Galleria Comunale d'Arte del Palazzo del Ridotto
Cesena (FC)
C.so Mazzini, 1
0547 29485 FAX
WEB
Lo studiolo di Baratti
dal 5/2/2010 al 10/4/2010
mart-dom 9,30-12,30 e 16,30-19,30, lunedi' chiuso
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Segnalato da

Federica Bianchi




 
calendario eventi  :: 




5/2/2010

Lo studiolo di Baratti

Galleria Comunale d'Arte del Palazzo del Ridotto, Cesena (FC)

Per la prima volta vengono esposti i capolavori della collezione personale dell'antiquario Giorgio Baratti. In mostra una trentina di opere: dipinti, ma anche sculture antiche e piccoli capolavori delle cosiddette 'arti minori'. Fra esse spicca una figura acefala di santo guerriero, riconosciuta a Jacopo della Quercia da Ortenzi e Gentilini.


comunicato stampa

Sabato 6 febbraio, alle ore 17, inaugura alla Galleria Comunale d’Arte del Palazzo del Ridotto la mostra “Lo Studiolo di Baratti”, con cui prende il via ufficialmente la stagione espositiva 2010 del Comune di Cesena.

Promossa dall’assessorato alla Cultura di Cesena con il sostegno della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e curata da Massimo Pulini - docente dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, che aveva già seguito la mostra dedicata al Sassoferrato – l’esposizione consentirà per la prima volta al pubblico di ammirare una selezione dei capolavori conservati nella prestigiosa collezione che l’antiquario milanese Giorgio Baratti ha messo insieme nel corso della sua lunga attività.

Negli intenti degli organizzatori, questo evento vuole essere solo il primo appuntamento di una rassegna che, a cadenza annuale, punterà i riflettori sulle raccolte riservate dei grandi antiquari.

“Gli antiquari di lungo corso e di specializzato settore artistico – scrive Massimo Pulini nel saggio introduttivo del catalogo - hanno visto transitare, sulle pareti delle loro gallerie, una sorta di museo viaggiante, nomade, che idealmente e nel suo insieme potrebbe ricostruire la storia di uno sguardo sul passato, ma anche una buona porzione della millenaria vicenda umana. Oltre a veder passare davanti a sé come acqua sotto i ponti, flussi di dipinti e sculture antiche, non pochi capolavori e innumerevoli mirabilie, questi appassionati cultori d’arte e di memorie, hanno quasi sempre cercato di trattenere una personale cernita di gemme, per accompagnare il tempo della propria vita, secondo l’unicità di un gusto maturato e trasformato negli anni. (…) Per un antiquario trattenere un’opera per le proprie stanze, da inserire nel personale studiolo significa instaurare un’intimità, un affetto particolare verso quella cosa, che cessa di svolgere il ruolo di merce per venire eletta in una sfera sentimentale”.

Accedere alle loro raccolte personali diventa, quindi, un’occasione per non solo per ripercorrere l’evoluzione del gusto artistico e le vicende di alcune opere, ma offre anche l’opportunità conoscere da vicino la sensibilità e le inclinazioni di mercanti d’arte che hanno affrontato la loro professione con competenza tecnica, cultura storica e artistica e trasporto passionale.

Lo Studiolo di Baratti
Si comincia appunto con ‘lo studiolo’ di Giorgio Baratti, toscano di nascita, ma da molti anni operante a Milano. Baratti è uno dei mercanti d’arte più propositivi e determinati della scena italiana e internazionale. Moltissime le opere d’arte che, nel corso dei decenni, sono transitate dalla sua galleria per prendere poi la strada di importanti musei italiani e stranieri e prestigiose collezioni private. Ma la sua galleria non è stata in questi decenni una semplice stazione di transito, Molti dipinti hanno recuperato l’antico splendore grazie ad appropriati restauri e, in molti casi, la premura dell’antiquario di cercare collaborazioni con importanti studiosi, ha permesso di riconoscere l’autore perduto di molte opere. Giorgio Baratti ha scoperto e promosso lo studio di testi capitali e inediti di tanti artisti di epoche e regioni diverse. I muri della sua galleria hanno visto dipinti gotici, rinascimentali e manieristi, opere caravaggesche e barocche, ariosi pittori veneziani e oscuri lombardi, capofila della scuola genovese e poi artisti romani e napoletani, marchigiani e umbri, emiliani e romagnoli, tenendo a metro di misura la qualità e il fascino, più che il genere tematico o un particolare limite territoriale, come è abitudine di altri antiquari.

La mostra
Nonostante sia solo una limitata rappresentanza del vasto lavoro decennale, il distillato che Baratti ha conservato e che per la prima volta viene esposto nella mostra cesenate, ricostruisce un profilo nitido, tracciato su di una costellazione di singolari gemme. In esposizione una trentina di opere: dipinti, ma anche sculture antiche e piccoli capolavori delle cosiddette ‘arti minori’.

Fra esse spicca un’affascinante ed energica figura acefala di santo guerriero, riconosciuta a Jacopo della Quercia da Ortenzi e Gentilini, un’opera che pur nella sua condizione frammentaria restituisce inalterato il possente spirito sentimentale del grande scultore. Altro vanto della collezione è costituito da un tabernacolo a forma di chiesa, dipinto con raffinata maestria da Maso da San Friano.

Fra i dipinti, spicca l’enigmatica tela scelta per il manifesto della mostra: già attribuita al senese Bernardino Mei (ma forse dipinta a due mani) mette in scena una Allegoria del sonno. Un bambino dorme nudo, disteso per tutta la lunghezza del quadro, sotto grappoli d’uva e accanto ad un vaso di papaveri. In mostra anche il Ritratto di dama in veste di Sant’Orsola di Girolamo Forabosco, appartenuto ad una importante collezione newyorkese, che segna il vertice tecnico e formale della produzione di questo sensibile artista veneziano, presente con un’affascinante opera anche nella Pinacoteca Comunale di Cesena; un Ecce Homo quasi negromantico e visionario, che solo di recente è stato ricondotto alla mano spavalda e dinamica del genovese Alessandro Magnasco; uno struggente San Francesco in estasi, opera tarda ma intensissima del milanese Francesco Del Cairo.

Presente anche uno straordinario Studio di due teste di vecchio, ancora senza attribuzione, ma che per il quale sono stati suggeriti i nomi di Annibale Carracci e di Diego Velázquez.

Il Catalogo
Ad accompagnare la mostra un catalogo contenente saggi sul tema del collezionismo e del mercato dell’arte, insieme alle schede storico critiche di tutte le opere in mostra. Il catalogo è stato inoltre redatto avvalendosi del contributo e dei testi di altri importanti studiosi di storia dell’arte: Michela Bacchi, Alfredo Bellandi, Sandro Bellesi, Pietro Di Natale, Carlo Falciani, Nello Forti Grazzini, Valentina Frascarolo, Giancarlo Gentilini, Francesco Ortenzi e Giancarlo Sestieri.
Catalogo: Clac – Artexplora edizioni

Per ulteriori informazioni: tel. 0547.355722 - 0547.356327
e-mail: conti_mg@comune.cesena.fc.it

Inaugurazione sabato 6 febbraio 2010, ore 17

Galleria Comunale d’arte del Palazzo del Ridotto
corso Mazzini, Cesena
Orario: dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. Lunedì chiuso
Ingresso 3 euro

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Giorgio Celiberti
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