Mavu'
Locorotondo (BA)
Strada provinciale Locorotondo-Cisternino

Corridoio 8
dal 29/7/2004 al 30/7/2004

Segnalato da

Antonella Marino



approfondimenti

Antonella Marino



 
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29/7/2004

Corridoio 8

Mavu', Locorotondo (BA)

Per una settimana sei giovani artisti balcanici saranno in residenza nel club-masseria nelle campagne di Locorotondo. Produrranno e metteranno a confronto le proprie opere e le mostreranno al pubblico.


comunicato stampa

Per una settimana sei giovani artisti balcanici saranno in residenza nel club-masseria nelle campagne di Locorotondo. Produrranno e metteranno a confronto le proprie opere e le mostreranno al pubblico. Vernissage venerdì 30 luglio alle 22 con gli artisti e appuntamenti musicali dalle nuance balcaniche venerdì e sabato.

Corridoio 8 è il progetto di residenza di artisti balcanici che il critico d’arte Antonella Marino ha curato per il Mavù, club-masseria in Valle d’Itria nel corso della settimana che va dal 26 luglio al primo agosto. Il vernissage del progetto è in programma venerdì 30 luglio alle 22, alla presenza degli artisti e della curatrice. Gli artisti sono: Irena Lagator (Montenegro); Dren Maliqui (Kosovo); Jelena Radic (Serbia); Irena Paskali (Macedonia); Antea Arizamovic (Slovenia); Heldi Pema (Albania).
L’idea del confronto tra Puglia e Balcani nasce dall’esigenza di approfondire il confronto tra Paesi storicamente amici e dall’urgenza di sottolineare e sostenere il ruolo significativo delle due aree nell’ambito del contesto balcanico e della riva sud del Mediterraneo. Per questo il titolo, “Corridoio 8”, fa riferimento all’omonimo progetto europeo che prevedeva la costruzione di infrastrutture per favorire i rapporti commerciali tra le due sponde (ma che purtroppo non è più stato varato). L’iniziativa del Mavù si basa sul coinvolgimento di sei giovani artisti che provengono da diversi territori dell’ex Yugoslavia e dall’Albania post-comunista, invitati a soggiornare a Locorotondo per circa una settimana e a realizzarvi dei progetti.
Quasi tutti sotto i trent’anni, hanno in comune la conoscenza spigliata dei linguaggi d’occidente, e un curriculum già ricco di partecipazioni internazionali. Pur se aggiornato su moduli espressivi ormai globalizzati (con un approccio postconcettuale che predilige video, foto e installazioni), un forte collante è per loro l’ inevitabile confronto con le lacerazioni della propria storia, la schizofrenia di chi non può fare a meno di testimoniare il proprio presente confuso e contraddittorio, ma con la mente e con lo sguardo è proiettato altrove. Questioni globali come la rappresentazione mediatica dell’immagine femminile (Radic); i rischi delle manipolazioni genetiche (Arizamovic); i condizionamenti della tecnologia (Lagator); i non-luoghi e l’utopia del viaggio (Pema); l’identità nazionale (Paskali); le tensioni tra liberalismo e individualismo (Maliqi); s’intrecciano con i temi “locali” del rapporto con le ideologie del passato, l’unità geopolitica, le barriere e dei confini tra stati, il razzismo, l’integrazione, l’ansia di cambiamento.
Nel corso della serata Paolo De Cesare mostrerà alcuni documentari intorno a questi Paesi filmati. E parlerà della sua personale esperienza di viaggiatore dei Balcani.


Corridoio 8
prevede anche una sezione musicale in due date. Sabato a far ascoltare echi di Balcani sarà un duo estremamente affiatato formato da Paolo Roca al clarinetto basso e da Albert Florian Mihai alla fisarmonica e arricchito dalla presenza del contrabasso a tre corde del musicista rom “Petrinka”. Un progetto che propone ritmi velocissimi "estam" e "horo", dai tempi dispari ed irregolari, o le affascinanti melodie degli antichi canti delle province sonore dell’Est, dell’Oltenia o dal cuore dei Carpazi, il klezmer zingaro dell’Europa orientale.

Paolo Rocca, clarinetto basso
Suona in diverse formazioni nella Theater Orchestra di Moni Ovadia, negli Acquaragia Drom e nei Taraf da Metropulitana. Partecipa come attore-musicista come “ebreo dello Shetetl” nel “Violinista sul tetto” l’ultimo spettacolo di Moni Ovadia e come soldato russo nell’Armata a Cavallo di I. Babel sempre per la regia di Ovadia

Albert Florian Mihai, fisarmonica
Nasce in Romania nel 1976 da una famiglia di musicisti zingari Rom. A 5 anni comincia a suonare una fisarmonica giocattolo. A 10 anni guadagna i primi soldi suonando ai matrimoni e successivamente nelle più prestigiose orchestre popolari del suo paese. Presto decide di viaggiare nei paesi dell’Europa occidentale per suonare e conoscere altre realtà musicali. Infine si stabilisce a Roma dove forma il quartetto Taraf de Metropulitana, con cui si fa conoscere per il suo virtuosismo e le sue intense interpreta-zioni. Approda nella TheaterOrchestra di Moni Ovadia, in cui si mette in luce, oltre che per l’indubbia attitudine musicale, anche per le naturali capacità attoriali.

Petrika Namol, contrabbasso
Figlio d’arte di una nota famiglia di musicisti tradizionali e cantastorie di Bucarest, suona il contrabasso a tre corde con diverse formazioni dagli Acquaragia Drom, ai Taraf da Metropulitane per approdare anche lui nella Theater Orchestra di Moni Ovadia.


Mavù si raggiunge dalla strada provinciale Locorotondo-Cisternino.
Il percorso sarà facilitato da indicazioni lungo la strada.
Info al 348.856.99.05.

Mavu'
Strada provinciale Locorotondo-Cisternino
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