P 38
Lucca
via del Battistero, 38
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Leonora Bisagno e Jacopo Miliani
dal 12/2/2010 al 12/3/2010

Segnalato da

P38




 
calendario eventi  :: 




12/2/2010

Leonora Bisagno e Jacopo Miliani

P 38, Lucca

Doppia personale. Mentre il lavoro di Miliani rifiuta l'identificazione del pubblico, nel tentativo di indagare il potere e la natura della rappresentazione, Bisagno coinvolge lo spettatore immettendolo in un universo che ha gia' perso in partenza le sue coordinate iniziali.


comunicato stampa

.....................english below

a cura di Paolo Emilio Antognoli Viti

Sabato 13 febbraio 2010 inaugura il secondo progetto di P38, una doppia mostra personale di Leonora Bisagno e Jacopo Miliani che occuperà l’intero spazio di Via del Battistero 38 a Lucca. P38 è uno spazio indipendente no-profit per l’arte contemporanea, inaugurato nell’ottobre 2009 con il progetto “Setting 4 production”: una collettiva di 7 artisti internazionali. Inoltre P38 ha collaborato con il Lucca Film Festival per la presentazione di Maitree Siriboon, special guest dell’ultima edizione 2009.

LEONORA BISAGNO (Zurigo 1977)
“Da desiderio a desiderio”

“Da desiderio a desiderio” è il titolo scelto da Leonora per la sua mostra. Un titolo d’occasione, trovato sulla base di interessi e associazioni del momento: in questo caso la letteratura femminista, gli atti di un convegno del 1987, la cui copertina, in quanto image trouvée, assume una nuova posizione all’interno del suo progetto, anche grazie al titolo suggestivo, affascinante.
Tra gli interessi menzionati, desumibili da lacerti del femminismo, del surrealismo, dagli altri oggetti trovati e collezionati di cui veniamo gradualmente a conoscenza, il titolo del libro, la medesima grana dell’immagine, malamente riprodotta, preparano un clima di attesa che ha molto da spartire con il desiderio del titolo. Mentre il lavoro di Jacopo Miliani, nell’altra parte dello spazio, rifiuta l’identificazione del pubblico, nel tentativo di indagare il potere e la natura della rappresentazione e deviandone il processo programmato, Leonora invece coinvolge lo spettatore, che in qualche modo sia disposto a seguirla, immettendolo in un universo che invece ha già perso in partenza le sue coordinate iniziali: è anzi come se queste non fossero mai esistite.

Lo spettatore è chiamato ad affidarsi al proprio intuito, alle proprie associazioni, alle conoscenze che affiorano in quel momento. Un potere enorme. Tuttavia si trova improvvisamente in un universo desiderante libero, in espansione, che può richiedere la sua incondizionata partecipazione, senza che esista un protocollo già scritto per seguirla. In questa mobilitazione totale dell’ordine del mondo, in questo dérèglement cosmico che vive proprio sulla liberazione dalla normatività di ogni conoscenza, tempo e spazio perdono di senso, o meglio quel senso che è loro attribuito convenzionalmente. In questo mondo in stato di continua trasformazione, ella può affidarsi al caso; o meglio le è congeniale. Per chi non credesse nella casualità potremmo vederlo come quella disattenzione creata ad arte, quella strategia retorica coltivatissima che fa leva su una sorta di no saber, di dimenticanza originale, di fortunata afasia.

Leonora si affida al caso, ma sarebbe meglio dire si affina al caso. Segue una propria ars combinatoria quasi inventandolo, il caso, programmando l’epifania improvvisa, la scoperta casuale. Ed ecco che il passato, la memoria, la cosa trovata, vengono come scoperti e inventati per la prima volta. Un materiale non più inerte, non più indipendente, astratto, ma immesso in un processo nuovo. Per questo il tempo, il passato, ciò che viene archiviato, seguono una logica che ogni volta non è mai la stessa.
Sono oggetti trovati, a volte povere cose, immagini, foto o filmati, talvolta repêchages da memorie proprie e familiari, ma queste vengono risvegliate in un diverso bagliore, in uno stato nuovo d’abbandono, di eccesso, di metamorfosi liberatoria.


JACOPO MILIANI (Firenze 1979)
“Parallel words, irrelevant worlds”

“Il film si conclude con Toto e Davoli che gridano:
"È la felicità, è la felicità!" Appare a quel punto la didascalia finale:
"Essere morti o essere vivi è la stessa cosa".
(Pier Paolo Pasolini, “La terra vista dalla luna” 1966)

Jacopo Miliani introduce il suo percorso attraverso i materiali per un progetto dedicato alla teoria del multiverso. Tale teoria, elaborata dalla fisica quantistica, ipotizza altre dimensioni parallele o alternative rispetto al nostro universo spaziotemporale – la teoria delle stringhe, ad esempio, o teoria-M, ipotizza l’esistenza di ben undici dimensioni.

Saranno presenti in mostra gli interventi che l’artista ha richiesto a diverse personalità dell’arte e della scienza in occasione dell’ultimo incontro di Roma, organizzato dall’OuUnPo (Ouvroir d’Univers Potentiel) sul tema degli universi paralleli.

La teoria del multiverso apre spazio alla soggettività del sapere. Se possiamo ipotizzare dimensioni fisiche multiple, è possibile ripensare in diverso modo alle dimensioni aperte dalla ricerca artistica e teorica?

Miliani, oltre a questo materiale, rielabora un proprio immaginario affiancando una propria produzione ad alcuni oggetti chiesti in prestito ad antiquari lucchesi tra via del Battistero e via del Gallo. Sono oggetti del passato, precipitati di fronte allo sguardo di clienti, turisti, spettatori. Cose prive apparentemente di storia, spogliate del loro contesto relazionale, disorientate, presenti in quello spazio come oggetti di mercato e quasi come segni nuovi su una pagina bianca.
Inferire informazioni dagli oggetti, è solo in parte ricostruire il passato. Il loro passato oggettivo è infatti in larga parte ipotizzato, immaginato, reinventato, come uno specchio infranto si moltiplica in visioni multiformi.

L’oggetto diventa l’oriente personale del collezionista, dello spettatore, di colui che cercando di imporgli una propria visione, una propria prospettiva (antropocentrica), lo colloca in una sorta di spazio immaginario d’invenzione.
Jacopo, raccoglie questi oggetti in un maggiore insieme, associando cose e immagini all’interno. In questo modo sospende le coordinate spaziotemporali e crea nuovi percorsi, associazioni, letture specifiche, interrogativi, ma sempre disorientando lo spettatore.

Utilizza nel suo lavoro immagini trovate, oggetti, citazioni, creando un vasto archivio personale, una messa in scena decadente, dove il tempo si fa spazio, falsa memoria, falso catalogo o archivio, falsa marca del falso.

Sembra adottare una strategia di straniamento che rifiuta la facile identificazione dello spettatore, lasciandolo spesso da solo con l’apertura dell’opera. Jacopo in questo caso, sembra muovere alla caduta dei parametri convenzionali e normativi attraverso i quali si guarda, non soltanto al suo lavoro o alla messa in scena di galleria, ma al mondo; e vediamo inoltre che l’adozione di un punto di vista critico verso la rappresentazione si manifesta nella sorta di rallentamento, di pervertimento, di congelamento, di moltiplicazione e straniamento dell’immagine, dal cui utilizzo tuttavia non si esime.

“Parallel words, irrelevant worlds"
A project by Jacopo Miliani

Contributions of: Alessio Ascari, Antonia Ciani, Caroline Corbetta, Giulia di Leonarda, Piersandra di Matteo and Snejanka Mihaylova, George Henry Longly, Nazli Gurlek, Luigi Iandoli, Teresa Macrì, Federica Matelli, Marco Mazzoni, Francesca Pagliuca, Peep-Hole, Caterina Riva, Annalisa Rosso, Alessandra Sandrolini, Fatos Ustek, Veronica Valentini, Jonas Žakaitis

Special thanks to 1:1 Projects, Vision Forum and OuUnPo, Corrado Bergamaschi, Galleria Kraag, Marco Pesi, Orlando Giorgi

........................English texts

LEONORA BISAGNO - JACOPO MILIANI
Double solo exhibition
curated by Paolo Emilio Antognoli Viti

LEONORA BISAGNO (Zurigo 1977)
“Da desiderio a desiderio”

“Da desiderio a desiderio” (“From desire to desire”) was chosen by Leonora as a title for her exhibition. A title found on the spot, based on extemporary associations: the feminist literature plus the book containing the acts of a conference in 1987, whose cover image, as an image trouvée, takes place inside the project, thanks to the fascinating title, rich in suggestions.

The cover of the book, purposedly reproduced in a blurred image, introduces an athmosphere of expectation and desire (recalling the title) wich is gradually populated by objects trouvées and collected items, gathered according to a memory of feminism and surrealism. Jacopo Miliani's work (hosted in the same space as Leonora's) rejects the identification with the audience, in an attempt to investigate the power and the nature of the representation, deviating from any predefined process. Contrarily, Leonora brings the audience with her, pushing them in a universe which has completely lost its points of reference, as they would have never existed before. The visitors have to rely on their own intelligence, associations, presently available pieces of information: they're allowed to exert on Leonora's art an enormous power. However, they are in her wishing universe, expanding free from borders, of which they participate, without knowing the protocol to be followed to be part of it. This is a cosmic dérèglement, a complete reshuffling of the rules of the world, an act of liberation from the vision of knowledge as a set of norms: space and time lose their conventional meaning.

In this world in never ending transformation, the chance is Leonora's spouse. Even those who do not believe in chance can see in Leonora's work an artistic carelessness, a cultivated rhetoric stemming from a sort of no saber, a fortunate afasia, an original forgiveness. Leonora follows a personal ars combinatoria, she's not only owned by the chance, but she owns it as well, programming unexpected epiphanies and casual discoveries. The past, the recollections, the objects trouvées are invented anew: they are inserted in a process which makes them not dead or abstract anymore. What is archived in the past, is brought backdeparting from any logic. Small things, images, pictures, repêchages from intimate memories are awaken by sudden flashes of light, newly born to a state of ecstasy and excess, in a liberating metamorphosis.

JACOPO MILIANI (Firenze 1979)
“Parallel words, irrelevant worlds”
personal exhibition

Jacopo Miliani presents his work through the items for a project about multiverse theory, an artistic elaboration of the findings of the quantum physics and the string theory. The exhibition collects materials Jacopo asked to various artists and scientists during the last OuUnPo (Ouvroir d’Univers Potentiel) convention in Rome, on the theme of parallel universes. The multiverse theory allows the subjectivity of knowledge: given that it is possible to hypothesize multiple physical dimensions, would it be possible to re-think to the dimensions opened by artistic research?

Miliani joins to this material his own artistic works, plus objects borrowed from the antique dealers on Via del Battistero and Via del Gallo. These objects come from the past, scattered in front of the eyes of tourists, clients, passersby. They are things seemingly with no history, deprived of their relational context, placed in this environment as new marks on a white page.
Their past life is only hypothesized, imagined, reinvented as in a smashed mirror reflecting multifaceted visions. The object becomes the personal perspective of the collector, of the visitor, of anyone who is willing to give it a personal (anthropocentrical) interpretation, collocating it in the space of imagination.

Jacopo has collected those objects in a single space, associating items and images together. Consequently, he creates new spatio-temporal paths, specific interpretations, and raises disorientating questions. He uses objects trouvées, images, quotations, creating a personal archive which resemble a decadent scenography, a fake catalogue, a copied brand. The audience cannot identify with any of the items, visitors are left alone among the works. Jacopo wants to make conventional parameters fall: not only the ones connected to the disposition of his works in the gallery space, but to the entire organization of the world, which he observes with a point of view critical to any form of representation.

“Parallel words, irrelevant worlds"
A project by Jacopo Miliani

Contributions of: Alessio Ascari, Antonia Ciani, Caroline Corbetta, Giulia di Leonarda, Piersandra di Matteo and Snejanka Mihaylova, George Henry Longly, Nazli Gurlek, Luigi Iandoli, Teresa Macrì, Federica Matelli, Marco Mazzoni, Francesca Pagliuca, Peep-Hole, Caterina Riva, Annalisa Rosso, Alessandra Sandrolini, Fatos Ustek, Veronica Valentini, Jonas Žakaitis

Special thanks to 1:1 Projects, Vision Forum and OuUnPo, Corrado Bergamaschi, Benedetta Di Grazia, Galleria Kraag, Orlando Giorgi.

Opening Sabato 13 Febbraio 2010, ore 18

P38 space
via del Battistero 38, Lucca (Italy)
ingresso libero

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Leonora Bisagno e Jacopo Miliani
dal 12/2/2010 al 12/3/2010

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