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Next Exit Anno 4 Numero 42 luglio-agosto 2006



Eating Art

Mircea Masserini

Azione audace e complessa elaborazione creativa, di fatto una scuola di pensiero, un successo planetario con radici Mediterranee, deliziatevi con il food design



Creatività e lavoro


11 HAPPY BUSINESS

12 NEXT LAB

14 NEXTREND

16 NEXT TV

22 RITRATTI D’IDEE
Di Valentina Romanzi con la collaborazione di Priscilla Granozio, Alessia Lombardi e Maddalena Tonini.

25 ITALY MADE ART: NOW
Di Sabrina Vedovotto

27 AROUND ART

28 PARKOUR: PERCORSI D’ARTE URBANA
Di Giusi Palomba

32 MUSIC FOR ALL
Di Sabrina Ramacci

36 SOUTH SITE SPACIFIC
Di Sergio Nazzaro

39 IL MESTIERE DEL PALOMBARO
Di Daniele Bonomo

41 WORKING COMIS

42 X PAPER

43 ART E COPY

45 LA DOPPIA VITA DELLE COSE
Di Valentina Romanzi

47 MADE IN FORMAZIONE
Di Orazio Carpenzano

49 DESIGN

50 EATING ART
Di Mircea Masserini

52 HABITAT

53 SPOT ON

54 FFW
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Per noi, che abbiamo serie difficoltà a far fare quattro salti in padella a dei miserrimi surgelati e che non riusciamo ad ottenere nemmeno un budino in busta, il territorio della eating art si presenta tanto ostico quanto lontanissimo dal quotidiano.
In un mondo dominato da cuochi star, programmi di cucina a go-go, pubblicità martellante di cibi e bevande, e di tutto ciò che ruota al magico mondo dell'ars culinaria (chi non ricorda quei coltelli che potevano tagliare anche la catena del motorino di vostro fratello?), di diete (che?! dopo tutto quello che ti sei mangiato hai il coraggio di affrontare conciata così la famigerata e temutissima prova bikini?!), arte, per noi era, tutt'al più, riuscire a sottrarre indebitamente una cucchiaiata di impasto della torta senza buscare una mestolata sulle mani, ovvero rimanere stupiti dalle architetture tardo Rococò dalle glasse zuccherine delle torte nuziali... per noi profani, almeno.
Qualcuno ha detto che non si mangia solo con la bocca ma anche con gli occhi e soprattutto con il cervello, e questo, ad un livello molto semplice ci è chiaro: che senso ha disporre ad arte un fungo proprio al centro di una montagnola di risotto... ai funghi? Proprio quella di appagare gli occhi e quindi l'intelletto. C'è tuttavia, per comprendere a pieno la materia, un salto importante da compiere: pensare al cibo come oggetto mentale e non più solo destinato al nostro apparato gastro-intestinale.
Se a un oggetto, in questo caso edibile, si applicano i canoni destinati all'industrial design – e non solo –, quale potrà mai essere il risultato? Food design, appunto. Trattasi di una corrente filosofica che ha per oggetto il cibo e come pensiero la cultura del progetto.
A praticarla: designer, chef, chimici, fisici e scienziati che esplorano il campo a tuttotondo e desiderano portare la ricerca effettuata in cucina, studio, laboratorio in prodotto destinato alla tavola, ai ristoranti e, perché no, al supermercato. Le loro radici affondano nel Bauhaus, nel futurismo, nella pop art, nella nouvelle cuisine, nella gastronomia molecolare, nella modellazione in 3D, nella chimica. Quando il piatto, prima di arrivare in tavola, passa dal tecnigrafo.
In questo senso Arte da Mangiare fa scuola poiché ha quale obiettivo quello di affidare alla creatività di Artisti il compito di ricercare strade sempre diverse e innovative, che possano sollecitare l'attenzione del grande pubblico. In maggio, non a caso nell'ambito della manifestazione Milano made in design, ha presentato a New York il Food Design studio, laboratorio di architettura alimentare che nel corso di due workshop ha dato vita a nuove forme di intendere gli aperitivi secondo il food design, ed è così che hanno fatto la loro comparsa, fra gli altri: Stuzzichello (un nuovo stuzzicadenti ad anello); Tonic espumas (la prima spuma luminosa da mangiare), Parma's coffee (lecca lecca di Parmigiano, caffé e scorza d'arancia, un pasto completo: antipasto, frutta e caffé, le componenti che aprono-chiudono una cena all'italiana).
Seguendo questa nuova strada di intendere il cibo e l'alimentazione sono nati gruppi di professionisti dediti all'eating events come Arabeschi di Latte, team creative – donne – TUTTE architetti. Impegnate in numerosi progetti, quali l'ultima edizione del Teach me, il festival della grafica (manco a dirlo) organizzato dallo IUAV di Venezia, hanno allestito negli atelier della Facoltà di arte e design – non a caso! – un pranzo ad alto contenuto creativo: una semplice frittura di pesce è diventata un'opera di alta pasticceria rispettando così il fine che si sono poste: l'oggetto come fonte di piacere, come elemento anticipatore di situazioni che sfruttano principalmente la fascinazione e il potere comunicativo del cibo.
Altre ragazze decisamente all'avanguardia sono le animatrici di Ciboh, società che immagina, inventa e interpreta il cibo e le sue suggestioni ricercando nuove forme e sapori, creando oggetti ed abiti, pensando e realizzando eventi e performance.
Sono sempre di più gli studi che si occupano di questo nuovo aspetto, soprattutto se declinato in quello che sembra essere la versione vincente dell'appuntamento conviviale del XXI secolo: l'aperitivo-cocktail. Non solo un nuovo modo di intendere il cibo ma un nuovo modo di approcciarsi a quegli utensili necessari al consumo del cibo stesso in questa occasione: desemantizzandone alcuni, riconvertendone altri, inventandone di nuovi, più comodi, ergonimici, pratici. Infatti, se è sempre stato scomodo reggere con una mano un piattino e destreggiarsi con l'altra fra un bicchiere di vino e una stretta di mano ora il design ci aiuta: nuovi bicchieri che possono "attaccarsi" al piatto, nuove posate "due in una" come Moscardino, il cucchiaio/forchetta di Pandora Design che ha letteralmente conquistato i cocktail party milanesi.
Non poteva mancare all'interno di questa nuova onda gastronomica una riflessione artistica stricto sensu. È in questa direzione che lavora la galleria francese Fraîch'attitude e l'artista Martine Camilleri. La prima volge le proprie attenzioni alla promozione artistica, tentando di creare un luogo di scambio intorno al tema della frutta e della verdura, intendendo l'arte contemporanea quale un filo d'Arianna di un percorso sensoriale a tuttotondo. Frutta e verdura perdono dunque, all'interno della galleria, il loro valore materiale accrescendo invece la propria valenza evocativa al di là di quella semplicemente nutrizionale. Martine Camilleri, già in Italia da NeoZone, poi niente meno che da Rinascente, ora anche nel nuovo spazio Bon Marché-Rive Gauche, realizza opere effimere mediante il reimpiego di materiale da cucina e bon bon, offrendo una seconda vita e amplificando le funzioni ai materiali destinati alla spazzatura o a cibi “inutili”, facendolo in maniera ludica in modo da valorizzarne intrinsecamente le funzioni secondarie, invitando con questa operazione a riflettere sulle potenzialità del riciclo.
Passando dal mondo dell'arte a quello della pubblicità, un campione, mutatis mutandis, conosciuto ai più, nel campo della desemantizzazione del cibo è Esselunga che, con le – azzeccatissime – campagne pubblicitarie degli ultimi anni, ci ha mostrato Mapoleone, Mirtillo Benso conte di Cavour, Cavoli o boschi, palle da tennis o pompelmi.
Così, tra installazioni artistiche, campagne pubblicitarie, aperitivi, mostre e installazioni ha preso avvio una nuova frontiera della creatività, aprendo una strada non solo nuova ma anche e soprattutto all'insegna della multidisciplinarità che unisce professionisti dal background vario ed eterogeneo: chi l'avrebbe mai detto che un architetto, un fisico, un designer ed un cuoco potessero lavorare insieme?

STAGE IN FOOD DESIGN
Abbiamo chiesto a tutti i nostri interlocutori la loro disponibilità ad attivare stage di formazione e condivisione filosofica sul food design. Tutti ci hanno dato una risposta affermativa, fatta eccezione per Esselunga dove il percorso dei praticanti ha caratteristiche diverse. Non vi resta che contattarli…

Arte da Mangiare
Via Daverio, 7
20122 Milano
Tel. 02.54122521
info@artedamangiare.it
www.artedamangiare.it
www.fooddesign.it

Arabeschi di Latte
C/o Sarti
Via C. Guasti, 15
50134 Firenze
arabeschidilatte@libero.it
www.arabeschidilatte.it

Ciboh
Via Clusone
20135 Milano
ciboh@ciboh.com
www.ciboh.com

Galerie Fraîch'Attitude
60, rue du Faubourg Poissonnière
75010 Parigi
Tel. +01.49491515
www.fraichattitude.fr

Pandora Design
info@pandoradesign.it
www.pandoradesign.it

Esselunga
www.esselunga.com

CONCORSO FOOD DESIGN
La prima edizione del concorso Food Design, organizzato dallo studio One Off, invitava i candidati a creare due temi: il design con il cibo e il design per il cibo.
Le domande di ammissione sono scadute ma se siete interessati potete partecipare nel 2007.
oneoff@fastwebnet.it
www.studiooneoff.it

POLI.DESIGN
Il consorzio del Politecnico di Milano organizza il primo corso di Alta Formazione in Food Experience Design, un simile percorso formativo lo ha attivato anche il Politecnico di Torino.
Politecnico di Milano
Rif. Iolanda Margiotta - Coordinamento Formazione
Via Durando, 38/a
20158 Milano
Tel. 02.23995864
formazione@polidesign.net
www.foodexperiencedesign.it