Lucilla Catania
Alik Cavaliere
Aldo Ferrara
Franco Garelli
Eduard Habicher
Paolo Icaro
Luigi Mainolfi
Eliseo Mattiacci
Fausto Melotti
Hidetoshi Nagasawa
Arnaldo Pomodoro
Gio' Pomodoro
Giuseppe Spagnulo
Antonio Trotta
Giuseppe Uncini
In mostra opere in ferro, bronzo, ottone, rame, marmo, cemento, alluminio, di una serie di artisti contemporanei: Lucilla Catania, Alik Cavaliere, Aldo Ferrara, Franco Garelli, Eduard Habicher, Paolo Icaro, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci e molti altri.
Opere in ferro, bronzo, ottone, rame, marmo, cemento, alluminio di Lucilla Catania, Alik Cavaliere, Aldo Ferrara, Franco Garelli, Eduard Habicher, Paolo Icaro, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti, Hidetoshi Nagasawa, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuseppe Spagnulo, Antonio Trotta, Giuseppe Uncini
“La materia – scriveva Fausto Melotti una cinquantina di anni fa – non m’interessa. Quello che conta è l’occupazione dello spazio. Il gusto della materia non porterà mai allo stile, anzi può portare fuori dello stile. L’invenzione non è difficile né facile: è un’altra cosa… è un giuoco che, quando riesce, è poesia”.
Dalla linea maestra della scultura tracciata da Medardo Rosso, Boccioni e Fontana, si formano generazioni di artisti a partire da Fausto Melotti ed a seguire, seppure con intenti ed esiti magistrali diversi, gli artisti che presentiamo in questa antologia certamente incompleta, ma comunque interessante per la qualità dei lavori esposti alcuni dei quali presentati in occasione delle mostre personali di alcuni artisti presso la nostra galleria dagli anni sessanta al duemila.
All’ingresso, un lavoro “ritrovato” di Paolo Icaro del 1972 dal titolo “Tre palmi quadri”, acciaio di grandi dimensioni, ci parla di un bisogno concettuale dell’artista di relazionarsi, connettersi in qualche modo con una spessa lastra di acciaio trovata sul pavimento di un’officina “vi posai semplicemente sopra la mia mano sinistra aperta: risultava così un mio palmo quadro...misura fisica del mio modo di essere e di relazionarmi alla cosa….”
Oppure, sempre del 1972, una scultura periscopica di Eliseo Mattiacci, fusione in alluminio
Alta due metri, che sorge dal pavimento come dalla torretta di un sottomarino per osservare l’intorno col suo occhio di specchio e farlo proprio.
E poi il ferro dell’opera di Spagnulo, in cui anche la ruggine contribuisce alla rudezza ed alla forza dell’artista che, dalla propria terra di Puglia sembra aver raccolto pezzi di classicismo greco arrugginiti dalla salsedine adriatica, il grande cemento di Uncini datato 1989 e ancora, la scultura in marmo travertino di Lucilla Catania, piccoli bronzi dei fratelli Pomodoro, di Alik Cavaliere e di Antonio Trotta ed il bellissimo ferro degli anni cinquanta del torinese Franco Garelli.
Un’installazione a parete in acciaio e vetro di grandi dimensioni degli anni novanta del meranese Eduard Habicher ed una “misura” in legno di Aldo Ferrara chiudono la mostra.
Inaugurazione venerdì 5 febbraio 2010 dalle 18 alle 20
Galleria Martano
via Principe Amedeo, 29, Torino
orario 15,30/19,30 mattino su appuntamento
ingresso libero