altro firmato alla Triennale di Milano grandi mostre antologiche dedicate ad Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, ha ideato una retrospettiva di Lichtenstein che per la prima volta fa il punto sulle opere che l’artista pop ha realizzato appropriandosi delle immagini provenienti dalla storia dell’arte moderna. È la prima volta che la mostra esplora in modo organico e completo questo significativo aspetto del lavoro di Lichtenstein, che mette in luce il debito che il Postmoderno ha nei confronti della sua opera. La mostra, suddivisa in sezioni tematiche, parte dai lavori degli anni ’50, poco conosciuti e molti di essi esposti per la prima volta, nei quali l’artista rivisitava iconografie medievali e reinterpretava dipinti di artisti americani come William Ranney ed opere come Washington Crossing The Delaware del pittore Emanuel Gottlieb Leutze, (c. 1851), ricalcando gli stilemi espressivi dell’astrattismo europeo e, in particolare, gli universi di Paul Klee e di Picasso.
In questa fase della sua produzione l’artista mescolava il modernismo proveniente dall’Europa con i vernacoli della storia e della cultura americana: gli indiani e il Far West, le scene di vita dei pionieri alla conquista delle terre, gli eroi e i cow-boy. Nel periodo eroico della Pop Art, i primissimi anni sessanta, Lichtenstein definisce il proprio stile e linguaggio pittorico, e inizia una rivisitazione di opere celebri di artisti del passato più o meno recente. La rielaborazione di opere di Picasso, Matisse, Monet, Cézanne, Léger, Marc, Mondrian, Dalì, Carrà, è concepita a partire dalle pubblicazioni a scopo divulgativo: un modo per riportare (ridurre) la dimensione ineffabile della pittura a quella di “oggetto stampato” e commercializzato. Le sezioni della mostra comprendono opere realizzate dagli anni Cinquanta agli anni Novanta e ispirate al Cubismo, all’Espressionismo, al Futurismo, al Modernismo degli anni ’30, all’astrazione minimalista, all’Action Painting, e ai generi del paesaggio e della natura morta.
La mostra sarà accompagnata, da un catalogo edito da Skira, di 400 pagine, tutto a colori, contenente oltre al testo introduttivo del curatore, saggi critici di Demetrio Paparoni, Robert Pincus-Witten, Annabelle Ténèze, Frederic Tuten. Una selezione di materiale fotografico in gran parte inedito e un documentario sulla vita, realizzato appositamente per l’occasione, completeranno l’esposizione. Il catalogo sarà pubblicato in differenti edizioni (Italiano, Inglese e Tedesco).
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curated by Gianni Mercurio
Roy Lichtenstein is to be seen in Europe once more in a wide-ranging show that promises to be one of the most important artistic events of the new year. The show, curated by Gianni Mercurio, will open in the Triennale di Milano on January 26 and, in July, will then travel to the Ludwig Museum, Cologne, with the title “Roy Lichtenstein, Kunst als Motiv”, co-curated by Stephan Diederich where it will remain open to the public until October 3 2010. Realized together with the Roy Lichtenstein Foundation and organized by the Triennale di Milano and Alphaomega Art in collaboration with the Milan City Council, the show will include over one hundred largescale canvases as well as various drawings, collages, and sculptures leant by prestigious international public and private collections.
Among these are the Ludwig Museum, Cologne; the Ludwig Forum, Aachen; the Louisiana Museum, Copenhagen; the Whitney and Guggenheim Museums, New York; the Moderner Kunst Museum, Vienna; and the Broad Art Foundation, Los Angeles. Gianni Mercurio, the show’s curator, is also well known for having organized other anthological shows for the Triennale di Milano, including those of works by Andy Warhol, Keith Haring, and Jean-Michael Basquiat. His Lichtenstein retrospective will, for the first time, take stock of the works this Pop artist made by appropriating images from the history of modern art. This is the first time that a show will explore in a coherent and complete way this significant aspect of Lichtenstein’s work and highlight Postmodernism’s indebtedness to it.
The exhibition, arranged thematically, begins with little-known works from the ‘fifties, many shown here for the first time. In them the artist “revisited” medieval iconographies, reinterpreted paintings by such American artists as William Ranney and such works as Washington Crossing the Delaware by the painter Emanuel Gottlieb Leutze (c.1851), and did so reusing the expressive styles of European abstraction and, above all, of Paul Klee and Picasso. In this phase of his production the artist mixed European Modernism with the vernacular of American history and culture: Indians and the Far West, scenes from the life of pioneers conquering the land, heroes and cowboys.
In the heroic period of Pop Art, during the early ‘sixties Lichtenstein developed his own painterly language and style and began to make his own use of the works by artists from the more or less distant past. His reelaboration of works by Picasso, Matisse, Monet, Cézanne, Léger, Marc, Mondrian, Dalí, and Carrà, was inspired by mass-produced and widely diffused publications: this was a way of transferring (and reducing) the incomparable scope of painting to that of a commercialized “printed object”.
Immagine: Oil and magna on canvas 243.8 x 325.1 cm, 1974
Organizzazione: La Triennale di Milano /Alphaomega Art
Ufficio Stampa della mostra: Sveva Fede
Tel. 0575.24841 – 06.45439494 fax 0575.370368 Sveva.fede@libero.it
Assistente: Daria Bellucco daria.bellucco@alphaomega.it
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne La Triennale di Milano
Antonella La Seta Catamancio
Damiano Gullì, Marco Martello, Mattia Pozzoni
tel 0272434241 0272434205, fax 0272434239 ufficio.stampa@triennale.it
Per informazioni: 02.724341 – info@triennale.it
Biglietteria: 02.72434208
Presentazione alla stampa Lunedì 25 gennaio, alle ore 11.30
Inaugurazione ore 18.30
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 Milano
orario: Tutti i giorni dalle 10.30 alle 20.30
lunedì chiuso
In occasione della grande mostra Roy Lichtenstein Meditations on Art viene estesa anche al venerdì l'apertura fino alle ore 23:00 e la possibilità di prendere un aperitivo visitando le mostre della Triennale di Milano e del Triennale Design Museum.
Biglietteria e caffetteria chiudono alle 22.00
biglietti: Intero - 9,00 Euro – Ridotto: 6,50 – 5,50 euro