Vegetali Ignoti (2003 - 2004) Anno 6 Numero 17
un ricordo di Giancarlo Susanna
Sono passati quattro anni dalla morte di Jeff Buckley. Ma il suo ricordo, alimentato dalla bellezza della sua musica, non accenna a spegnersi. Sono anzi sempre più numerosi quelli che ne parlano e ne scrivono. E l'unico album in studio che questo straordinario artista è riuscito a portare a termine, 'Grace', è entrato di diritto a far parte dei classici del rock di tutti i tempi.
Il nome di Jeff è inciso per sempre accanto a quello di Tim, un padre cui egli rimproverava con furiosa amarezza di averlo abbandonato bambino e da cui aveva preso non solo la voce, ma anche i tratti gentili del volto. Chi ha avuto la fortuna di vedere e ascoltare Jeff dal vivo o addirittura di scambiare qualche parola con lui non potrebbe dimenticarlo neppure volendo. Neppure io potrei. L'emozione, il fuoco, la dolcezza e la passione dei due concerti cui ho assistito - a Cesena e a Correggio nel 1995, a pochi mesi uno dall'altro - hanno ridato senso al mio lavoro. La cortesia e la disponibilità con cui si rivolse a noi critici e giornalisti durante la conferenza stampa al Vidia di Cesena (e il cuore che disegnò per me sul suo ritratto nel libretto di 'Grace') sono ancora oggi frammenti di un ricordo bellissimo.
Avevo scoperto veramente che Tim aveva un figlio e che questo figlio cantava soltanto nella primavera del 1994, leggendo un articolo su 'Interview'. La nota di Lee Underwood per il live 'Dream Letter' di Tim Buckley, in cui si accennava appena a un figlio del primo matrimonio, Jeffrey Scott, non aveva lasciato segni nella mia memoria.
Nell'articolo di 'Interview' si parlava del 'Live At Sin-é', che riuscii a trovare quasi subito in un negozio di Torino. Da allora, da quella manciata di canzoni cantate in assoluta solitudine in un piccolo locale newyorkese, erano nate tante altre storie. Era uscito 'Grace'. Abbagliante. C'erano stati viaggi, contatti, amori, amicizie, lettere. Ci sono anche adesso. Adesso che se n'è andato. Capita spesso, con la musica, ma le vicende in cui è coinvolto Jeff Buckley hanno un segno speciale. Quello dell'autenticità e del dubbio,
Dell'inquietudine e della ricerca interiore. Della vita. Della Bellezza.