L'arte di Havadtoy e' essenziale e concisa, si tratta di un fare artistico di matrice orientale: il tessuto e' come un velo che copre una realta' interiore che viene disvelata proprio mentre si nasconde. Risultato di questa operazione e' la comprensione spirituale della realta' che favorisce la riflessione nello spettatore.
Dopo una difficile infanzia e adolescenza vissute nell’Ungheria stalinista, Havadtoy
intraprende a New York la professione di interior designer per poi seguire unicamente la
strada della pittura, assecondando un amore per l’arte che l’aveva accompagnato sin dalla
prima giovinezza. Per oltre trenta anni frequenta l’attivissima scena artistica newyorkese,
venendo in contatto - fra gli altri - con Jasper Johns, Rauschenberg, Keith Haring, e
soprattutto con Andy Warhol e Yoko Ono, di cui diverrà compagno dopo la scomparsa del
marito John Lennon.
La tecnica di Havadtoy nasce da un’esigenza psico-terapeutica dovuta ad una sindrome
depressiva, come scrive Arturo Schwarz nel testo introduttivo al catalogo “Beauty is
Mystery”, da un momento di difficoltà personale e di ricerca introspettiva scaturisce
l’esigenza di trascrivere le riflessioni esistenziali sulla tela. Quando il racconto è troppo
lungo perché entri nel formato del quadro l’artista sovrappone il nuovo strato a quanto già
vergato rendendo illeggibile il testo scritto. Successivamente all’opera è applicato uno
strato di colore e un lembo di merletto a sua volta dipinto; il pizzo occulta il testo e collega
l’idea (ciò che è scritto sulla tela) all’opera d’arte stessa (cioè la pittura).
Il merletto, come sostiene acutamente Schwarz, funge da elemento architettonico di
collegamento fra il pieno ed il vuoto nell’esigenza di eliminare la discontinuità del reale.
L’arte di Havadtoy è essenziale e concisa, si tratta di un fare artistico di matrice orientale:
il tessuto è come un velo che copre una realtà interiore che viene disvelata proprio mentre
si nasconde. Risultato di questa operazione è la comprensione spirituale della realtà
fattuale che deve favorire la riflessione nello spettatore.
All’inaugurazione sarà presente l’artista.
Inaugurazione 16 Marzo 2010, dalle 18.30
Ermanno Tedeschi Gallery
Via del Portico d’Ottavia 7, Roma
orari: lun-ven 10-13, 15-19, sab e dom su appuntamento
ingresso libero