La due giorni di Milano. La mostra comprende cinque fotografie di grande formato di Maria Mulas e nove sculture di Francesco De Molfetta.
Lo Spazio Solforino, Galleria d’arte, inaugura la stagione espositiva con una mostra dedicata a due personalità dell’arte contemporanea, Maria MULAS e Francesco De Molfetta.. La mostra comprende cinque fotografie di grande formato di Maria Mulas e nove sculture di Francesco De Molfetta.
Maria Mulas Si stabilisce a Milano nel 1956, e inizia qui il lavoro artistico attraverso la fotografia a metà degli anni Sessanta. Tra il 1965 e il 1976 realizza soprattutto fotografie di teatro e ritratti, e nello stesso tempo conduce una ricerca su riti cosiddetti "sociali". "Se fotografare è un modo di raccontare senza essere interrotti (ne contraddetti) - ha ben scritto di lei Lea Vergine nel 1985 - si potrà ben sostenere, nel caso di Maria Mulas, che il suo non è solo un discorso ma una girandola, addirittura un fuoco di artificio, con esiti clowneschi e raggelati al tempo stesso".1988
Presso la galleria "II Milione" di Milano, presenta una serie di ritratti, risultato di una ricerca espressiva condotta senza I'intervento di un obbiettivo che deforma o migliora i soggetti ma, come sempre, rivolta tutta allo stadio del rapporto stretto che corre tra carattere e comportamento. Se, nelle fotografie di architettura, Maria Mulas si occupa del particolare anomalo che, attraverso I'uso della luce, modifica il significato dell'opera, nei ritratti, invece, mira alla sintesi. In mostra saranno presenti cinque fotografie di grande formato, dal ritratto di Andy Warhol a gli “antenati” fino alle sue famose astrazioni.
Francesco De Molfetta Francesco De Molfetta è nato nel 1979 –vive e lavora a Milano.
L’opera di Francesco De Molfetta colpisce soprattutto per l’immediata leggibilità che la contraddistingue e per l’ironia che la caratterizza. Un’ironia a volte estrema, irriverente, che fa piazza pulita di luoghi comuni e facili/falsi moralismi. Il giovane artista assembla oggetti di uso quotidiano con personaggi recuperati da giocattoli e da minuteria da modellismo creando situazioni allo stesso tempo divertenti e spiazzanti, che vivono del paradosso rappresentato. Un paradosso neanche tanto lontano, se vogliamo, dalla vita vissuta, con più o meno affanno, quotidianamente. Personaggi che sembrano impassibili nel compiere le proprie azioni, ignari delle conseguenze dei loro atteggiamenti. De Molfetta gioca con le parole, sul loro significato e rappresentazione, destabilizza, ironizza sulle nostre paure e sul quel senso di precarietà e pericolo che ora più che mai ci accompagna inseparabile. L’equilibrio instabile di una situazione precaria viene anche rappresentato distorcendo, alterando all’inverosimile le proporzioni reali tra gli oggetti e gli omini che ci raffigurano, o distorcendo riconosciute e ormai consunte icone pop correggendole alla sua maniera. Ridà vita ad oggetti e forme alla sua maniera, irriverente e provocatoria, raccontando una nuova storia dell’Arte, vista attraverso la sua lente e un nuovo modo di fare politica che , come giustamente ha ribattezzato lui citando il suo cognome, è pura “DEMOcrazia”.
Immagine: Lea Vergine, foto Maria Mulas
Inaugurazione 26 febbraio 2010
Spazio Solferino
Via Solferino, 25 - Milano
Lunedì-Mercoledì 19.00-21.30 Martedì-Giovedì – Venerdì 16.00 - 20.00
Ingresso libero