Luci d'Ombra. Viaggio per le antiche stanze dell'ex ospedale psichiatrico di Maggiano. La macchina fotografica ripercorre i lunghi corridoi abbandonati, i grandi saloni, le celle sporche e i bagni devastati, tracce di vite vissute ai margini.
Si apre martedì 2 febbraio a Villa Paolina Bonaparte di Viareggio, nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita di Mario Tobino e organizzata dal comune di Viareggio, Assessorato alla Cultura, la mostra “Luci d’Ombra – Viaggio per le antiche stanze dell’ex ospedale psichiatrico di Maggiano” del fotografo viareggino Giovanni Nardini.
Si tratta di un altro viaggio nella memoria, di quelli a cui ormai Nardini ci ha abituato, attraverso i luoghi deserti del manicomio, quella struttura un tempo così possente da incutere quasi timore e oggi così mansueta. La macchina fotografica ripercorre e indaga attraverso i lunghi corridoi abbandonati, i grandi saloni, le celle sporche e i bagni devastati, tracce di vite vissute ai margini, dove il confine tra la normalità e la follia diventa veramente sottile. A quasi trent’anni dalla legge Basaglia, che fece chiudere i manicomi denunciandone in qualche modo le condizioni in cui vivevano i malati di mente e a quasi dieci anni dalla dimissione degli ultimi degenti, la struttura, oggi abbandonata e preda di vandali, rimane altera quasi monumentale. Convento prima, poi convertito in ospedale, Maggiano si erge su una collina vicino a Lucca ed è stato celebrato e reso famoso dai libri dello scrittore Mario Tobino che qui fu medico psichiatra e visse, nelle sue stanze all’interno dell’ospedale, la maggior parte della sua vita, “ perché è solo all’interno che si può conoscere la pazzia”.
Nardini, con timore e rispetto, è entrato in questi luoghi del dolore e della sofferenza. Oggi non si sentono più urla e deliri, non si vedono le nudità o i gesti inconsulti di chi non è capace di scegliere, ma tutto intorno ce ne parla, ci fa rivedere personaggi memorabili descritti da Tobino. La forza delle immagini, i potenti scatti in bianco e nero hanno un forte potere evocativo e lo spettatore non può fare a meno di essere catturato da quest’atmosfera, i chiaro-scuri, le luci e le ombre sembrano riprodurre appieno l’alternanza dei momenti di “lucida follia”. Dice Nardini nella sua presentazione: “Non vi erano più i matti, eppure ogni cosa mi parlava di loro, di quel misterioso dio che viveva dentro di loro, ho fotografato il buio del dolore, della follia, ho gettato la luce della fotografia nei resti delle vite, nei segni labili che il tempo lasciava “. Questo percorso fotografico tenta di penetrare il silenzio, di dar voce a chi non ha parole, di cogliere come dice Tobino quella “misteriosa e divina manifestazione dell’uomo” che è la pazzia. Il lavoro è composto da circa cinquanta immagini di cui quattordici ingrandimenti sono stati stampati nello studio Paolo Valli, stampatore fin art, di Massarosa. La mostra, con il patrocinio della Fondazione Mario Tobino, rimarrà aperta fino al 21 febbraio a Villa Paolina, via Machiavelli 2, Viareggio.
Inaugurazione 2 febbraio ore 18.30
Villa Paolina Bonaparte
via Machiavelli, 2 - Viareggio (LU)
Orario tutti i giorni escluso il Lunedì ore 16-19