Le sculture dell'artista sono "figure larvali, sospese tra l'indecidibile della scultura, della materia pittorica, della scenografia teatrale, della performance di danza (...) rappresentano un invisibile, ma presente, teatro delle emozioni." (V. Conti).
“Lavorando all’apparizione di uno scenario beckettiano,
dove l’umanità abita la terra di mezzo tra realtà e sogno,
tra presenza e assenza, Davide Dall’Osso non cessa
di dare convegno, in spazi aperti e chiusi, fisici
e mentali, a fantasmatiche sculture, che la fusione
in policarbonati espansi e trasparenti rende disponibili
al volo. Lo scenario si presenta come una sequenza
di fermi-immagine di opalescenti creature di fiamma
e di neve, come nate da un soffio nel vetro
incandescente, come scaturite da un doppio
movimento di danza e stasi, sempre oscillanti tra
passione e disperazione, tra nascita, morte
e rinascita, forse. Formatosi nel teatro come attore
e poi come ideatore di scenografie dell’immaginario,
questo scultore dell’aria, del tempo, dell’emozione,
allestisce spazi dove il sacro e il profano possano
convivere, dove creature epiche e mitiche, scese
dalla leggenda, smarritesi nella realtà, possano
ritrovarsi, recuperando una loro proprietà esistenziale.
La dimensione estetica che Davide Dall’Osso ha scelto
di praticare è quella dell’Incompiuto, formalizzando
figure colte sul punto di nascere o di sparire, sovente
incomplete, oppure ormai sfilacciate dal tempo”.
.. Quello che Davide Dall’Osso allestisce in spazi interni
ed esterni è il divenire di una visione interiore,
in cui si confrontano spirito e materia, forma e informe,
bellezza e degrado, fanciullezza e vecchiaia,
volo ascetico e caduta… i conflitti che lacerano
l’umana natura. Queste crisalidi – scrive
Lorella Giudici – si vestono di luce e di aria, finalmente
libere di staccarsi da quella terra che per troppo tempo
le ha tenute prigioniere. Lo spettatore è chiamato
ad interagirvi per farsi parte attiva di un processo
di autoriconoscimento, ribellione agli stereotipi,
epica conquista di libertà. Non sorprende dunque
che i referenti teatrali dello scultore multimediale siano
Societas, Fura, Magazzini, Punzo, Manfredini,
Berardinis, Salmon e il teatrodanza di Pina Bausch.
Come scrivono Lara Ottaviani e Loredana Parmesani,
anche nei materiali scelti dall’artista è leggibile
l’incontro/scontro tra il fuoco e il gelo, le colature della
fusione e le perle della cristallizzazione,
i relitti di una vita che fu e i calchi di esseri a venire.
.. Progettare un’installazione è come scrivere una
drammaturgia e realizzarne lo spettacolo, annota
l’artista. E con questa dichiarazione di poetica
Davide Dall’Osso intende dirci che le sue figure larvali,
sospese tra l’indecidibile della scultura,
della materia pittorica, della scenografia teatrale,
della performance di danza, agiscono come parole
del testo, tradiscono le sue intenzioni,
rappresentano un invisibile, ma
presente, teatro delle emozioni.”
Tratto da
'Un teatro di spazi emozionali'
di Viana Conti
Inaugurazione 12 febbraio 2010
Galleria Daniela Rallo
Piazza Sant'Abbondio 1, Cremona
martedì a domenica dalle 16 alle 19.30
ingresso libero