(1914-1998) Prima grande antologica dopo la morte dell'artista, uno dei principali protagonisti delle vicende artistiche italiane della seconda meta' del XX secolo.
Si inaugura sabato 15 giugno 2002, alle ore 18.30, a Palazzo dei
Diamanti di Ferrara la mostra Toti Scialoja (1914-1998), prima
grande antologica dopo la morte dellartista, uno dei principali
protagonisti delle vicende artistiche italiane della seconda metà del
XX secolo.
Alle ore 17.30, presso la Sala della Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei
Diamanti, precederà linaugurazione della mostra una presentazione
con lintervento di Paolo Mauri, Giovanni Raboni e Patrizia
Valduga del volume Toti Scialoja. Poesie 1961-1998, che, edito in
questi giorni da Garzanti, raccoglie per la prima volta la produzione
poetica matura di Scialoja, a partire dalla raccolta Scarse serpi, del
1983, sino allultima, e inedita, Cielo coperto.
Lesposizione è promossa dal Comune di Ferrara, in collaborazione
con la Fondazione Toti Scialoja, e si inserisce nellambito delle
iniziative dedicate al rinnovamento dellarte italiana nel secondo
dopoguerra. Alla rivalutazione storico-critica di questo periodo le
Gallerie dArte Moderna e Contemporanea ferraresi hanno dedicato, a
partire dal 1993, un ciclo di importanti rassegne, quali, ad esempio,
Lucio Fontana, Ennio Morlotti, Roma 1950-59, Milano
1950-59, Venezia 1950-59.
Oltre che pittore, Scialoja è stato poeta, scrittore, scenografo e
docente dellAccademia di Belle Arti di Roma, di cui fu direttore per
un lungo periodo. Dopo le prime esperienze di matrice espressionista,
legate allambito della Scuola Romana, a partire dai primi anni
Cinquanta Scialoja intraprese quella sua personale riflessione
sullarte astratta che lo portò dapprima a dipingere usando
materiali anticanonici e uno straccio imbevuto di colore al posto del
tradizionale pennello, e successivamente, nel 1957, ad elaborare la sua
personale tecnica dello stampaggio.
Da allora in avanti, figure della sua pittura divennero
prevalentemente le impronte, grandi e solitarie forme di colore
battute e impresse sulla superficie del quadro. Intenzione di
Scialoja era quella di trasmettere sulla tela, con quel gesto insieme
consapevole e cieco, tutta quanta lesistenza, unione indistricabile
di viscere e pensiero, di evento e di tempo.
Prima magmaticamente sovrapposte luna sullaltra ad occupare
lintera pagina del dipinto, poi - dopo il lavoro compiuto nel corso
del suo secondo viaggio a New York (1960) e di un lungo soggiorno a
Parigi, disteso tra il 61 e il 64 - scandite paratatticamente in
campi vieppiù isolati, le impronte, e il gesto rabdomantico che
dà loro origine, sono una delle forme maggiori dellarte astratta
europea dei loro anni.
Gli anni Settanta, e il primo avvio degli Ottanta, segnarono un tempo
difficile per lartista che, giunto al culmine della sua riflessione
teorica sulla pittura, se ne sentì quasi paralizzato, realizzando
prevalentemente opere su carta, collages e acquarelli. Dal 1982, anno di
un viaggio in Spagna e di un incontro che il pittore confessò
folgorante con la pittura nera della Quinta del Sordo di Goya,
Scialoja dette inizio ad una nuova stagione della sua pittura,
caratterizzata dal recupero delle più importanti esperienze degli anni
passati, e per primo del grande gesto libero e cieco che aveva
denotato il suo fare fra 56 e 57.
Una sezione della mostra - che presenterà , assieme a circa sessanta
dipinti di grande dimensione, molti fra i quali mai esposti prima
dora, le quindici piccole e di fatto sconosciute sculture in bronzo
eseguite da Scialoja alla fine degli anni Ottanta - sarà infine
dedicata a quelle opere, già appartenenti alla collezione di Scialoja
ed ora di proprietà della Fondazione a lui intitolata, di alcuni fra i
grandi artisti statunitensi con i quali Scialoja ha intessuto una
profonda amicizia, testimoniata fra laltro proprio dalle numerose
opere di cui essi fecero dono a Scialoja e alla moglie, critico e
storico dellarte, Gabriella Drudi: in questa sezione saranno esposte
opere, inedite e rarissime nel panorama espositivo italiano, di Arshile
Gorky, Willem de Kooning, Cy Twombly e Alexander Calder.
Toti Scialoja (1914-1998)
a cura di Fabrizio DAmico
Vernice: 15 giugno 2002, ore 17.30
orario: 9.30 13.30/ 15.00 18.00
Ingresso: intero 7; ridotto 6,20; ridotto gruppi 6,20;
ridotto convenzioni 6,20; scuole 4,13; cumulativo con Musei Arte
Moderna 8,30
Catalogo
Edizioni Civiche Gallerie dArte Moderna e contemporanea, Ferrara
con scritti di Giuseppe Appella, Christian Caliandro, Fabrizio
DAmico, Barbara Drudi. In libreria 34; in mostra: 20
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