Castello Estense
Ferrara
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Cromaticos
dal 5/2/2010 al 13/2/2010
10.30-19.30, chiuso lunedi' non festivo

Segnalato da

Simona Paladino




 
calendario eventi  :: 




5/2/2010

Cromaticos

Castello Estense, Ferrara

III Edizione. Le suggestive sale dell'Imbarcadero del Castello Estense di Ferrara accolgono la rassegna di arti visive, per questa edizione dedicata al colore nell'arte come omaggio al pensiero di Goethe e Steiner.


comunicato stampa

A cura di Simona Paladino

Le suggestive sale dell’Imbarcadero del Castello Estense di Ferrara, dal 6 al 14 Febbraio 2010 accoglieranno la rassegna di arti visive Cromaticos giunta alla terza edizione e dedicata al colore nell’arte come omaggio al pensiero di Goethe e Steiner. Il vernissage si terrà sabato 6 Febbraio ore 18.00. Gli artisti partecipanti, anche se con tecniche diversificate, daranno un senso comune alla scoperta del colore come significante.

Ecco i protagonisti:

Jonathan Ted Pannacciò
Le immagini di Jonathan Ted Pannacciò non hanno sfumature, sono un’insieme di forme e figure incastonate tra loro, che costruiscono un universo a metà tra il mitologico e il surreale: sono puzzles di colori che ci portano dentro un mondo che ha dimensioni tutte sue. Lo schema figurativo, tutt’altro che casuale, pullula di forme di vita sconosciute ed affascinanti generate dai vividi contrasti cromatici, che sembrano solo precariamente arginate da un’improvvisa fuoriuscita dalla superficie della tela.

Peppino Campanella
La magia che compie Peppino Campanella è quella di manipolare una materia immateriale: la luce, ovvero il colore nella sua forma più pura. I suoi preziosi oggetti sono il frutto di una tramutazione, quasi alchemica, di semplici lampadine elettriche e pezzi di vetro in vere e proprie poesie di luce, dalle forme uniche ed originali. Qui, il colore prende letteralmente vita, giacché i fasci di luce si rifrangono nella materia vetrosa e ne escono tinti di infinite variazioni di azzurri, verdi, blu, rossi, gialli…

Gianluca Coren
I protagonisti delle tele di Gianluca Coren sono quasi sempre corpi di persone, aggrovigliati ed in posizioni innaturali o stesi quasi a voler occupare il più spazio possibile della tela oppure presenti solo in forma di frammento: una mano, un braccio, un profilo… Il disegno preciso della figura, delineato dai contrasti di luce e ombra, si mescola inaspettatamente con pezzi di lastre metalliche, tavole di legno e grumi di materia pittorica. I corpi assediati dai materiali che li circondano assumono di volta in volta i colori caldi là dove prevale il legno, oppure passano ai freddi toni del blu e dell’azzurro quando sono accostati ai metalli, anche se poi tornano ad essere rossicci ed arancioni quando il ferro si arrugginisce.

Natalya Osadcha
Le immagini di Natalya Osadcha colpiscono perché ad una prima occhiata sembrano fotografie: non solo la tecnica pittorica raffinatissima giunge ad un realismo straordinario, ma anche le inquadrature e i personaggi in posa da foto-ricordo o da foto per qualche giornale di moda che ritrae qualche foto-modella. Quando si capisce che non si tratta di fotografie, bensì di dipinti non si può non rimanere colpiti da quelle che prima sembravano delle banali immagini di vita quotidiana (anche se sempre rigorosamente in posa). I colori diventano quindi per Natalya il mezzo con cui inseguire la realtà: le sfumature della carnagione, i riflessi dei capelli, la buccia e le foglie della frutta vengono scandagliate e minuziosamente riprodotte sulle sue foto-tele.

Alice Burato
I quadri di Alice Burato sono una continua ricerca compositiva di forme e colori: un linguaggio fatto di segni misteriosi ripetuti secondo schemi ben precisi, che sembrano quasi tracciare dettagliate carte topografiche di città, o forse piantine dei labirinti della mente. Non resta che seguire l’artista, attraverso i percorsi da lei delineati ed assaporare ogni sensazione che i suoi grovigli colorati comunicano così nitidamente, grazie ad un ritmo visivo incalzante: ora veloce attraverso le linee blu, ora lento nelle distese dei quadrati rossi, ora zigzagante tra i piccoli quadrati gialli ed ora diritto su linee scure che attraversano l’intera tela.

Germana Tambara
La pittura di Germana Tambara si fa notare per una singolare potenza visiva, data dalle vigorose pennellate che caratterizzano i suoi quadri. Il disegno si annienta, i contorni delle forme si sfrangiano sotto l’azione della pittura motivata da un’urgenza espressiva dirompente. Mentre la forma perde la sua riconoscibilità, i colori sembrano moltiplicarsi e sembra davvero di vedere un’infinita gamma cromatica: ogni tocco dell’artista sembra aggiungere una nuova tinta, una nuova sfumatura, una nuova tonalità, e forse, se potessimo grattare la superficie della tela, ne troveremmo altre ancora.

Gaetano Fiore
Le immagini di Gaetano Fiore parlano della natura, che sembra essere continuamente scrutata e trasfigurata dall’artista, tanto da rendere sorprendenti forme così banali come quelle di un ramo, di un campo coltivato, di un fiume o di un tronco. I colori stesi in maniera così limpida e comunicano immediatamente un senso di serenità e distensione, ma non quella dell’assopimento intorpidito, ma quella data da una piena consapevolezza delle sconfinate possibilità della natura, delle sue illimitate forme e variabili e delle sue geometrie perfette.

Guillaume Delzanno
Le illustrazioni di Guillaume Delzanno si caratterizzano per lo stile tipico da Manga giapponese, col quale l’artista crea immagini di un mondo parallelo e visionario. Lo scopo dei suoi disegni non è di tipo narrativo: non è necessario dover dire qualcosa, raccontare fatti o dare una morale; qui lo scopo è più che altro descrittivo: i forti effetti grafici, l’uso di colori puri e luminosi servono per colpire l’osservatore e indurlo alla contemplazione dell’immagine, che ha un valore estetico autonomo. Un’arte che attraversa lo spazio e il tempo, giacché la contemporaneità di questo stile, adatto alla rapida comunicazione del post-moderno, s’incontra con una cultura del passato (quella giapponese) che è fatta di contemplazione e ricerca di armonia visiva.

Alessandro Maurina
Alessandro Maurina mette in scena il caos cosmico, dove il colore è materia informe, espressione personale di un’interiorità riversata senza filtri sulla tela. Non ci sono storie da narrare, non c’è un inizio e una fine, ma un tutto continuo, che trasmette emozioni contrastanti. La sua pittura è struttura primigenia, una forma di comunicazione che precede il linguaggio, talmente semplice da risultare quasi incomprensibile.

Valeria Perversi
Tra artigianato, decorazione e pittura, Valeria Perversi si muove entro un immaginario che sembra quello delle favole per bambini. I toni pastello dei suoi colori riconducono ad un’infanzia, forse mai perduta, capace di gioire per un palloncino, una foglia o un alito di vento. Le gamme cromatiche rivelano la delicatezza d’animo dell’artista, che ci mostra atmosfere autunnali e brumose oppure il pallore di un chiaro di luna o ancora la luce soave del sole al tramonto.

Gabriele Pinese
Gli strumenti di Gabriele Pinese sono le penne, i pastelli e i pennarelli, utensili che paiono snobbati dai più, ma che nelle mani di quest’artista danno vita a stupendi ritratti. Qui il colore coincide col disegno stesso, entrambi fatti di tratteggi e linee che danno alle immagini un forte senso dinamico ed energico. Come fosse uno scalpello, la punta di penne e pastelli diventa un attrezzo per scalfire la superficie dei volti e mostrarne i segreti nascosti.

Claudio Bandini
Le tele di Claudio Bandini sono attraversate da una forte energia luminosa: i colori sono disposti in forme che sembrano quasi assemblate più che dipinte, mentre i toni chiari e gli ori carpiscono la luce e la riflettono moltiplicata. Ne risultano immagini simili alle vetrate di una chiesa, che riescono a comunicarne lo stesso senso di alta spiritualità. Le architetture dei colori edificano spazi fatti di silenzio, estremamente lirici, frutto di una meditazione profonda che giunge ad un’incantevole sintesi compositiva.

Donatella di Maria
Impossibile rimanere indifferenti davanti alle opere di Donatella di Maria, che paiono pervase da una strana energia propulsiva, data da una deformazione del reale a metà tra l’ironico e il grottesco di forte impatto visivo. Il colore acquista tonalità inaspettate, tanto che a volte sembra finito sulla tela quasi per caso: schizzi e colature oppure tocchi di giallo o di rosso in un ritratto sembrerebbero degli errori se non fosse che sono proprio quei dettagli a rendere l’immagine così vibrante.

Eleonora Musoni
I lavori di Eleonora Musoni comunicano: i suoi soggetti guardano direttamente lo spettatore come se gli volessero parlare. Tra osservatore ed osservato si instaura un dialogo molto intimo, in cui lo sguardo vien lasciato vagare nelle profondità dei colori, tant’è che a volte sembra quasi di potersi riflettere nel languore delle pupille di quei volti. I colori, stesi a fatica tra una piega e l’altra della tela, fra grinze e screpolature disorientano per la loro intensità, e, più che dare risposte sembrano porre nuovi interrogativi.

Wanda
Quello di Wanda è un pennello estremamente preciso, capace di passare dagli ampi spazi di un paesaggio ai piccoli dettagli di un fiore. Colpiscono soprattutto i toni del blu, che delineano cieli e mari mediante sfumature “vaporose”, che permettono cioè di percepire la densità delle nubi o la consistenza delle onde che si infrangono sulla spiaggia. Accanto alla rappresentazione del visibile, l’artista affianca una ricerca astratta, dove il gusto cromatico diventa il fulcro dell’immagine e raggiunge suggestivi valori espressivi.

Mimmo Legato
I quadri di Mimmo Legato sono vortici di colore, incontri di fredde correnti azzurre e blu con caldi venti rossi, di raffiche verdi con turbinii arancioni e gialli. Azione, movimento, dinamismo, velocità, questo comunicano le sue tele, dove volti e figure vengono avvolti e travolti dalle spirali dagli andamenti contrastanti e disordinati, ed infine ne escono profondamente trasformate, a causa della straordinaria luminescenza cromatica che ora hanno acquisito.

Carmelo Viglianisi
Nei dipinti di Carmelo Viglianisi forma e colore sono una cosa unica: spesso gli sfondi compenetrano le figure, ed esse ne riflettono la luce, mentre a volte sembrano essere le figure a trasmettere i loro colori al resto dell’immagine. La ricerca della giusta posa corrisponde alla ricerca cromatica, in un lavoro di composizione che inscena corpi danzanti in una solitudine sconfinata, dove a volte, capita che due di loro s’aggroviglino a formare una nuova, unica entità.

Marco Teodorani
Le ricerca di Marco Teodorani si muove tra descrizione del visibile e rappresentazione dell’interiorità profonda, in un percorso che va dalla pittura di sinuose figure femminili sino alla pittura astratta, dove la materia informe pulsa di emozioni. L’artista sviluppa quindi, accanto ad uno stile pittorico tradizionale, ricercato e raffinato, anche un’espressività fatta di puro colore, che riflette un’esigenza comunicativa diretta, non mediata dal disegno e dalle forme.

Immagine: Gianluca Coren

Inaugurazione 6 Febbraio ore 18.00

Sale dell’Imbarcadero del Castello Estense
piazza castello, Ferrara
Orario: 10,30-19,30
ingresso libero

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