Frammenti d'immagine: mostra di Piero Copertini. Il suo iniziale lavoro pittorico riflette le esperienze dell'espressionismo astratto di matrice europea. In seguito e' attratto da differenti pratiche artistiche, il teatro, la musica, la fotografia, il cinema. La pittura, la fotografia e la grafica d'arte sono le sue attivita' prevalenti e interagendo con le altre discipline scandiscono lo scorrere del suo operare artistico. A cura di Federico Buelli.
Pittore, artista grafico, filmaker, fotografo.
Il suo iniziale lavoro pittorico riflette le esperienze
dell'espressionismo astratto di matrice europea (dal Gruppo Cobra a
Bacon) e di artisti come Sutherland, Gorky, Matta.
In seguito è attratto da differenti pratiche artistiche, il teatro, la
musica, la fotografia, il cinema.
Espressione di una condizione umana, esistenziale, l'opera di Copertini
tendeva, come ha scritto P. Bonfiglioli, ad un limite esistenziale che "
non poteva più essere mediato dal foglio e dalla tela".
Quando si occupa di fotografia, di fotomontaggio o di fotolinguaggio
pubblicitario, Copertini cerca sempre il racconto diretto, trasforma la
retorica dei segni di massa in una serie di combinazioni iconografiche
che diventano una critica al modo di vedere convenzionale.
In questo misurarsi con le immagini massificate l'artista esercita un
recupero della cultura optical e di quella pop, giocando sullo sguardo
che passa dalla pubblicità all'arte, dai mass media alla poesia
visiva.
In SLANG: frammenti d'immagine l'artista presenta:
4 tele dipinte (220x220 cm) realizzate progressivamente negli anni '70.
10 opere digitali, pagine scelte da "Libri d'artista" composti a
partire dal 1971 attraverso l'assemblaggio di collages, documenti e
materiali vari che sollecitano i diversi sensi: vista, il terzo occhio,
tatto, olfatto.
Piero Copertini è nato a Sala Baganza (PR) il 17-04-42. Compie gli
studi a Bologna all'Istituto Statale di Arte Architettura e
all'Accademia di Belle Arti, Scenografia.
Esperienze artistiche: pratiche teatrali con il Cut, Teatro
Universitario di Bologna, nel 1961/62/63. Come film-maker negli anni '70
produce films in Super 8 partecipando a rassegne nazionali e
internazionali.
Dal 1966 insegna disegno all'Istituto Statale di Arte e dal 1967 al 1986
al Liceo Artistico di Bologna.
La pittura, la fotografia e la grafica d'arte sono le attivitÃ
prevalenti e interagendo con le altre discipline scandiscono lo scorrere
del suo operare artistico.
SLANG
Frammenti d'immagine digitale
Slang. Gergo capace di disarticolare la lingua convenzionale.
Linguaggio personale quello di Piero Copertini che nasce dalla pittura,
fotografia, video arte e Libro d'artista, riferimento fondamentale per
l'ultimo lavoro creativo e ricerca dell'intimo percorso culturale.
("Pelle di vacca" 1971, "Serpente" 1973, "Giornali" 1974-1976, "Cavallo"
1976-1978, "CPR PRI 42017H682A" 1979-1980, "NCD Memoria digitale
continua" 1981-1985).
Libro come strumento, mezzo per elaborare il messaggio artistico,
contenitore d'esperienze, raccoglitore di un nomadismo
post-gutemberghiano ("Understanding Media", McLuhan) che si esprime per
immagini prodotte dall'azione dei mass-media, parole e frammenti di
realtà manipolate secondo la logica del collage. Logica dei frammenti
d'immagine come icone contemporanee che Copertini nei lunghi viaggi dal
millenovecentosettanta fino ad oggi ha assorbito esteticamente
aggirandosi per le strade, quartieri di città e metropoli, vagando
sotto le sembianze di un organismo rice-trasmittente d'impulsi, di
stimoli, pronto a captare ogni onda portatrice d'energia e come un
corpo-satellite trasferire velocemente i dati prima nel softwar, nella
memoria, e successivamente ricondurli sulla tela, nello scatto
fotografico, nel video, sul foglio, sulla pagina del libro, affidandosi
alla manualità , al "tocco" alla "mano", espressione di un back-ground
culturale ed artistico.
La logica del collage, è anche la logica dello slang come
trasformazione di un linguaggio, una lingua in frammenti. Gergo come
frammenti d'immagine.
L'indagine artistica è linguaggio del caos metropolitano, pensieri
frantumati, captati per impulsi discontinui, immagini e parole come
ready made da utilizzare ai fini della composizione. Frammenti di
realtà che si liberano dalla memoria, dalla pagina del libro, e
trovano rifugio nell'universo mutevole del computer, universo digitale
idoneo ad immagazzinare gli input artistici dell'uomo
post-gutemberghiano.
Caratteristica primaria dell'ultima ricerca artistica di Copertini
espressa nelle tele digitali, è la sopravvivenza di due momenti. Il
primo momento o atteggiamento come intenzione artistica, si riscontra in
una volontà antidigitale. Rifiuta soluzioni di digit-collage, rifiuta
lo sviluppo delle immagini attraverso il computer e nega la macchina
elaborante capace di modificare le immagini.
In un dichiarato clima digitale Copertini esprime la volontà di un
ritorno evocando i collages nel loro carattere fuori moda.
Citazione che trova la sua evoluzione raggiungendo il dato deformante
attraverso lo scanner: periferica del computer, protesi meccanica,
utensile dell'era digitale come strumento quotidiano dell'operare
artistico.
Scannerizzata e filtrata dal software del computer la neo-nata immagine
perde i connotati artigianali affidandosi alla pluralità delle
modifiche digitali.
Ecco comparire il secondo momento. La nuova immagine, da prima bloccata
nel suo status originario di collage artigianale, vive nel monitor del
computer sospesa tra digitale e manuale.
È la forza tecnologica, il secondo atteggiamento di Copertini, che
s'impone come istituzione, come regola, comportamento e restituisce
l'immagine ridimensionata, ingrandita, ingigantita, una macro-immagine
condizionata dall'atto ultimo, ultima operazione artistica: la stampa.
La stampa con il plotter è l'intenzionalità di restituire l'opera
d'arte, filtrata dal computer, al supporto.
Plotter, outboard (plotter industriale) è elemento meccanico che
concretizza il processo lavorativo, ed il suo utilizzo ci riconduce al
primo atteggiamento della nostra analisi, alla volontà di
sopravvivenza di un dato manualistico-meccanico. Difatti questo
particolare tipo di stampa, forma e caratterizza le immagini con
sequenze di micropuntini, mischiando e sovrapponendo i colori,
sottolineando le retinature e definendo una scansione più articolata
della trama. Volontà di un ritorno espresso e sintetizzato dalle nuove
possibilità elettroniche, digitali, ma caratterizzato da un dato
artigianale: la spinta verso la tecnologia nella consapevolezza del
passato.
Scansionare collages estratti dal libro d'artista al computer,
visualizzare un nuovo slang digitale perdendo il dato tattile
dell'immagine per mezzo della stampa a plotter, significa ricondurre le
neo-immagini sulle tracce dell'immagine reale che pur rimanendo exploi
individuale, alimenta l'origine primaria della scelta e volontÃ
artistica: la ricerca della citazione, il nomadismo contemporaneo, il
viaggio non più fisico e in prima persona come corpo rice-trasmittente
ma volutamente virtuale e carico di connotati elettronici, digitali,
veloci e immediati capaci di trasmettere un messaggio di pochi secondi
in un'infinita riproducibilità .
Piero Copertini, rappresenta con questa serie di nuovi lavori, un
"prendere per mano" il proprio tempo, attualizzando la ricerca artistica
e tecnica del personale repertorio culturale. Neo-immagini,
Neo-collages, Slang come frammenti d'immagine digitale, si
caratterizzano per il fondamentale sguardo al passato alla ricerca del
nuovo, ripercorrendo il viaggio spiraliforme della creazione artistica.
A cura di: Federico Buelli
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie anche all'intervento della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Inaugurazione: giovedì 27 giugno, ore 18.30-21.30
Daniela Facchinato Image Gallery, Via Zanardi, 51, Bologna
Orari: martedì-sabato 10.30-19 (orario continuato)