Immagini in movimento sul confine fra arte e documento
07/03/2010
Peter Greenaway
Peter Greenaway
Intervista al regista realizzata in occasione della Lectio Magistralis che ha tenuto all'Accademia di Ravenna nel novembre 2009
La prima domanda è "Cosa significa: il cinema è morto?" Greenaway è molto conciliante e fa un lungo discorso sui cicli temporali con parallelismi pittorici, affermando che ci sono state tre generazioni di cinema e dopo 114 anni probabilmente questa tecnologia è durata troppo a lungo. Dice che siamo in un momento che si può chiamare "pastiche", di pulp e citazioni, inoltre che bisogna guardare con sospetto i troppi festival così come lo sbilanciamento tra commentatori e opere commentabili. Spiega che ama dare costantemente note a pie' di pagina, sottolinea la parola "esegesi", e dice che il suo cinema chiede molta attenzione e molti sono irritati da questo (ma che è un problema loro). La pittura è stata per lui grande fonte d'ispirazione, sia quella autoriflessiva dell'inizio del XX secolo che i "quattro eroi del XVII secolo": Caravaggio, Velazquez, Rubens, Rembrandt e racconta perchè. Poi cerca la complicità, o forse ci mette alla prova come chi ha già dato molte chiavi per risolvere un enigma, e associa dipinti olandesi su tavola, volatili, levitazione, acqua...
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