Auditorium Parco della Musica
Roma
viale Pietro de Coubertin, 10
06 80241281 FAX 06 80241212
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Max Ciogli e Cosimo Cinieri
dal 24/4/2012 al 24/4/2012
ore 21

Segnalato da

Max Ciogli




 
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24/4/2012

Max Ciogli e Cosimo Cinieri

Auditorium Parco della Musica, Roma

Pier Paolo poeta delle ceneri. Cosimo Cinieri presenta il lavoro teatrale "Non bisogna aver paura di avere un cuore" con una nuova chiave di lettura del testo e del teatro pasoliniano. La scenografia include l'installazione di Max Ciogli "Pittura dinamica del Suono".


comunicato stampa

Non bisogna aver paura di avere un cuore. Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo, poeta delle ceneri

Mercoledì, 25 aprile 2012 alle ore 21.00, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, AGENA, in collaborazione con Musica per Roma, presenta Cosimo Cinieri in PIER PAOLO POETA DELLE CENERI, da un’idea di Gianni Borgna. Drammaturgia e scrittura scenica di Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna. Regia di Irma Immacolata Palazzo.

Con la partecipazione di Gianni De Feo, canto, e con Marcello Maietta.

Domenico Virgili, direzione, pianoforte, orchestrazione; Marco Ariano, batteria e percussioni; Roberto Bellatalla, contrabbasso; Piero Bronzi, flauto e sax; Carlo Cossu, violino; Marcello Fiorini, fisarmonica; Antonio Iasevoli, chitarra classica ed elettrica.

Il concerto spettacolo “Non bisogna aver paura di avere un cuore”

E’ con molto amore che ho affrontato questo spettacolo. Madre profuga friulana, o meglio, slovena, [nata, cmq, a 50 km da Casarsa: mia rimozione totale (!) fino a ieri], nonni austroungarici, famiglia massacrata equamente da nazisti e partigiani, padre meridionale da infinite generazioni, nata in Francia durante l’emigrazione dei miei, e poi sbattuta negli anni ’60 al Cep di Bari che, al confronto, le borgate pasoliniane mi sembrarono, una volta a Roma, dei villaggivaltur. Posso considerarmi, insomma, un prodotto tipico del sottoproleriato acculturato che PPP non amava, un pastiche antropologico.

Nichi Vendola, a ragione, sostiene che PPP è il poeta di una transizione, di un trauma. Ecco, io sono figlia di quella transizione, di quel trauma. Va da sé che lo spettacolo urgeva.

Sono a Roma dal ’75 e ho fatto in tempo a vedere Pasolini alla manifestazione per la Spagna libera in piazza di Spagna. Quella famosa con tutta la FGCI schierata in veste d’alfieri e pronti a prenderne il testimone. E si sa che il poeta molto si aspettava dai giovani Borgna, Veltroni, Adornato, ecc.

Ci sono morti che ci appartengono più delle altre, perché ci lasciano rabbiosamente orfani. E’ il caso di PPP. La sua voce ci manca, ci manca il suo coraggio, la sua rabbia, le sue appassionate e profetiche analisi sociologiche, le sue violente polemiche che nessuno risparmiavano, neanche gli amici più cari, gli intellettuali in auge. Ci mancano i suoi ammonimenti. E il suo onnivoro e vitale ‘sperimentare’.

Furente Cristo, per spaventarci ben bene all’ultimo atto del martirio, PPP dà in pasto il proprio corpo. Ecce homo. E difatti ancora ci esorta -a chi vuol sentire- alla rabbia, non quella che sfila soltanto un giorno, no, quella che invece ogni giorno mette in gioco realmente la vita e agisce per sacrosanto pane certo oggi e per il desco di tutti i figli di domani. In India vige il monito che alla vita abbisogni un soldo per il pane e un soldo per la rosa, alias poesia. PPP, poeta, incita alla rivolta permanente (Camus docet) e invoglia alla pietas delle proprie insanabili contraddizioni. Per tutto questo e altro ancora, a tanti anni di distanza, ci è dato di ritrovarcelo accanto, vivo compagno di viaggio.

Quel vuoto in cui ci lasciò è ancora intatto. Ebbene, questo Concerto-spettacolo parte da quel Vuoto. Rigurgito magmatico e sfilacciato, suddiviso in 10 capitoli che, dalla morte di PPP vanno à rebours, palesando alcuni dei suoi temi più emblematici, arricchiti di un prologo profetico e un epilogo friulano in un campo di lucciole. Cosimo Cinieri rivive con struggente e rabbiosa verità i versi pasoliniani più conosciuti, alla stregua di un antico-modernissimo rapsodo. Lo accompagna una band di virtuosi solisti, contagiati da Sonate bachiane, ritmi di balera e canzonette da jukebox di periferia, che richiamano atmosfere di quel mondo contadino o emarginato tanto amato dal poeta: le musiche sono citazioni dei suoi film.

Nelle maglie della narrazione si intrecciano le sue canzoni più belle, interpretate da Gianni De Feo con lirismo appassionato e scopertamente ambiguo, testimonianza di una “diversità” da Pasolini stesso dichiarata, a volte vissuta come ferita esistenziale e che pagò con la propria vita.

Installazione di Max Ciogli. Giancarlino Benedetti Corcos è autore degli elementi scenografici: l’altare/teatrino delle belle bandiere e l’altare/teatrino delle rose. Fabiana Di Marco, impianto scenico; Gian Maria Sposito, costumi; Giannantonio Marcon, video; Daniele Lanci, foto di scena.

Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni
Tel/Fax 06 3225044 – Cell 328 4112014
elisabetta@elisabettacastiglioni.com

Mercoledi' 25 aprile ore 21

Auditorium Parco della Musica
viale Pietro de Coubertin, 10, Roma
Biglietto: intero 15 euro; 12 euro under 26 e over 65; 10, 50 euro gruppi; 5 euro scuole

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