Maria Grazia Cavenaghi-Smith - Milano European Parliament
Oggi, 8 marzo 2004, la Commissione per i diritti della donna e le pari opportunita' sottopone al voto dell'Europarlamento ben quattro Relazioni da essa adottate che riguardano la donna e la situazione di genere.
PARI OPPORTUNITA'/DIRITTI DELLA DONNA
Temi e dibattiti di oggi all'Europarlamento
Oggi, 8 marzo 2004, la Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità sottopone al voto dell'Europarlamento ben quattro Relazioni da essa adottate che riguardano la donna e la situazione di genere. Nello specifico:
1. DAPHNE II: PIU' FONDI PER LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA A BAMBINI, GIOVANI E DONNE
Il programma Daphne II (2004-2008) disporrà di una dotazione di bilancio di 50 milioni di Euro, rispetto ai 41 milioni proposti dalla Commissione, aumento dovuto all'imminente allargamento dell'Unione. L'organo parlamentare ha deciso di presentare in seconda lettura un emendamento, bocciato dalla posizione comune del Consiglio, che riguarda l'istituzione di un servizio d'assistenza alle ONG, in particolare quelle dei nuovi Stati membri, ad elaborare i loro progetti, a stabilire contatti con altri partner nonché ad utilizzare l'acquis Daphne e trarne profitto.
2. LA SITUAZIONE DELLE DONNE DISABILI, IMMIGRATE E ROM
Nell'Unione europea vi sono 44,6 milioni di persone disabili, vale a dire il 15,7% dei cittadini europei, e questa percentuale giungerà al 25% dopo l'allargamento. La metà sono donne. La Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità esorta gli Stati membri a promuovere i diritti fondamentali delle donne disabili e invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a tenere conto degli interessi e dei bisogni delle donne disabili nell'elaborazione di tutte le politiche. I deputati invitano la Commissione a considerare la prospettiva di genere al momento dell'elaborazione del piano d'azione (2004-2010) a favore delle persone disabili. Inoltre, ritenendo che la tensione soggiacente alle società sempre più multietniche e multiculturali dell'UE generi razzismo e discriminazioni razziali, colpendo in particolare le donne, essi chiedono agli Stati membri di elaborare, con il sostegno della Commissione, una strategia corredata di misure miranti a promuovere l'integrazione delle donne migranti nel paese ospite.
I deputati raccomandano agli Stati membri e agli organi comunitari di tenere conto della situazione delle donne musulmane nell'Unione e di dare attuazione alle misure miranti a proteggerle dalle violazioni dei loro diritti in seno alle comunità religiose.
La relazione richiama inoltre l'attenzione della Commissione e dei Governi sul bisogno di assicurare: l'applicazione delle politiche attuate a livello comunitario e nazionale destinate a migliorare la situazione delle donne Rom; l'integrazione della problematica relativa alle popolazioni Rom, in generale, e la parità di trattamento e di opportunità per le donne Rom, in particolare, in tutti i programmi connessi con le politiche dell'occupazione e dell'integrazione sociale; la consultazione delle donne Rom in sede di elaborazione di progetti suscettibili d'interessarle.
3. CONCILIAZIONE TRA VITA PROFESSIONALE, FAMILIARE E PRIVATA
Facendo riferimento alla strategia di Lisbona, la Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità chiede alla Commissione di concretizzare le linee direttrici per l'occupazione, migliorando la trasparenza dei programmi d'azione e co-finanziando misure attive per le pari opportunità sui mercati nazionali del lavoro.
I deputati sono convinti che le rilevanti differenze di retribuzione tra uomini e donne costituiscano al contempo una delle cause principali dell'attuale iniqua divisione del lavoro tra i sessi e una delle conseguenze dell'ineguale valore dello stesso. Essi esortano la Commissione ad elaborare, sulla base degli indicatori adottati dal Consiglio europeo nel 2000, una relazione di monitoraggio della situazione esistente negli Stati membri e nei paesi aderenti. Gli Stati membri sono invitati a istituire forme di cooperazione per acquisire una precisa conoscenza della situazione reale.
4. QUANTE DONNE NELLA FUTURA COMMISSIONE ?
Anna KARAMANOU (PSE, Grecia), a nome della Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità , pone due interrogazioni orali sull'uguaglianza dei sessi.
Nell'interrogazione al Consiglio è chiesto agli Stati membri se è loro intenzione istituire un elenco di tre commissari candidati rappresentanti ambedue i sessi per conseguire una composizione della nuova Commissione basata sull'equilibrio di genere. Inoltre, si chiede se il Consiglio sosterrà la politica del presidente Prodi e nominerà almeno un terzo di commissari donna nel nuovo esecutivo.
Nell'interrogazione alla Commissione é chiesto quali sono i risultati concreti dell'operato del Gruppo dei Commissari per le pari opportunità dopo nove anni di esistenza e la valutazione dell'impatto di tale operato, nonché se l'Esecutivo é d'accordo sul fatto che un commissario sia designato a trattare le pari opportunità come unico argomento del proprio portafoglio.