O+Urania. In mostra una serie di incisioni. Un racconto visivo, un viaggio nell'ambiente metropolitano dove gli uomini sono trasformati in consumatori, telecittadini avvolti nell'effetto blase' (cosi' definito dal sociologo George Simmel), oppure dominati dal nuovo vizio capitale del 'diniego'.
Queste incisioni fanno parte di un "racconto visivo" dal titolo "Urania". Questo titolo nasce da un binomio di "Urania+Uranio". Il termine Urania (nome di una farfalla) sta ad indicare un concetto simbolico ed etico di Edward Lorenz, questo teorico affermò che "il battito d'ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas", questa frase ripresa da Roberto Toscano, ci mette di fronte alla realtà attuale dell'interconnessione globale, la quale impone delle relazioni internazionali e degli standard etici che vanno ben oltre un concetto di responsabilità legale. La farfalla non conosce le conseguenze del battito d'ali; essa tuttavia non può escludere quella conseguenza; allo stesso modo noi cittadini-globali non conosciamo le conseguenze delle nostre azioni sul prossimo. La nostra responsabilità dovrebbe essere anticipata dal concetto di "precauzione".
L'Uranio è invece, un elemento naturale atomico e viene usato per costruire la bomba atomica, arma di distruzione di massa, ma soprattutto simboleggia la presa di potere dell'uomo sulla natura, come ci hanno anticipato molti pensatori della "post-modernità", fra cui Jean Baudrillard. Quest’ultimo poneva una domanda: se l'uomo attraverso il suo crescente pensiero scientifico fosse arrivato al "delitto perfetto" della realtà?
Questo "racconto visivo" è un viaggio nell’ ambiente metropolitano da parte del fruitore, per questo motivo le opere si chiamano tutte visione-metropolitana. Attraverso le immagini e i pensieri, che si vengono ad accavallare in questa interazione fenomenologica, si tenta di accedere ad una coscienza etica di fronte ai problemi che affliggono la nostra "modernità-liquida" (come direbbe Zygmunt Bauman). Questo periodo storico che molti definiscono col termine "globalizzazione", è stato preannunciato da diversi pensatori, fra cui anche Kant, il quale prevedeva in questo cambiamento, cioè attraverso l'interazione globale, una possibilità di formare una comunità-globale guidata da una responsabilità etica-globale. Ma oggi ci sembra molto lontana questa possibilità visto che questa "globalizzazione" non è guidata da un senso comune, ma dalla forza tirannica delle "elitè-imprenditoriali", le quali hanno il solo scopo di accrescere il loro potere economico, ormai sfuggito dal controllo e persino legalizzato dal potere dello Stato, quest'ultimo ancora ancorato al suo concetto di potere di "Stato-nazione-territorio".
Queste incisioni hanno lo scopo di accendere una scintilla di speranza e soprattutto di auto-coscienza negli uomini, ormai trasformati in consumatori, telecittadini avvolti nell’ "effetto blasè" (così definito dal sociologo George Simmel), oppure dominati dal nuovo vizio capitale del "diniego". Ma dobbiamo reagire e trovare una speranza dentro di noi. Uno dei rimedi è trasformare il nostro stile di vita da privata in pubblica, bisogna far nascere, come ci indica e ci consiglia il sociologo Zygmunt Bauman, una "Agorà-Globale", dove i problemi privati si affrontano e si combattono pubblicamente e insieme.
Inaugurazione 12 febbraio ore 18
PicaGallery
vico Vetriera, 16 - Napoli
Ingresso libero