Rassegna. Sono noti e oggetto di numerosi studi i rapporti che legano arte figurativa e cinema sin dai primordi, dalla matrice espressionista del Gabinetto del dottor Caligari ai contatti fra Bunuel e il surrealismo. Meno noti sono i legami fra cinema e arte contemporanea, anche perche' non sempre risultano evidenti allo spettatore gli spunti e le citazioni dalle opere piu' recenti.
giovedì 15 maggio ore 18.00. Stefano Spagnolo
Cinema e arte contemporanea
Da Blue di Derek Jarman a The Cell di Tarsem Singh
Sono noti e oggetto di numerosi studi i rapporti che legano arte figurativa e cinema sin dai primordi, dalla matrice espressionista del Gabinetto del dottor Caligari ai contatti fra Buñuel e il surrealismo.
Meno noti sono i legami fra cinema e arte contemporanea, anche perché non sempre risultano evidenti allo spettatore gli spunti e le citazioni dalle opere più recenti.
Nel corso della sua storia il cinema - anche il cinema a larga diffusione - ha smesso il ruolo passivo di ricettore dell'immaginario delle arti vicine, per divenire a sua volta fonte di ispirazione diretta per gli artisti. Oggi, pertanto, esiste un consolidato rapporto di scambio reciproco fra arte e cinema.
Se un film come The Cell cita esplicitamente le esperienze visive più recenti, dalle opere di Damien Hirst a quelle di Matthew Barney, un'artista come Grazia Toderi, solo per fare un esempio, ha tratto ispirazione, dichiaratamente, per alcuni suoi lavori da 2001 Odissea nello spazio.
Non trascurabile la presenza di figure 'ibride' di artisti-registi: è il caso di Vincent Gallo, che espone immagini riprese dai film da lui stesso diretti, o di Peter Greenaway, che oltre a mettere a frutto il proprio talento visivo e scenografico nelle opere cinematografiche, è autore e curatore di installazioni d'arte.Durante l'incontro saranno proiettate immagini e spezzoni cinematografici a illustrazione della complessità dei rapporti cui si è qui accennato.
Successivamente all'incontro verranno proiettati:
venerdì 16 maggio, ore 17.00
Pierrot le fou (1965), Jean-Luc Godard
martedì 20 maggio, ore 17.00
Stati di allucinazione (1981), di Ken Russell
venerdì 23 maggio, ore 17.00
The Cell (2000), di Tarsem Singh
L'ingresso alle proiezioni è libero
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giovedì 22 maggio ore 18.00. Lucia Minunno
ImmaginAzione
Video e film d'animazione da Kentridge a Toccafondo
Il video d'animazione oggetto dell'incontro è quello fondato su pratiche manuali, come il disegno o la pittura. Verranno quindi mostrate alcune opere di tal genere realizzate da Valentina Coccetti, William Kentridge, Alessandro Pessoli, Saul Saguatti e Gianluigi Toccafondo con l'intento di rintracciare, analizzandone la tecnica, il significato che questa assume nella definizione dell'idea artistica.
In questo tipo di tecniche d'animazione è il carattere processuale l'aspetto saliente: è infatti proprio nel farsi delle immagini che si annida il senso di queste operazioni artistiche.
Guarderemo allora all'immagine nel suo farsi e trasformarsi e disfarsi, nel suo sparire e ricomporsi sempre a partire da se stessa, in una fenomenologia genetica che resta aperta a sempre nuovi sviluppi. Quello che interessa agli artisti dediti a questo tipo di operazioni è il palesarsi - agli occhi dell'artista come poi dello spettatore - dell'infinito potenziale autogenerativo dell'immagine, e la possibilità di tradurre in atto questo potenziale procedendo tecnicamente di pari passo col proprio processo immaginativo. Ma un ulteriore elemento di interesse consiste nella componente 'manuale' di queste opere d'animazione, perché l'infinitezza di questo 'potenziale autogenerativo' corrisponde all'indefinitezza del segno grafico/pittorico manuale: indefinitezza che non si trova nelle produzioni digitali (almeno non a livello formale), e che rappresenta l'apertura semantica/interpretativa a cui è sottoposto e allo stesso tempo si offre il processo immaginativo dell'artista.
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giovedì 29 maggio ore 18.00 Guido Comis
Fotografare il caso
L'entomologia del quotidiano da Orozco a Friedman
Le opere di alcuni artisti contemporanei rappresentano una forma di riflessione sul contingente, il transitorio, il casuale, tanto da poter essere definite 'fotografie' del caso e del tempo.
Tali opere sono realizzate con materiali insoliti, a volte fragili (per esempio zucchero, fogli di carta, creta cruda) al fine di trasferire all'opera il carattere effimero cui essa allude. L'artista americano Tom Friedman (recentemente in mostra alla Fondazione Prada) ha creato lavori in cui la prima impressione di casualità lascia il posto alla stupita comprensione della loro intenzionalità ; Gabriel Orozco crea installazioni con materiali impropri (sabbia, frutta) o produce calchi di oggetti comuni e insignificanti. Temi simili sono affrontati anche da artisti italiani come Gianni Caravaggio e Gabriele Jardini.
Le opere degli artisti citati, solo alcuni in un panorama più vasto, rappresentano inoltre delle indagini delle potenzialità che gli oggetti e le sostanze possiedono in nuce, ma cui non sono in grado di dare corso. Gli artisti, in altre parole, si mettono al servizio e interpretano la materia e del caso cercando di comprenderne ed esprimerne l'invisibile codice genetico.
I risultati sono opere che rifuggono ogni monumentalità e rappresentando forse la metafora di una società sempre più veloce e mutevole, in cui solidità e permanenza perdono progressivamente di importanza.
Museo Civico d'Arte
Pordenone
Corso Vittorio Emanuele II, 51
0434 392312